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venerdì 17 maggio 2024 ..:: VEF Radiotehnika RRR Gold FS-500.1 ::..   Login
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 VEF Radiotehnika RRR Gold FS-500.1 Riduci


 

 

INTRO

 

Risale ormai al settembre 2011 la mia recensione delle VEF Radiotehnika RRR Giant FS-100N, un grosso floorstanding tre vie/cinque altoparlanti dalla personalità rigorosa e poco incline a compromessi riguardo la qualità delle elettroniche a monte, che si distinse per il rapporto qualità/prezzo molto favorevole. Non sempre le realtà meritevoli d'interesse godono di larga notorietà, spesso e volentieri sono misconosciute dal grande pubblico, che tende a fidarsi dei marchi più in vista trascurando i meno noti. E' un fenomeno che avviene a qualsiasi livello, può riguardare tanto il piccolo costruttore quanto una azienda di lungo corso e nobili natali come la VEF. Va dato atto alla milanese Hifidirect, distributrice esclusiva per l’Italia dei diffusori VEF Radiotehnika RRR e DLS Flatbox, di aver colto l'originalità di questi sistemi proponendoli all'attenzione dell'audiofilo italiano.

Si tratta di una scelta a mio parere coraggiosa perché svincolata dalla logica dei soliti marchi e recante una filosofia di suono particolare, con l'incognita dell'apprezzamento da parte di un pubblico per certi versi un po' bizzoso come quello degli appassionati di audio. Sono fortemente persuaso che la produzione VEF non dispiacerà affatto all'audiofilo, anche con tendenze vintage, grazie al design classico, al suono mediamente corretto, improntato al raggiungimento di una ragguardevole generosità d'emissione. A distanza di oltre due anni da quel test, il marchio VEF torna a calcare le scene di Non solo audiofili con il top di gamma Gold FS-500.1, un sistema di altoparlanti altrettanto importante ma sensibilmente diverso nell'impostazione sonora dal best buy Giant FS-100N.

Conviene rinfrescare la memoria su un marchio forse poco conosciuto in Italia, proveniente dalla Lettonia, il maggiore dei tre Stati Baltici ricco di suggestivi paesaggi tra ampie zone boscose (40% della superficie), i tantissimi laghi di origine glaciale (più di 3000) e le coste cristalline. Vastità di scenari che hanno formato nei secoli l'anima lettone, sensibile e profonda, incline alla contemplazione della naturale maestosità offerta da questa terra, una predisposizione che ritroviamo nel carattere di questi diffusori.

 

 

STORIA DELLA VEF RADIOTEHNIKA RRR

 

 


 

Anche se la società "Foto - Radio centrale A. Leibovitz" PLC iniziò ufficialmente le sue attività il 1° gennaio 1928, fondata nella capitale lettone Riga, già nel settembre 1926 all'imprenditore Ābrams Leibovitz fu concessa l'autorizzazione alla produzione di ricevitori radio. C'è una piccola diatriba riguardo il vero fondatore, da alcuni erroneamente individuato nella figura di Aleksander Apsītis e la sua ditta "Apsītis e Žukovskis". In realtà Apsītis apparve qualche anno dopo e la sua attività diventò essenziale per la fabbrica nel periodo del dopoguerra.

Inizialmente la produzione e punto di scambio fu collocata nel centro della città, lungo la strada Krisjanis Barona, e comprendeva oltre alle radio anche il commercio di accessori e foto. Nel 1938 la produzione fu spostata in una sede accanto al grande fiume Dvina (la cosiddetta riva sinistra del Daugava, lungo fiume che sfocia nel golfo di Riga).

L'attuale nome di VEF Radiotehnika RRR è datato 1941 e riporta a un'azienda dalla genesi complessa. E' interessante notare che si tratta di una realtà formatasi sulla base di due aziende private, oltre alle fabbriche statali "VEF " e " Foto - Radio - Centrale A. Leibovitz ", insieme a un paio di piccoli laboratori che nei primi anni '30 in Lettonia sono entrati nel mercato come produttori di radio di ottimo livello sotto il nome "A. Apsitis & F. Zhukovskis". Fondata nel 1934, disponeva di laboratori e negozi nel centro storico, nel 1938 si trasferì in una nuova palazzina a due piani, appositamente costruita per soddisfare le esigenze di produzione, l'azienda ha creato circa 20 modelli di radio. Il binomio ha assunto un posto di primo piano per il contributo dato alla formazione della "RRR", certamente più importante di quello dato dalla società A. Leibovitz.

 


 

Aleksander Apsītis può essere senz'altro considerato il secondo fondatore dell'azienda e, contemporaneamente, colui che durante l'occupazione tedesca salvò le attrezzature della fabbrica, divenendo più tardi il suo direttore. Apsītis, a differenza del mercante Leibovitz, era un buon tecnico radio, tanto che la sua fabbrica è diventata una scuola di formazione di prima classe per la progettazione e realizzazione di radio di qualità. Questo è uno dei principali fattori che nel dopo la guerra a Riga contribuirono a far diventare la Radiozavod azienda leader del settore, non solo nel paese ma anche in tutta l'Unione Sovietica.

Una realtà di rilievo, considerato che tra il 1945 e il 1990 è stata la principale produttrice di hardware audio in URSS. Nel corso della seconda guerra mondiale rivolse la propria attività alla riparazione delle apparecchiature di navigazione sottomarina riappropriandosi però del settore audio ritornata la pace. Fu proprio nel periodo post bellico che s'impegnò in un exploit di processi innovativi, culminati nel 1961 con la presentazione al pubblico della prima radio a transistor sovietica.

 


 

Prima della guerra in Lettonia c'erano altre piccole aziende di radio, non solo nella capitale. La produzione e vendita di ricevitori rappresentava un redditizio business: nel 1938 in Lettonia erano ufficialmente registrati 29 produttori di apparecchiature radio. Confrontando le due società "Foto - Radio Centrale A. Leibovitz" e "A. Apsitis & F. Zhukovskis", nelle loro azioni e tendenze non si possono ignorare significative differenze. La prima aveva un carattere puramente commerciale in cui la produzione radiofonica era considerata solo per i grandi profitti che prometteva. Naturalmente, a causa della concorrenza la società fu costretta a prestare attenzione alla qualità dei suoi prodotti, monitorando le tendenze nello sviluppo dell'ingegneria radio, pur se la qualità non rientrava ancora tra i suoi scopi principali. Le strategie di marketing erano legate a una forma di pubblicità piuttosto aggressiva.

Aleksander Apsītis era appassionato di ingegneria radio, accompagnava con la sua attiva partecipazione il processo di produzione, un attivismo sul campo che ha giocato un ruolo importante nella sua vita.

 


 

Il 17 giugno 1940 le truppe sovietiche entrarono nella Lettonia imponendo il potere sovietico. Le imprese private, tra cui la produzione di radio, fu unita e nazionalizzata, compresa la Società Leibovitz che venne fusa con le imprese già nazionalizzate "Nikolajs Klemptners" assumendo il nome di"Radiopionieris". A sua volta durante l'occupazione tedesca, la già nazionalizzata "Radiotehnika" di Aleksander Apsītis fu integrata nella "Radiopionerom" e tutte queste insieme nella " Telefunken Geraetewerk Riga". Durante la seconda guerra mondiale, sotto l'occupazione tedesca, la produzione congiunta delle aziende radio fu sospesa per lasciar posto a quella di apparecchiature per le comunicazioni militari e accessori di ottica per artiglieria. Direttore esecutivo divenne il Baltico tedesco Blauberg e Apsītis fu nominato direttore tecnico. Dopo la guerra l'azienda ha esportato soprattutto in Germania, ma, grazie agli sforzi compiuti da Apsītis nell'autunno del 1944, la maggior parte delle attrezzature fu salvata, nel novembre del 1944 l'azienda era pronta a riprendere la produzione ma il primo compito fu quello di riparare il ponte sul fiume Daugava, che aveva sofferto durante la guerra. Nell'ultimo trimestre del 1945 l'azienda ritornò finalmente a occuparsi di radio con un impianto industriale rinnovato: il "Flora Radio". Nell'autunno 1945 fu lanciato sul mercato il lotto pilota di apparecchi radio "Riga T - 689", un evento che segnò la produzione di massa, iniziata a pieno regime nell'anno seguente. In seguito fu avviata la produzione di una radio molto più economica: la "Riga T - 755", strategicamente improntata al massimo risparmio.

 


 

A causa delle pressanti richieste alla fabbrica, sorse la necessità di ampliare la zona di produzione, per i lavori di costruzione furono usati i prigionieri di guerra tedeschi. Nel 1947 la costruzione del nuovo edificio fu portata a termine, la nuova struttura ebbe fini sperimentali e ospitava officine meccaniche di riparazione, due anni più tardi, nel 1949, iniziò la produzione del ricevitore "Riga B - 912". Aleksander Apsītis morì il primo settembre 1988 nella piccola città Rauna, a 100 km da Riga, dove ha vissuto gli ultimi anni.

Dal 1954 al 1961 i laboratori contribuirono alla creazione dei radiogrammofoni Daugava, Feste, Sàkta, Dzintars e Gauja. In particolare nel 1961 l'impianto produsse il "Sàkta", in cui i componenti, per la prima volta in URSS, erano montati su circuiti stampati. Un anno dopo l'azienda fabbricò la prima radiolina a transistor sovietica prodotta in serie, la Gauja. Nell'anno 1960 il marchio lettone esordisce nel settore "Car" con le prime autoradio fabbricate in Unione Sovietica di livello top class, le AVP-60 e APV-60-2.

 


 

Al 1967 risale l'inizio della produzione del primo radiogrammofono stereo "Simfonija 2", impreziosito dal legno laccato poliestere e assurto alle cronache per aver partecipato in tutto a ben 40 fiere, ripetutamente premiato in diverse occasioni. Ad esempio, nel 1958 in una mostra a Bruxelles la radio "Festival" si è aggiudicata una medaglia d'oro e un diploma d'onore. Il modello Flora ha ricevuto una medaglia d'oro nella primavera del 1964 a Lipsia. Tre anni più tardi alla stessa manifestazione è stata assegnata la Medaglia d'Oro al radiogrammofono stereo di prima classe Riga - 101.

Il 2 dicembre 1970 la Radiotehnika si unì con la Riga Popov Radio Plant "RRR" a formare una grande impresa.

Nel settembre del 1957 è stata rinominata in "Riga Elettromeccanica Plant" producendo i modelli Akords, Arija, il registratore "Radiotehnika ML - 6201 Riga 230" e "Duets PM-8401 stereo". L' 11 Febbraio 1971 il Presidium del Soviet Supremo dell'URSS ha assegnato all'azienda la Bandiera Rossa del Lavoro.

In occasione del 60° anniversario del team ufficiale è stata prodotta la radio portatile a transistor di prima classe "Nettuno", in grado di ricevere a onde lunghe, corte e VHF. Negli anni settanta la maggior parte della produzione è stata spostata in un nuovo stabilimento a Imanta e nel 1977 alla fiera autunnale di Lipsia ha vinto la medaglia d'oro per il sistema compatto "Victoria - 003 Stereo" e "Allegro - 002 Stereo".

 


 

Prima del crollo dell'Unione Sovietica sono stati progettati e prodotti in grandi quantità diverse decine di ricevitori, grammofoni e altri modelli per il mercato interno e per l'esportazione, dotati di finiture esterne e qualità sempre di ottimo livello .

Il periodo di maggior successo per l'impianto industriale è stato alla fine degli anni Ottanta, quando la Radiotehnika aveva impiegate circa 16.000 persone. Nel corso degli anni il marchio lettone ha prodotto circa il 35 % di tutta l'ingegneria audio sovietica, le linee di produzione sono arrivate a sfornare circa un milione di unità radio e circa 1,3 milioni di altoparlanti. In Lettonia negli anni il numero di ricevitori prodotti pro-capite ha superato anche quello del Giappone .

 


 

Il 1990 può essere considerato come l'ultimo di normale funzionamento dell'impianto industriale. Una volta proclamata l'indipendenza della Lettonia, è iniziato il corso delle riforme economiche e la ristrutturazione del settore. Nel gennaio del 1992 il Ministero dell'Industria e dell'Energia della Lettonia ha condotto una serie di cambiamenti strutturali nell'ambito dei quali la Radiotehnika ha ricevuto uno status autonomo. E' seguito un periodo critico in concomitanza con un graduale aumento dei prezzi delle materie prime e componenti, già avvenuto in altre ex repubbliche sovietiche. Il Design Bureau non è stato più finanziato e quindi non in grado di sviluppare nuovi modelli, l'inflazione ci ha messo del suo causando un sensibile aumento del prezzo dei prodotti. Il debito accumulato per garantire i salari dei lavoratori è cresciuto sino a che hanno dovuto lasciare la fabbrica, dopo il glorioso periodo 1945-1990 in cui la Riga Radiozavod ha prodotto ben 41,3 milioni radio, di cui 4,5 milioni per l'esportazione.

 


 

Oggi la "Radio" è diventata la società subentrante "VEF Radiotehnika RRR", costituita nel settembre 1998 quando l'Agenzia per le regole di privatizzazione ha avviato il processo di privatizzazione GAO "Radiotehnika RRR". Così è stata creata la società privata VEF Radiotehnika RRR. Attualmente i suoi prodotti sono venduti negli Stati Baltici, Finlandia, Germania, Russia, Italia e in diversi altri paesi europei.

L'azienda lettone ha oggi un campo d'azione piuttosto ampio: oltre alle elettroacustiche, anche di orientamento Home Theatre, comprende la produzione proprietaria di altoparlanti, fabbricazione di casse professionali, circuiti stampati, cablaggi, assemblaggio di circuiti stampati (compreso il montaggio SMD) e parti elettroniche.

 


 

L'odierno catalogo di prodotti abbraccia, oltre ai due modelli top Gold FS-500.1 e Giant FS-100N, due voluminosi bookshelf di stampo estetico anni '80, l'S-400M e l'SM-300, con tanto di "redivivi" controlli di livello su medi e alti, la X-Line con il modello da pavimento FS-10.1, il bookshelf MM 4.1, il centrale CS 4.1, costituito dagli stessi componenti delle Giant, e il subwoofer ASW-1. Segue l'economica linea Rigonda, dai prezzi davvero stracciati ma dalle convincenti performance sonore, costituita dall'FS-5.3, modello da pavimento a tre vie e il piccolo sistema da stand MM-1.3. Nel catalogo prodotti VEF, consultabile online sul sito della Hifidirect, non è presente la serie Sakta mentre della Rigonda non sono compaiono il centrale CS-1.3 e il subwoofer ASW-1.8. E' possibile invece trovare questi modelli sul portale della RRR Radiotehnika, dove invece manca il modello oggetto della nostra prova. Ma è sul sito russo di un appassionato che è possibile reperire una gran quantità di informazioni e immagini, compresa una dettagliata storia del marchio dalle origini ai nostri giorni che ho utilizzato per la stesura di queste note (benedetto sia il traduttore di Google!).

 


 

 

VEF RADIOTEHNIKA RRR GOLD FS-500.1.

 

DUE VIE CON SUBWOOFER?

 

Caratteristiche dichiarate:

Diffusore da pavimento 3 vie/3 altoparlanti Bass Reflex

Woofer: 254 millimetri

Mid-woofer: 177 millimetri

Tweeter: 25 millimetri

Condensatori in polipropilene Audiophile

Connettori placcati oro

Potenza massima in ingresso: 400 watt

Risposta in frequenza: 25-25000 Hz

Sensibilità: 89 dB/w/m

Impedenza nominale: 8 Ohm

Peso: 39,5 Kg cadauna

Finitura: Nero laccato

Dimensioni - 290 x 1100 x 310 mm (Larghezza-Altezza-Profondità)

 


 

Per il cabinet delle Gold FS-500.1 si è scelta una forma strettamente classica: un semplice parallelepipedo ad angoli vivi dove viene abbandonata la forma multisfaccettata a diamante che invece caratterizza il baffle delle Giant. Il frontale e i due pannelli laterali sono completamente fasciati da una grande patch di tessuto fonotrasparente. Le estremità inferiore e superiore del mobile sono solidali a due rettangoli in legno rifiniti nero laccato lucido che fanno da base e top, montabili a cura dell'utilizzatore con delle viti passanti. Alla base possono essere fissate le quattro punte che vengono fornite a corredo con i relativi sottopunta, è un'operazione che vi consiglio di fare compatibilmente con il carattere delle elettroniche, l'ambiente e i vostri gusti personali: serviranno ad asciugare un po' un basso che è risultato in sede d'ascolto e di misure piuttosto esuberante.

 


 

Mettere a nudo il frontale delle Gold è operazione piuttosto complessa, vi confesso di essere stato combattuto tra il farlo o rinunciare ma alla fine è prevalsa in me l'indole d'inguaribile curioso che mi riconosco in pieno. D'altronde il recensore, professionista o dilettante che sia, ha l'obbligo di essere un indiscreto ficcanaso per portare alla luce ciò che è nascosto alla sua vista e a quella degli eventuali lettori. Per svestire le Gold dal lenzuolo di tela nera occorre rimuovere le oltre venti viti che assicurano una lastra di materiale plastico (Plexiglas mi pare) a una rientranza ricavata nel pannello posteriore e rimuovere i numerosi punti metallici da legno che tengono ferma la stessa all'MDF. La lastra ha una funzione meramente estetica, dovendo nascondere alla vista non solo le molteplici cuciture presenti sul posteriore, ma anche il vano dove è alloggiato il filtro crossover. Pure i due pannelli Piano Black credo abbiano la stessa funzione, oltre a quella di impreziosire l'aspetto del cabinet.

 


 

L'esame del frontale rivela alcuni particolari che disattendono all'apparente semplicità di questo "monolitico" diffusore. Tweeter e midrange sono reciprocamente allineati ma non all'asse mediano del baffle, risultando spostati verso il margine esterno di qualche centimetro. Controllo subito l'altro diffusore, quello non denudato, illuminandolo con una torcia a led e mi accorgo che ha anche lui i due trasduttori dislocati verso il margine sinistro, in pratica la VEF ha inviato alla Hifidirect due diffusori sinistri. Il collaterale destro, per fornire un campo sonoro simmetrico, avrebbe dovuto avere midrange e tweeter dislocati anche loro verso l'esterno, cioè verso il margine destro. E' un particolare di cui il distributore era ignaro (difficile accorgersi se non si mette allo scoperto il frontale). Il coriaceo woofer non è montato a filo del baffle ma in posizione obliqua all'interno di una nicchia trapezoidale ricavata all'interno del mobile, una specie di piccolo volume di carico. Rimuovere il trasduttore non è stato un lavoro di tutto riposo, chiaramente erano inutilizzabili i normali giravite per cui ho dovuto dotarmi di uno con meccanismo a cricchetto che mi consentisse di lavorare in uno spazio molto esiguo, praticamente una fessura. Alla fine ce l'ho fatta e soprattutto sono riuscito a non rovinare il woofer evitando lo sfregamento della sospensione in foam contro il soffitto della nicchia.

 


 

In previsione dell'ottenimento di un basso ben profondo da un woofer dotato di una bobina a corsa lunga (Xmax di 12 mm) e bassa frequenza di risonanza (FS di 25 Hz), secondo il progettista era necessario garantire la parità di carico sulla parte anteriore e posteriore della membrana del trasduttore in condizioni estreme di funzionamento. Ecco perché il woofer è stato alloggiato in una "cavità a soffitto', accordata a 250-300 Hz, che offre un determinato carico acustico alla faccia anteriore della membrana, rendendo simmetrico il suo movimento. Questo progetto può essere considerato un passabanda del terzo ordine con camera superiore accordata in alto.

 


 

Il volume di carico superiore in sospensione pneumatica, destinato al mid-woofer, risulta fisicamente indipendente dall'inferiore dove il woofer è caricato in bass reflex con porta frontale. Esaminando la parte posteriore delle Gold FS-500.1 notiamo che gran parte del cablaggio viene fatto passare attraverso una scanalatura ricavata sul fianco del pannello e nascosta dalla lastra di  plastica di cui parlavamo prima, la stessa che copre l'ampio vano destinato al crossover e la stretta camera completamente riempita di fibra di poliestere che lo separa dalla cavità a soffitto. Di spessore adeguato appare il conduttore rosso-nero terminato Fast-On dal lato altoparlanti, il medesimo utilizzato su tutti i trasduttori. Sia la camera superiore che la inferiore sono parzialmente riempite di materiale fonoassorbente, dei pacchetti di fibra di poliestere appallottolata e curiosamente contenuta in reticelle rosse.

 


 

Mi sono premurato di mandare una e-mail all'azienda di Riga dove richiedevo delle informazioni aggiuntive sui trasduttori adoperati, soprattutto sul woofer che mi è parso di produzione locale, e sul layout circuitale del filtro crossover, ma anche in questo caso l'azienda lettone si è dimostrata poco collaborante, per usare un eufemismo, visto che non ha risposto proprio alle mie richieste. Preso dalla paura di rovinare qualcosa non me la sono sentita di smontarlo per ricavare lo schema. La tecnologia impiegata per la sua realizzazione mi è comunque parsa un po' troppo "naïf". L'intero filtro è assemblato su un sottile pannello di faesite, i capi delle capacità in parallelo sono intrecciati alla bell'e meglio e saldati a stagno in maniera piuttosto grassa, delle minuscole piastrine fermate da viti fanno da crocevia ai collegamenti. L'insieme non desta l'impressione di un grande ordine circuitale né di una grande cura realizzativa. Viene fatto uso di condensatori elettrolitici bipolarizzati assiali e in film di poliestere metallizzato della M.D.L, insieme ai più nobili polipropilene assiali della ES, i resistori sono dei Royal Electronic di vari valori.

 


 

Uno sforzo maggiore poteva essere fatto per rendere più esaustivo il manuale utente, se così può essere chiamato il foglio A4 piegato in due con il frontespizio che recita: "Radiotehnika RRR - Baltic's most famous loudspeakers". Redatto in lettone, cirillico e inglese reca davvero pochissime informazioni sul sistema, non viene dichiarato il numero e la dimensione degli altoparlanti, le frequenze di taglio e il tipo di caricamento, per esempio. Vengono fornite delle indicazioni di massima su come posizionare in ambiente le Gold, come effettuare i collegamenti di potenza con l'amplificatore e montare le punte sulla base. Vista la "rusticità" del prodotto in diversi particolari, sospetto che questo sia indirizzato prevalentemente al mercato locale, a differenza del resto della produzione che  è molto più curata, forse perché destinata al mercato europeo occidentale. Se la VEF desidera una buona diffusione di questo interessante modello, a mio parere deve rivederlo migliorandolo in diversi particolari.

 


 

La morsettiera utilizza quattro binding post dorati multifunzione con dorso zigrinato, che forniscono una buona presa per il serraggio. Consentito quindi il Bi-wiring/Bi-Amping.

 

 

GLI ALTOPARLANTI

 


 

La scelta dei trasduttori è ricaduta su tre modelli di diversa provenienza che, woofer a parte, non mi ha creato soverchi problemi di smontaggio. Il tweeter è lo Scan Speak D2608/913000, un buon componente dalla costruzione solida, largamente usato nei sistemi di altoparlanti in virtù delle sue qualità e del vantaggioso prezzo d'acquisto. Il diaframma a cupola morbida ha un diametro effettivo di 30 mm, una bassa frequenza di risonanza (700 Hz) insieme a una massa mobile (Mms) contenuta in 0,18 g. Per rimanere nell'ambito dei parametri di Thiele & Small citiamo una superficie attiva effettiva (Sd) pari a 7 cm², fattore di forza (BxL) di 2,6 Tm, resistenza in continua della bobina mobile (Re) di 5,6 Ohm (verificati con il mio multimetro) e un favorevole dato di sensibilità, pari a 91,3 dB/w/m che non dovrebbe costringere in sede di progetto a un uso importante delle resistenze di livellamento. Notevole la potenza gestibile a lungo termine (IEC 17.3) con un filtraggio Butterworth del secondo ordine a 4 kHz, di ben 400 watt. Nel traferro è presente dell'olio ferrofluido con la funzione di addomesticare il picco d'impedenza alla frequenza di risonanza oltre che raffreddare la bobina mobile, il motore fa uso di un doppio magnete in ferrite. Altre particolari tecnici si possono attingere dal link.

 


 

Esaminando la risposta in frequenza mostrata nel Datasheet dello Scan Speak, possiamo notare come la leggera esaltazione che inizia intorno ai 10 kHz per poi estinguersi a circa 17-18.000 Hz, la ritroviamo anche nella risposta delle nostre Gold FS500.1

 


 

Dalla Danimarca trasvoliamo nel sud della Cina, paese di provenienza del Mid-Woofer Tymphany-Peerless 830874 , un altro bel componente che si presenta con le credenziali di una buona linearità di comportamento. Vi confesso di non stravedere per i trasduttori con membrana in polipropilene, hanno si ottime caratteristiche di smorzamento intrinseco, tanto da limitare i fenomeni di break up di membrana, ma allo stesso tempo ho l'impressione che si mangino un po' di dettaglio fine. Mostrano comunque un buon comportamento generale, come questo 830874, driver da 6,5" 8 Ohm, membro della famiglia HDS. Il magnete è in ferrite, accoppiato ad un sistema di sospensione progettato con l'ausilio della tecnologia di analisi agli elementi finiti. Il motore contiene una spira di cortocircuito in alluminio che ha il benefico effetto di ridurre il valore di induttanza della bobina mobile. Si ottiene così anche una diminuzione della Back EFM e il conseguente abbattimento della distorsione di seconda armonica da questa causata. Spianare la zona induttiva dell'altoparlante significa dargli maggior agio a esprimersi nella porzione alta della banda di pertinenza perché meno smorzato da una componente induttiva che tende a crescere con l'aumentare della frequenza. Grazie al cestello in alluminio pressofuso, strutturalmente rigido e soprattutto molto aerodinamico, il cono non subisce gli effetti di compressione dell'aria in condizioni di elevata escursione. La cupola parapolvere è rovesciata e conferisce un aspetto senza soluzione di continuità con la membrana.

Anche per questo trasduttore dal diametro effettivo di 13,5 cm diamo qualche "numero" riguardante i parametri di Thiele & Small: 

Re (Resistenza in continua della bobina mobile): 6,5 Ohm

Zmin (Impedenza minima): 7,3 Ohm

Le (Induttanza della bobina mobile): 0,42 mH (molto ridotta grazie all'anello di cortocircuito in alluminio)

Qts (Fattore di merito totale): 0,43

Sensibilità @1W/1m: 88,5 dB

Mms (Massa dell'equipaggio mobile): 17,34 g

Sd (Area effettiva del pistone radiante): 143, 1 cm²

Vas (Volume d'aria equivalente alla cedevolezza delle sospensioni): 12,50 L

BxL (Fattore di forza del motore): 8,82 Tm

 


 

Esaminando la risposta in frequenza messa a disposizione nel datasheet, notiamo come i fenomeni di Break-up, visibili ben oltre i 1000 Hz, siano contenuti e provochino alterazioni tutto sommato di piccola entità sino al limite della banda di funzionamento. Più che altro si nota un innalzamento del livello di qualche dB.

 


 

Sul poderoso woofer, con tutta probabilità prodotto in proprio dalla VEF Radiotehnika RRR, non so dirvi molto: la ditta da me interpellata si è chiusa nel silenzio e qualche piccola notizia è filtrata grazie alla collaborazione dell'importatore/distributore. Ha  comunque un aspetto molto robusto, il cono, dal diametro effettivo di 22 cm, è in polpa di cellulosa, rivestito sulla faccia anteriore con del materiale non meglio identificato (forse Colophonium?). Il cestello è in alluminio pressofuso di ottimo spessore (l'altoparlante è piuttosto pesante) e ben aerodinamico. La Xmax infine, come ho già avuto modo di dire, è notevole (12 mm), di soli 25 Hz la Frequenza di risonanza in aria libera dichiarata. Sul fondello è presente un grande foro di decompressione, adeguato per smaltire le non indifferenti pressioni d'aria generate.

 

 

LE MISURE

 

SETUP

 

Microfono Superlux ECM 999

Alimentatore Phantom Behringer Micro Power PS400

Calibratore PCE-SC41 in classe 2

Multimetro TRMS PCE-UT 61E

PC Notebook HP G62

Scheda audio E-Mu Creative Pre Tracker USB 2.0

Preamplificatore Rotel RC 06

Finale di potenza Rotel RB 1070

Jig per il modulo e argomento d'impedenza autocostruito

Voltage probe con attenuazione di 20 dB per la rilevazione in Dual Channel

Cavo di potenza Supra Ply 3.4 S

Software di misura: Arta - Limp - Steps

 


 

La risposta in frequenza @anecoica è stata ottenuta tramite l'unione del campo lontano fenestrato e il campo vicino di woofer e porta reflex, quest'ultima debitamente scalata in base al rapporto tra i rispettivi diametri e sommata con l'emissione dell'altoparlante, il tutto poi scalato alla distanza di un metro. E' una tecnica che, se ben attuata, fornisce dei risultati confrontabili con una anecoica vera, fatta cioè in un ambiente del tutto privo di risonanze e riflessioni.

La risposta delle Gold appare ben lineare tra i 100 e 8000 Hz mentre agli estremi banda si verifica una certa esaltazione. In particolare dal lato basse frequenze si nota una "gobba" appena superati i 40 Hz che si estende sino a circa 90 Hz, il particolare andamento rende esuberante il comportamento del diffusore in quell'intorno di frequenze, come confermato anche dalla prova d'ascolto. Ritengo invece innocua la lieve esaltazione sulle alte tra gli 8 e i 18 kHz circa, si tratta di un dato che in realtà va ridimensionato, valutandolo insieme al comportamento fuori asse e la distribuzione energetica in ambiente. Si conferma quindi la leggera enfasi della risposta, visibile anche nel Datasheet dello Scan Speak. La F3, cioè la minima frequenza utilmente riproducibile, è a circa 45 Hz.

 


 

La risposta in campo vicino del mid-woofer Tymphany-Peerless testimonia la buona linearità del componente nella banda consentita dal filtraggio. Non bisogna farsi ingannare dall'andamento in discesa oltre i 300-400 Hz in quanto dovuto con tutta probabilità alla tecnica di misura in Near Field, una metodica contemplata D.B.Keele Jr. che dà risultati attendibili sino a una certa frequenza, individuabile dalla formula: Fmax = 10950/D dove D è il diametro in cm della membrana. Tale formula però è valida se l'altoparlante è montato su pannello infinito (semispazio). Sul nostro altoparlante da 13,5 cm montato su un baffle largo 29 cm, la risposta inizia a calare a quella frequenza la cui lunghezza d'onda è il triplo delle dimensioni del pannello (87 cm nel nostro caso). Il limite di attendibilità quindi è individuato nella frequenza di 395 Hz.

 


 

Questo grafico accomuna in overlay la risposta complessiva @anecoica e la funzione di trasferimento dei tre altoparlanti filtrati. Le frequenze di taglio sono poste a circa 170 Hz tra woofer e mid-woofer e 1900 Hz tra quest'ultimo e il tweeter, con pendenze del secondo ordine (12 dB/ottava). E' interessante notare come l'incrocio tra woofer e mid-woofer sia stato attuato parecchio in basso, con l'intenzione credo di conferire una grande potenza alla gamma inferiore, affidata al poderoso woofer, e far lavorare il Peerless dalla medio-bassa sino all'incrocio con lo Scan Speak, zona in cui mostra una lodevole linearità. Intelligente la scelta di tagliare il mid-woofer prima delle alterazioni di risposta (ma soprattutto di dispersione) che si verificano oltre i 2000 Hz. Dando un'occhiata alla risposta mostrata nel Datasheet del 830874 è infatti evidente il calo di livello nel fuori asse a 60° proprio oltre quel limite.

 


 

L'acquisizione della risposta in frequenza del woofer in campo vicino ci permette, oltre ad altre osservazioni, di apprezzare una frequenza di accordo del sistema (Fb 26,5 Hz) molto bassa, praticamente coincidente con la frequenza di risonanza in aria libera del woofer dichiarato dal progettista (Fs 25 Hz). Il dato della Fb è ricavabile anche dal modulo e argomento d'impedenza.

 


 

Il contributo dato dall'accordo reflex si colloca nel range di frequenza 20 - 60 Hz con il suo massimo posto a 29 Hz, dove la SPL misurata dal mio Superlux ECM 999 raggiunge i 113,06 dB con 2,83 Volt ai morsetti. Si manifestano delle spurie in frequenza medio-alta a un livello inferiore all'emissione principale di 18 dB (514 Hz), 19 dB (990 Hz), 26 dB (2280 Hz) e 27 dB (5090 Hz).

 


 

La misura nel mio ambiente d'ascolto è stata condotta con il solito segnale test, rumore rosa a canali indipendenti, distanza reciproca tra i diffusori 200 cm, posti a 130 cm dalla parete posteriore e a 60 cm dalle pareti laterali. I due diffusori sono stati angolati di qualche grado a convergere verso lo sweet spot, il microfono invece è stato posizionato esattamente nel punto d'ascolto, cioè a 3 metri dai diffusori, altezza tweeter. L'acquisizione a bande d'ottava si distingue per la buona regolarità, a eccezione di una potente risonanza ambientale che si manifesta intorno ai 30 Hz.

 


 

Il grafico della ETC (Energy Time Decay) indica un decadimento dell'energia sonora dall'apice dell'impulso sino alla soglia dei -40 dB che avviene in 1,286 ms, un tempo di poco superiore al canonico millisecondo.

 

 

Al Cumulative Spectral Decay il tweeter esaurisce in gran parte il suo impulso in circa 3 ms mentre in gamma medio-bassa l'impulso si estingue in circa 11 ms. Seguono i grafici del decadimento in cicli, il Burst Decay, ottenuti anche questi dalla risposta all'impulso, madre di numerosi tipi di misura.

 


 

Nella risposta in asse e fuori asse (da 15° a 60°) si apprezza un andamento progressivo e sufficientemente regolare al crescere dell'angolo. Il posizionamento asimmetrico di mid-woofer e tweeter lascia traccia nei diagrammi polari, anche loro asimmetrici con un lobo dispersivo più ampio dal lato esterno al diffusore, quello in cui la distanza dei trasduttori dal bordo del baffle è minore. Nello spettrogramma si riesce a cogliere con maggior immediatezza la distribuzione dell'energia sonora nello spazio.

 


 

Tutte le acquisizioni di distorsione armonica sono state fatte con il microfono posto a 25 cm in asse all'altoparlante. Il fatto di avere a disposizione un woofer da 25 cm per le basse si riflette positivamente sui tassi di distorsione, già pienamente accettabili a partire da 26 Hz e con il classico andamento a scendere che raggiunge il minimo intorno a 300 Hz con valori leggermente al di sotto dello 0,1%. Il calo delle percentuali va correlato con il livello di SPL emesso alle varie frequenze: a fronte di una fondamentale che raggiunge i 102 dB alla frequenza di 100 Hz, a causa del taglio operato dal filtro i 300 Hz vengono emessi a soli 84 dB.

La linea del grafico è piuttosto accidentata, probabilmente a causa della cavità a soffitto che crea dei picchi e buchi nell'andamento della risposta. Nel grafico di seconda e terza armonica ritroviamo dei valori di terza leggermente più favorevoli sino a 100 Hz, dopodiché l'andamento s'inverte con la seconda decisamente minore con dei valori intorno all'1%. 

 


 

Si comporta bene il mid-woofer Tymphany-Peerless con dei valori di THD compresi tra lo 0,2% e lo 0,1% nella banda 135 Hz - 900 Hz. Dopo tale limite c'è un rialzo, individuabile nel range 900 Hz - 2100 Hz dove il valore percentuale tocca un massimo dello 0,6 a 1345 Hz, si tratta di dati comunque contenuti.

Sostanzialmente sovrapponibili le non linearità di seconda e terza armonica tra 100 e 200 Hz, con lievissimo vantaggio della seconda. Salendo in frequenza il trend s'inverte e nel range 200 Hz - 500 Hz prevale la seconda pur rimanendo sempre nei limiti dello 0,2%. Dopo una perfetta concordanza tra 500 Hz e 1100 Hz circa la terza supera sensibilmente la seconda a formare quel picco già visto nella THD.

 


 

Vediamo infine come se la cava lo Scan Speak D2608/913000. Egregiamente direi, considerato che i valori percentuali di THD sono sempre al di sotto dello 0,4%, con dei minimi tra 4 e 10 kHz dove apprezziamo una percentuale media dello 0,17. Situazione netta per quanto riguarda la seconda e terza armonica: nei limiti d'indagine consentiti dal mio Superlux, la terza armonica risulta sempre nettamente inferiore alla seconda, distinguendosi per gli ottimi valori (0,044% tra 2000 Hz e 8000 Hz) mentre nel medesimo range la seconda mostra una media dello 0,2%.

 


 

Confortante il risultato conseguito alla Total Noise Distortion Measurement, un test ideato e realizzato nei laboratori di Audioreview. Dopo i 35 Hz la TNDM assume valori tra l'1 e 2% sino all'ingresso del mid-woofer, a 170 Hz, frequenza oltre la quale scende al disotto dell'1%. Un'ulteriore abbassamento si verifica oltre i 400 - 500 Hz fino all'estrema frequenza esaminata (18432 Hz), qui la percentuale oscilla tra lo 0,3 e lo 0,4 con un solo lieve rialzo centrato nel ristretto range 3000 Hz - 5000 Hz dove si vede un picco dello 0,7% a 4000 Hz. L'andamento complessivo denota una buona omogeneità di comportamento e regolarità.

 


 

Introduco con la recensione delle VEF Gold un nuovo grafico, lo spettrogramma del decadimento (CSD) con un lungo tempo di gating, appropriato per valutare in quanto tempo l'energia immessa in ambiente dal sistema si estingua. La misurazione è stata fatta nella mia sala, un comune ambiente domestico piuttosto riverberante di 6x4 metri, che credo possa rappresentare la situazione media di ascolto domestico in ambienti non trattati. La grande energia elargita in bassa frequenza, da 100 a circa 500 Hz, ci mette 0,6 secondi per smorzarsi. Dai 700 - 800 Hz in poi, in regime quindi medio-alto, i tempi di decadimento si accorciano di circa la metà diventando sempre più risicati al salire della frequenza.

 


 

Il modulo e argomento d'impedenza confermano una frequenza di accordo particolarmente bassa, il primo picco caratteristico del tipo di carico è molto più alto del secondo. Il minimo d'impedenza viene raggiunto a 65 Hz e vale 3,41 Ohm, un valore che definirei non impegnativo per un buon amplificatore Hi Fi. Vale la pena osservare che il carico visto dall'amplificatore può essere considerato relativamente critico alla frequenza di 58 Hz, dove il modulo si attesta su 3,59 Ohm con una rotazione di fase negativa di 32,3°. La massima rotazione si verifica alla frequenza di 42 Hz con uno sfasamento di tipo capacitivo di -61,1° dove però il valore ohmico si attesta su 7,49.

 

 

 

GRANDE ANIMA LETTONE

 

L'ASCOLTO

 

 

SETUP

 

Amplificatore integrato Trends Audio TA 10.2

Preamplificatore Rotel RC 06

Finale di potenza Rotel RB 1070

Personal Computer HP G62 con player Foobar 2000

Scheda Audio E-MU Creative Pre Tracker USB 2.0

Giradischi Pro-Ject Debut II SE con fonorivelatore Denon DL 160

Cavi di segnale Fluxus 2*70 S

Cavi di potenza Fluxus LTZ 900

Cavi di alimentazione Fluxus "Alimentami"

 

L'ascolto delle Gold FS-500.1 segue al campione di belle speranze Giant FS-100N, stessa stirpe lettone VEF Radiotehnika RRR. Quando si valuta a distanza di tanto tempo un prodotto figlio di un marchio noto ci si aspetta di rinvenire quel Family Feeling già conosciuto tempo addietro. Ho recensito le Giant oltre due anni fa ma devo ammettere che hanno una personalità ben diversa dalle protagoniste della prova odierna. Senza avere la presunzione di avventurarmi in una comparativa tra i due modelli, per forza di cose immaginaria, posso dire che le Giant erano più asciutte in basso, con delle medie frequenze meno generose e più arretrate, anche se più definite, mentre sulle alte se la giocano praticamente alla pari, se la memoria non mi fa difetto.

La prova d'ascolto questa volta ha richiesto un "supplemento d'indagine" per valutare correttamente la rappresentazione tridimensionale, la cosiddetta scena. Alcuni giorni fa sono stato contattato dal distributore per una seduta d'ascolto supplementare, una volta giunto in sede il giusto diffusore controlaterale. E' stata una piacevole seduta d'ascolto, ben organizzata e con tanti generi musicali, dove le FS-500.1 erano pilotate da una vecchia gloria: l'amplificatore integrato vintage Marantz 1122 DC (ma perché non fanno più dei frontali così belli?), in compagnia di un lettore digitale CEC e il giradischi Thorens TD 146 con testina Shure M 75ED Type II. Davvero un bel sentire, la catena ha esaltato le doti di naturalezza e generosità del nostro diffusore con un suono morbido, caldo e fluente.

Ma è bene ora fare un salto indietro di qualche mese e riorganizzare la folta messe di appunti che ho buttato giù durante gli ascolti. La musica per organo di J.S.Bach interpretata da Hans Fagius ci restituisce sonorità ieratiche, a tratti più diafane nell'ambito della variegata gamma timbrica di cui è capace lo strumento con i suoi vari registri. Ascolto d'infilata tutti i brani che compongono il quindicesimo CD del ponderoso cofanetto "Bach Edition Brilliant Classics", la disposizione fonica dello strumento è ben rispettata, la maestosità non diminuita da una scena rimpicciolita. Da un diffusore provvisto di un agguerrito comparto bassi ci si aspetta una riproduzione completa, ben disposto ad accettare le grandi emanazioni sonore di strumenti complessi come l'organo piuttosto che grandi masse orchestrali. E le nostre Gold da questo punto di vista non deludono. Le note di pedale sono piene sin dove permette la F3, aiutate da una vistosa risonanza a 30 Hz del mio ambiente. Che l'energia sulle basse frequenze non manchi alle VEF è un dato di cui ci si accorge immediatamente, specialmente con quel materiale musicale che non difetta in questo senso.

Faccio un salto enorme passando dal sommo Bach ai suoni sintetizzati elettronicamente dei Kraftwerk, l'album è Computer World, il brano l'ammiccante Pocket Calculator che fornisce dei sostanziosi impulsi in mediobassa al woofer, è lui che attira l'attenzione di primo acchito. La mia sala d'ascolto si riempie di quel pulsare ritmico che chiama direttamente in causa sensazioni vellicanti, impossibile per me tenere il piede fermo, allettato dal coinvolgente ritmo. Proseguo con il gruppo tedesco di elettropop nato a Düsseldorf nel 1970 con l'album forse di maggior successo, Trans Europe Express, il sesto della discografia, dove il Synthanorma Sequenzer la fa da padrone. Nel corso degli ascolti si va progressivamente delineando il carattere di un diffusore generoso, con una gamma bassa imponente, costruita ad arte per impressionare l'ascoltatore con un'emissione sontuosa.

Ma non si pensi che le VEF siano un diffusore irruento, tutto bassi e buono solo per i generi pesanti, nulla di più sbagliato. Il comparto medio-alti è pregevole per il bilanciamento timbrico, neutralità e correttezza di comportamento. Anche se non trasparentissimo si fa apprezzare per la cura con cui riesce a bilanciare le varie istanze sonore, sempre capace di tessere paesaggi sonori rilassati e autentici. E' una caratteristica che risalta nell'album Dowland Farewell, Unkind - Songs & Dances - The Boston Camerata, Joel Cohen, un lavoro stupendo, ricco di quella antica spiritualità di cui oggi si sono perse le tracce. Il diffusore rende giustizia alle delicate trame sonore dell'ensemble con una resa nemmeno lontanamente tagliente (è un difetto che le Gold proprio non hanno), sempre dolce e contenuto in una musicalità suadente quanto discreta. Il bilanciamento tonale in questo disco appare convincente, molto buona l'amalgama timbrica con mid-woofer e tweeter che si passano il testimone in maniera invisibile.

La performance sulle voci femminili si rivela altrettanto delicata e soprattutto non soffre di indebiti assottigliamenti, parlo di quegli scompensi timbrici che possono sbilanciare l'equilibrio in una gamma di frequenze in cui l'orecchio umano è sommamente sensibile. La resa vocale risulta sempre giustamente corposa, ben delineata nello spazio, non soffre di alcuna disarmonia tipo arretramenti o ingigantimenti che portino a indesiderate defaillance di verosimiglianza con il reale. L'ascolto dell'album Wanda Johnson "Hold What You Got" è davvero godibile, la resa del dettaglio sulle medie è forse perfettibile ma chi ama il suono caldo e generoso, mi si passi il termine "valvolare", non rimarrà certo deluso. Il tweeter rifinisce bene in alto ma senza eccessi, mai appuntito è il suo intervento, perfettamente integrato nell'amalgama. Sono completamente assenti quelle fastidiose accentuature delle sibilanti in cui capita d'imbattersi, la tendenza è quella di un generale addolcimento delle voci che rende questo diffusore ascoltabile per lunghi periodi di tempo senza effetti collaterali. Di buon livello anche l'articolazione, ragguardevole nella sua uniformità di comportamento nelle gamme di pertinenza dei tre trasduttori. Mi riapproprio dei ritmi vivaci con un elettrizzante Tom Petty & The Heartbreakers in "Mojo" (Tour Limited Edition), un bel doppio ricco di feeling che mi trasmette allegria e brio a iosa. Le tinte Blues Rock vengono fuori morbide, dai contorni leggermente sfumati, molto bella la chitarra, piena e accattivante.

Mira al bersaglio grosso il Gold nel restituirci la possanza della sinfonia N° 9 di Anton Bruckner nell'intensa interpretazione di Sir Simon Rattle, alla guida dei Berliner Philharmoniker. Il massiccio trattamento orchestrale cui si alternano momenti quasi cameristici e interventi di insondabile ricchezza espressiva è reso con efficace magniloquenza. E un terreno abbastanza congeniale alle due lettoni, le quali disegnano un palcoscenico dalla buona larghezza, stabile ma non chirurgico nella differenziazione dei piani mentre la profondità sembra appena meno convincente. L'impressione generale è quella di una naturale dedizione a un solido impianto armonico-timbrico che magari non indulge a raffinatezze estreme ma dimostra di avere i piedi ben piantati per terra. La prestazione ne guadagna in compattezza con una coesione timbrica notevole, si evidenzia l'attitudine a un suono d'impostazione monitor, schietto, ben presente ma non particolarmente introspettivo. L'incedere dinamico risente della morbidezza generale, il palpito è intenso, la tenuta in potenza consente ampie escursioni che vengono costantemente riproposte non dico con flemmaticità ma con una buona dose di aplomb britannico si. La secca asciuttezza, ormai si sarà capito, non è nelle corde di questo sistema.

Una serie di assoli batteristici non poteva mancare, non fosse altro che per motivi nostalgici (da ragazzo suonavo la batteria). Si alternano Billy Cobham, Steve Gadd, Dave Weckl e altri geniacci delle percussioni. L'impatto della cassa è realmente fisico, di piena soddisfazione per chi vuole sentire con lo stomaco, oltre con le orecchie. Non particolarmente aggressive le sferzate di rullante di cui si percepisce più la cassa che lo schioccare della cordiera. Il piatto ride è giusto, non si fa indietro ma nemmeno protagonista grazie alla qualità del tweeter Scan Speak, gli splash forse non sono così immediati ed esplosivi come dovrebbero ma entrano con energia integra nella mia sala d'ascolto, scintillanti quanto basta nell'attacco iniziale ma leggermente smussati nella loro secca violenza quando si espandono in gamma media.

Anche i fiati jazz acquistano buona presenza, sono molto vicini all'ascoltatore, brillano di una metallicità dolce, per nulla aggressiva. In questo come in altri generi le VEF vanno tenute un po' su di giri, come si suol dire, nel senso che a volumi d'ascolto molto bassi la resa tende a impoverirsi, diciamo che danno il meglio di se a volumi medi e alti, dove la loro espansiva generosità ha modo di manifestarsi con maggior efficacia. In certi momenti diventano un po' umbratili, virando verso tonalità alquanto tenebrose, poco disposte a una schietta apertura solare.

Non sarà per caso un risvolto della grande anima lettone?

 

 

CONCLUSIONI

 

Il VEF Radiotehnika RRR Gold FS-500.1 è un diffusore dotato di una personalità bivalente, opulento nel trattamento della gamma bassa è al contempo lineare e corretto sulle frequenze medie e alte, tra l'altro molto ben legate tra loro. L'esuberanza del registro inferiore rischia in certi momenti di mettere in ombra le buone qualità della restante gamma. Per chi non vuole rinunciare alla grande corposità di cui è capace il Gold il mio consiglio è di temperarla intelligentemente innanzitutto montando le punte e sottopunte fornite a corredo, che tendono a smagrire un po' il basso e proseguire magari su questa strada individuando dei partner elettronici asciutti e analitici. Penso per esempio a certe buone amplificazioni in classe D, chirurgiche quanto basta per ravvivare il dettaglio in gamma media e controllare a dovere un basso che in certe situazioni fa fatica a rimanere nei ranghi. Dopo una buona cura "dimagrante" il Gold FS-500.1 si farà apprezzare con una riproduzione completa, un po’ "tubey" ma di grande naturalezza. Le VEF non strillano mai, sono dolci e rilassate, digeriscono una buona quantità di Watt prima di gettare la spugna e consentono lunghe sedute d'ascolto lontani dal temibile fenomeno della fatica d'ascolto.

Vanno posizionate ben distanti dalle pareti di fondo e laterali, a mio parere non è necessario rispettare rigorosamente il toe in consigliato nel manuale d'istruzioni viste le buone caratteristiche di dispersione, magari ne trarrà vantaggio la focalizzazione delle medie frequenze. Note non proprio positive vengono dal livello costruttivo, piuttosto spartano, in particolar modo riguardo al filtro crossover, che andrebbe senz'altro rivisto nell'ingegnerizzazione. Sarebbe buona cosa anche fornire al cliente un manuale utente degno di questo nome.

Le Gold FS-500.1 sono acquistabili online direttamente dal portale Hifidirect al prezzo netto di 2458 euro la coppia.

 

Ringrazio la Hifidirect per avermi concesso una coppia di VEF Radiotehnika RRR Gold FS-500.1 in prova!

  

Alfredo Di Pietro

Dicembre 2013


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