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Tuesday, October 15, 2024 ..:: Intervista al maestro Silvia Lomazzi ::..   Login
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Alfredo Di Pietro: Maestro, dove, quando e come nasce la rassegna PianoSofia, così ben rappresentata dal fenicottero con la coda di serpente?

Silvia Lomazzi: Io e Luca Ciammarughi abbiamo deciso di mettere insieme le forze, ci conosciamo da molti anni e ci stimiamo. Ho sempre ammirato Luca, infatti sono onoratissima di lavorare con lui. Avevo questo progetto nel cassetto da un po' di tempo e ne ho parlato con la Casa degli Artisti. Anche Luca meditava di realizzare un suo proposito e siccome io avevo in corso un mio studio di analisi filosofica a Philo, gli ho parlato dell'idea di fondere aspetti della filosofia e della psicanalisi con la musica. Luca ha accolto la mia proposta di creare un rimando vicendevole tra questi ambiti. Sul logo di PianoSofia, un fenicottero con la coda di serpente, si è verificato un "inside" molto interessante. Mi trovavo a Cagliari, lì ho visto un fenicottero rimanendo colpita dalla sua armonia, dalla sua tridimensionalità del poter andare nel cielo, sulla terra e nell'acqua. Ho quindi pensato che potesse essere il simbolo di questa nostra fluidità, del desiderio d'intersecare filosofia, psicanalisi e musica. Il nostro desiderio è anche elaborare l'angoscia derivata dall'essere arrivati al momento storico più terribile dei nostri ultimi anni. L'idea di PianoSofia è venuta comunque prima della pandemia. Abbiamo poi dovuto sospendere il nostro progetto per poi riprenderlo nell'ottobre del 2020, a pandemia ancora in corso. Questo progetto è stato per noi come una terapia, oltre che la realizzazione di un sogno. Nel logo figura anche una coda di serpente, fusa al corpo del fenicottero, come potente simbolo della conoscenza che dal profondo della terra emerge verso la luce; l'ha realizzato Nicola Ciammarughi, fratello di Luca.

 

ADP: Siamo alla terza edizione di questa manifestazione. È forse prematuro tirare delle somme, ma le chiedo ugualmente se è soddisfatta del suo andamento.

SL: Si, sono molto soddisfatta. Vedo che c'è un incremento di pubblico, abbiamo anche una buona rassegna stampa con varie recensioni. Ricevo delle telefonate, delle comunicazioni sia da parte dell'ambito amicale sia al di fuori di esso, che testimoniano della diffusione del Festival, il quale ha una sua peculiarità che viene apprezzata. Sono contenta che venga ben accolto: le persone sentono la necessità di una certa linfa vitale per lo spirito. Così come succede per me e Luca, anche gli altri desiderano nutrirsi di questo "cibo" per l'anima. Emerge allora l'esigenza di coltivare cultura, così come si coltiva un orto. Nel discorso che portiamo avanti, anche il concetto della sublimazione dell'eros acquista una notevole importanza.

 

ADP: Vi fa onore lo sforzo compiuto per mantenere molto alto il livello dei vari appuntamenti. Con quale criterio vengono individuati i filosofi e i musicisti che partecipano alle serate.

SL: Per nostra fortuna e per esperienza di vita conosciamo un bel "network" di persone. Luca ha una grande competenza, è aggiornato su tutto il mondo dei musicisti, i quali vengono qui davvero volentieri. PianoSofia è un Festival inconsueto; anche se le sovvenzioni sono limitate, gli artisti sono comunque gratificati di poter suonare alla nostra rassegna. Grazie a Luca possiamo contare su pianisti di alto livello come Adam Laloum e Boris Bloch presenti in questa edizione.

 

ADP: PianoSofia desidera portare alla ribalta personalità musicali di prim'ordine, ma che in Italia si vedono molto poco. Anche questo rientra nel vostro forte spirito di ricerca?

SL: Assolutamente si. Noi non ci avvaliamo delle agenzie, ma vengono a suonare a PianoSofia musicisti di altissimo livello che probabilmente non sono presenti in Italia perché da noi esiste una certa massificazione culturale. Questo devo dirlo. Si tende a esibire il grande nome, il quale magari richiede un altissimo "cachet"; alcune istituzioni possono permetterselo e altre evidentemente no. Si verifica in ogni caso una certa omologazione e noi siamo un po' controcorrente in questo senso, volendo affermare lo spirito libero, come rimarcato dalla serata inaugurale di quest'edizione. Cerchiamo degli artisti dotati di un'indole anticonformista, fuori dagli schemi, siamo quindi alla ricerca di personalità particolari, comunque sempre di elevatissimo rango. Nel primo appuntamento c'era Adam Laloum, Boris Bloch nel terzo, un personaggio fuori da ogni confine, vero cittadino del mondo. Nato a Odessa, ha studiato a Mosca e vive in Germania, una personalità eclettica in grado di regalare grandi emozioni al pubblico.

 

ADP: C'è un qualcosa che in questa giovane rassegna non vi soddisfa pienamente e che contate di migliorare nel prossimo futuro?

SL: Posso lamentarmi un pochino del fatto che avremmo bisogno di un maggior sostegno economico. Sarebbe auspicabile avere una sensibilizzazione anche da parte di certe realtà, disposte magari ad aprirsi di più alla cultura e a sponsorizzarla. Quest'anno abbiamo per fortuna iniziato con un buon lavoro di "fundraising" grazie a Giulio Artom, che ci sta aiutando. Dobbiamo potenziare quest'aspetto e lo faremo sicuramente, essendo ancora un po' deboli sul versante finanziario.

 

 

Alfredo Di Pietro

 

Ottobre 2022


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