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 VEF Radiotehnika RRR Rigonda S FS-5.3 Minimize

 

 

 INTRO

Siamo al terzo diffusore della VEF Radiotehnika RRR recensito sulle pagine di Non solo audiofili. Dopo due sistemi di notevole stazza come il Giant FS-100N, ora rinnovato, e le sorprendenti Gold FS-500.1, è la volta delle Rigonda S FS-5.3, anche queste un floorstanding ma dalle dimensioni e peso notevolmente inferiori ai precedenti due. Sembra proprio tirare una nuova aria in casa del marchio lettone, dotato di un catalogo prodotti piuttosto completo che strizza l'occhio all'affordable Hi Fi. Tre sono le linee a disposizione del cliente: X-Line, Sakta (non importata dalla HiFi Direct) e Rigonda mentre gli "outsider", se così possiamo considerare la S-400 M, SM - 300, Gold FS-500.1 e le famose Giant FS-100, si presentano come modelli distinti, non incorporati in una gamma specifica.

Se si guarda alla recente produzione VEF, è facile accorgersi di come sia in atto un tentativo di affinare dei prodotti che in diversi particolari appaiono ancora distanti da quelli dell'ovest Europa. Un esempio per tutti è l'evoluzione del modello di maggior notorietà, il Giant FS-100, che molto probabilmente ha fatto da traino commerciale al marchio. A essere sincero, non mi dispiace affatto quella connotazione "russica" che caratterizza le elettroacustiche VEF, quel particolare "non so che" risvegliato non solo dal fattore estetico/costruttivo ma anche dalla personalità sonica.

Può essere dunque interessante abbracciare la filosofia sonora di un marchio alternativo ai soliti, compresa la dilagante produzione estremo orientale con la quale la nostra azienda entra in competizione sul terreno della convenienza economica. Una rassicurazione per chi teme che la VEF sia equiparabile all'ultimo "parvenu" dagli occhi a mandorla: quest’azienda non è certo nata ieri ma ha una storia lunga e gloriosa, oltre che portatrice di un'attrattiva particolare. Non vorrei apparire autoreferenziale, ma se andate alla mia recensione della Gold FS-500.1 potrete leggere un lungo paragrafo dedicato alla storia del marchio lettone. Scoprirete così che stiamo parlando di una realtà nata nel lontano 1928 ed evolutasi nel tempo in diverse tappe. Oggi la VEF Radiotehnika RRR è una società privata che vende i suoi prodotti in un ampio bacino: Stati Baltici, Finlandia, Germania, Russia, Italia e in diversi altri paesi europei. Usando un pizzico di poesia, potremmo dire che l'immagine di questi prodotti ben si sposa con la nota concretezza dell'animo lettone e i meravigliosi paesaggi di quest’affascinante terra.

Mikhail Bogdanov

Il personaggio artefice di questo fermento innovativo a tutto tondo è Mikhail Bogdanov, esperto elettroacustico che è stato in forza alla VEF come dipendente sino al 2011. Oggi Mikhail è in pensione ma continua a collaborare in qualità di volontario, evidentemente (e per fortuna degli appassionati) non è riuscito a recidere il cordone ombelicale che lo teneva legato affettivamente e professionalmente all'azienda. Con invariato entusiasmo continua a essere fucina d’idee per la sua amata Radiotehnika, sempre ben accette, tanto da essere ancora considerato a pieno titolo come "General Acoustics". Attualmente il nostro instancabile pensionato è alla ricerca di altri clienti per mettere a frutto la sua notevole conoscenza ed esperienza. Citarlo è quasi un dovere, in considerazione del fatto che ha rivestito un ruolo fondamentale anche nel processo di miglioramento delle nostre Rigonda.

Da qualche parte nel Web si ventila l'utilizzo della tecnologia CONEQ nella progettazione degli altoparlanti adoperati nelle FS-5.3, viene per di più riportata un'errata paternità di questo diffusore. In realtà è stato creato in prima istanza dal capo ingegnere acustico della VEF Roland Kerno, in collaborazione con Victor Lagarpov, già direttore tecnico di Radiotehnika. Dopo il 2006 la modernizzazione e creazione di nuovi diffusori è merito di Mikhail Bogdanov, che ha operato sotto la supervisione di Victor Lagarpov. In questo senso Raimonds Skuruls non ha alcuna relazione con la progettazione delle Rigonda.

M. Bogdanov in camera anecoica

Anche il CONEQ ha poco a che vedere con esse. La VEF sapeva della sua esistenza sin dal 2010, a quel tempo l'azienda che lo produceva era formata da un buon progettista di circuiti e un programmatore. Essi vennero alla Radiotehnika per offrire la loro collaborazione, il loro prodotto fu testato ma si giunse alla conclusione che questo programma era efficace solo nella correzione dell'acustica ambientale. Una qualche utilità poteva sussistere in caso di sistemi affetti da errori o negligenze in sede di progettazione. Il CONEQ, infatti, era in grado di eliminare dei picchi riguardanti l'ampiezza in frequenza caratteristica del sistema, ma non poteva avvertire alcun deficit di fase (in termini di energia) o dei "bug" nel filtro crossover.

Nei due anni seguenti la collaborazione con la Real Sound Lab fu sospesa, ma nel 2013 ci fu un riavvicinamento con essa (senza però il progettista di circuiti) che portò all'esecuzione di ulteriori test nella nuova società "Baltic Audio Box" di Bogdanov. Il risultato purtroppo non portò alcuna novità ma fornì gli elementi per una chiara deduzione: questo, come altri programmi simili, non sono necessari per la corretta costruzione di altoparlanti Hi-Fi, ma utili per la correzione acustica della stanza in dominio digitale.


VEF RADIOTEHNIKA RIGONDA S FS-5-3

SPECIFICHE TECNICHE DICHIARATE.

Sistema da pavimento a tre vie/quattro altoparlanti Bass-Reflex
Altoparlanti: 2 woofer da 175 mm - 1 Midrange da 114 mm - 1 Tweeter a cupola da 25 mm
Potenza massima in ingresso: 180 Watt
Impedenza nominale: 4 Ohm
Risposta in frequenza: 35 - 20.000 Hz
Sensibilità: 90 dB/W/m
Dimensioni: 947 x 228 x 227 mm
Peso: 12,5 Kg

Devo dire di essermi accostato a questa torre snella da pavimento con grande curiosità. Il suo prezzo di appena 338 euro la coppia è estremamente contenuto, quasi incredibile se pensiamo che non è prodotta in Cina ma in Europa e offre davvero tanta sostanza. L'interesse è cresciuto quando sono venuto a sapere che, nel corso di una comparativa pubblicata dalla rivista russa "Stereo", le Rigonda sono riuscite ad aggiudicarsi cinque stelle nella qualità d'ascolto, a pari merito con modelli più costosi come Mordaunt Short Avant 914i e Yamaha NS-9002. Hanno addirittura superato in qualità sonora le Cerwin Wega VE-8F, Jamo C 455, Magnat Monitor Supreme 1000 e Polk Audio TSi 300.

 

La Rigonda S FS-5.3 si presenta come un elegante parallelepipedo dai bordi stondati di 947 x 228 x 227 mm (altezza - larghezza - profondità), facilmente spostabile grazie al suo peso di appena 12,5 Kg. La parte anteriore reca in basso una targhetta in materiale plastico con il logo dell'azienda produttrice. La livrea è disponibile nelle due versioni di mogano (quella inviatami) e frassino nero, le rifiniture sono di livello discreto in considerazione del prezzo di acquisto. Sul retro è presente la classica vaschetta portacontatti, tonda nel nostro caso, che ospita due soli morsetti multifunzione dorati di buona fattura. Niente bi-wiring né bi-amping, una scelta saggia in un sistema teso alla massima economicità: quando il budget di progetto è risicato, è meglio dirottare altrove le risorse disponibili.

Ed è proprio la vaschetta portacontatti la prima a essere rimossa, rivelando che il pannello posteriore è un altro particolare su cui si è risparmiato, il materiale infatti non è il solito MDF ma truciolato a grana grossa. Dopo la vaschetta mi tocca la rimozione dei quattro altoparlanti, operazione che svolgo sempre con la massima attenzione e non senza qualche patema d'animo per paura di fare danni. Nel caso delle Rigonda però tutto è filato liscio come l'olio, ho scalzato gli altoparlanti dalle loro sedi con estrema facilità, pur essendo presente una sottile guarnizione adesiva di tenuta. Guadagnato l'interno del mobile, si nota l'assenza di rinforzi anulari, a irrigidire la struttura c'è solo qualche listello di rinforzo in corrispondenza del pannello anteriore.

Come già visto nelle Gold FS-500.1, il materiale acrilico fonoassorbente è contenuto in un'unica reticella plastica rossa, incollata saldamente alla parete posteriore del mobile, una piccola finezza è l'aver verniciato di nero la parte inferiore del pannello, così da non creare un antiestetico effetto visivo dal condotto reflex. Non male il cablaggio interno, facente uso del conduttore Yota Loudspeakers Cable Yak-0,75RB, di discreto diametro. L'MDF del pannello frontale è di spessore sufficiente (1,5 cm). Le Rigonda sono un perfetto esempio di come anche nell'ambito del supereconomico ci possano essere dei modelli non rabberciati alla meglio, ma frutto di ripensamenti successivi al progetto iniziale, mirati al miglioramento complessivo del progetto.

Senza compiere stravolgimenti sull'identità di questo diffusore, Mikhail Bogdanov ha messo mano al filtro crossover e ai trasduttori per giungere alla versione attuale, completamente definita nel 2014. Così dai vecchi woofer TTR184, oggi non più disponibili e più adatti per un montaggio "Open" avendo un alto valore di Qts e bassa Mms, si è giunti agli M178-02, che hanno invece delle caratteristiche più appropriate per il montaggio in Bass-Reflex. L'opera di upgrade ha coinvolto anche il crossover. Secondo Bogdanov, con il rimaneggiamento si è raggiunto un suono diverso dalla prima versione, non peggiore ma dal comportamento più tradizionale per un carico Reflex, con bassi profondi piuttosto leggeri.

Ogni FS-5.3 monta quattro trasduttori: due woofer M178-02 dal diametro dichiarato di 175 mm (128 mm quello effettivo della membrana, misurato da centro a centro della sospensione esterna), un midrange 20VT5-8z da 114 mm dichiarati e 95 mm effettivi e un tweeter a cupola morbida da 25 mm targato T-074-02. Bassi e medio sono di produzione Radiotehnika, mentre non sono riuscito a risalire ai natali del tweeter, si tratta di driver economici ma apparentemente tutti di buona fattura. Nella mia certosina opera di reperimento notizie dal web (ma anche no), non sono riuscito a trovare ulteriori notizie sugli altoparlanti, che descrivo quindi così come li vedo. Il woofer ha il cono in polpa di cellulosa "nuda", senza alcun tipo di trattamento smorzante o impermeabilizzante della faccia anteriore, l'incollaggio della cupola parapolvere appare un po' dozzinale nei contorni, ottima invece la giunzione con la sospensione esterna in gomma. Rivoltando l'altoparlante notiamo un complesso magnetico in ferrite di buone dimensioni, con foro centrale di decompressione sul fondello. Il cestello è in lamiera stampata di buon spessore ma non è particolarmente aerodinamico.

Particolare la struttura del midrange, questo si con la membrana in carta trattata, mentre la sottile sospensione è fatta di un foam piuttosto corposo (e durevole si spera). Ma la parte più interessante di questo 20VT5-8z è la posteriore, dove troviamo un cestello completamente chiuso, sigillato in tutte le sue parti, compresi i terminali della bobina mobile che fanno capo a due Fast-On maschi delle stesse dimensioni, tanto che il polo positivo è riconoscibile da un piccolo tratto di vernice rossa. In questo modo la camera di carico è rappresentata proprio dalle pareti del cestello, le quali hanno la funzione di isolare il cono dall'interno del cabinet.

Questa camera ermeticamente chiusa ha delle precise ragioni tecniche ma si rivela anche una soluzione risparmiosa, visto che non costringe alla costruzione di un subvolume chiuso dedicato. In realtà questo è un medio utilizzato come "tweeter" nell'economia del progetto. Le Rigonda FS-5.3, svela l'amico Mikhail, sono state concepite come un due vie ma, a causa del fatto che il woofer non può lavorare troppo in alto e il tweeter troppo in basso basso, nel punto di crossover si forma è profondo avvallamento. Per riempirlo è stato adoperato un secondo "tweteer", il 20VT5-8z appunto, che lavora principalmente alla frequenza della sua risonanza.

Per le Rigonda e altri diffusori costruiti dalla VEF è stato utilizzato in fase di progettazione il sistema Clio versione 4.5 e 10. Le misure conclusive sono state fatte nella camera anecoica più grande da 2000 metri cubi di volume, l'ascolto in una stanza speciale appositamente allestita, con caratteristiche di estensione e smorzamento incrementate per una più agevole comprensione comportamentale e qualitativa del filtro crossover.

Non c'entra nulla con questa recensione, ma mi piace accennare brevemente alla recente fatica del generoso Mikhail Bogdanov: un diffusore ispirato al "Gold Style", come lo chiama lui, cioè una torre da pavimento di notevoli dimensioni che utilizza due bassi da 10" della Swan Speaker, due medio-bassi Eton 7-202-32 e un alto Seas T35COO. Questa maestosa torre implementa per la parte bassa lo stesso sistema di carico delle Gold FS-500.1, ma raddoppiato. Riandando indietro con la memoria alla poderosa gamma bassa che ho avuto modo di apprezzare, non oso pensare cosa potrebbero tirar fuori queste nuove!


LE MISURE

SETUP

Microfono iSEMcon EMX-7150
Alimentatore Phantom Behringer Micro Power PS400
Calibratore Microfonico PCE-SC41 in classe 2
Multimetro TRMS PCE-UT 61E
PC Notebook HP G62
Scheda audio E-Mu Creative Pre Tracker USB 2.0
Finale di potenza EAM Lab PA2150
Jig per misure d'impedenza autocostruito
Voltage probe con attenuazione di 20,55 dB per la rilevazione in Dual Channel
Cavo di potenza Supra Ply 3.4 S
Software di misura: Arta - Limp - Steps

La rilevazione della risposta in frequenza in asse è stata assemblata con la consueta tecnica del "Free Field Response", cioè tramite l'unione di due diverse misure, una eseguita in campo lontano e l'altra in campo vicino dei due woofer e porta reflex, quest'ultima opportunamente scalata in base ai diametri di porta e quello equivalente dei woofer, rispettivamente 7,5 cm e 18,101 cm. L'andamento è discretamente lineare, con un passa alto tipico del caricamento Bass-Reflex (18 dB/ottava). La frequenza più bassa utilmente riproducibile (F3) è posta a 60 Hz, dato che non depone per una grande estensione. Si nota nella zona d'incrocio tra midrange e tweeter (2000 Hz) un avvallamento da 1800 a 2500 Hz che tocca il suo massimo a circa 2200 Hz con -3,3 dB. Un altro picco negativo, questo invece stretto e appuntito, si verifica a circa 4400 Hz. Nulla di preoccupante, considerato che fenomeni di questo genere non hanno una grande influenza all'ascolto.

Nella RTA in ambiente a bande di terzi d'ottava con rumore rosa scorrelato, si nota una buona estensione delle alte frequenze mentre dal lato basse è confermata una F3 a circa 60 Hz, limite al di sotto del quale si verifica un'importante diminuzione del livello di pressione. Non c'è invece traccia dell'avvallamento in zona incrocio midrange/tweeter, anzi si apprezza una buona presenza delle medio-alte nel range compreso tra 1 e 3 kHz.

Il dato di sensibilità, ricavato da una media di 283 acquisizioni tra 100 e 10.000 Hz, ci rivela che, somministrando 2,83 Volt ai morsetti delle Rigonda, otteniamo in condizioni anecoiche una SPL di 91,135 dB a un metro di distanza. Si tratta di un valore abbastanza elevato. Valutato insieme al modulo e argomento d'impedenza, ci offre un quadro confortante circa la facilità di pilotaggio di queste torri snelle. Non occorreranno quindi amplificazioni muscolose e/o tetragone a carichi difficili per farle funzionare a dovere. Le esperienze acquisite nel corso della prova d'ascolto avvallano la validità di questa ipotesi.

Il picco emissivo della porta reflex nella rilevazione in Near Field è centrato a 38 Hz e vale 124 dB. Più in avanti si apprezza una sostanziosa componente a 166 Hz (118 dB), segue il declinare dei livelli sino all'arrivo di una perturbazione "biforcuta" intorno a 800-900 Hz, manifestantesi però a un livello di pressione ridotto (circa 110 dB).

Nelle FS-5.3 lo schema iniziale del filtro crossover, risalente al novembre 2011, è stato oggetto di variazioni riguardanti il valore dei componenti passivi. La gestione Bogdanov ha introdotto delle modifiche sulla cella passabanda del midrange e su quella del tweeter. Così, nella prima si passa da 5,6 μF a 10 μF del condensatore serie, un lieve ritocco subisce anche il valore dell'induttore serie, che passa da 0,46 mH a 0,52 mH. La cella passa alto vede invece cambiare l'unico condensatore serie da 2,2 μF a 3,9 μF. Immutato il passa basso destinato ai due woofer M178-02, costituito da un secondo ordine formato da un induttore serie da 0,7 mF e condensatore parallelo da 0,68 μF.

La struttura del filtro è quindi molto semplice: un secondo ordine, invero molto particolare, sulla cella passa basso, e due celle del primo ordine elettrico sul passa banda (condensatore/induttore serie) e passa alto (condensatore serie). Non possiamo non notare come i valori dei passivi sul passa basso siano di molto sottodimensionati rispetto a un secondo ordine teorico. Fatti due conticini e riferendosi a un carico di quattro Ohm (dato dal parallelo dei due woofer), i valori corretti per un taglio a 700 Hz, coincidente con l'ingresso del "midrange", dovrebbero essere di 1,286 mH (induttore) e 40,193 μF (condensatore). Ecco quindi spiegato l'andamento estremamente sfumato della pendenza. Da notare la totale assenza di resistori nel circuito. I componenti sono accolti su una basetta in bachelite montata a ridosso della vaschetta portacontatti, divisi per tipologia sulle due facce: su una troviamo i tre condensatori in Mylar, dal lato opposto i due induttori avvolti su rocchetto plastico.

Molto interessante e rivelatore della filosofia implementata in questo modello è l'esame della funzione di trasferimento dei driver. Il filtraggio deciso per la coppia di woofer è estremamente blando, come vedremo anche nella risposta elettrica del filtro crossover, e non ci risparmia l'insorgenza di vistosi fenomeni di Break-Up di membrana, ben visibili oltrepassati i 2 kHz. Il livello di emissione woofer rimane sostenuto sino a circa 5 kHz, creando un esteso overlapping sia con l'emissione del midrange che del tweeter. L'incrocio tra questi due trasduttori avviene a 2000 Hz. Da notare il livello parecchio basso del midrange, di cinque dB e oltre inferiore al dato di sensibilità media. In realtà il medio è utilizzato come "filler", cioè con funzione di riempimento in zona d'incrocio in un diffusore pensato come un due vie piuttosto che un tre.

Filtraggio molto di "manica larga" per la coppia di woofer in carta, il dislivello complessivo tra 20 e 10.000 Hz è di soli 5,22 dB, che si riducono a 3,93 dB se prendiamo a riferimento la frequenza d'incrocio tra midrange e tweeter (2000 Hz). Questo crea un'ampia zona di sovrapposizione con gli altri due trasduttori. Guardando al midrange salta all'occhio l'asimmetria del passa alto e del passa basso, nel primo caso la pendenza si attesta sui 7 dB/ottava, nel secondo risulta molto più blanda e corrispondente a circa la metà (3,5 dB/ottava). La risposta elettrica della cella riservata al tweeter, infine, mostra una doppia pendenza, più blanda sino alla zona d'incrocio con il midrange, più decisa e praticamente coincidente con il primo ordine elettrico al disotto dei 2000 Hz, (zona d'incrocio), dove la pendenza raggiunge i 7 dB/ottava.

Il Cumulative Spectral Decay mostra un decadimento abbastanza veloce dell'impulso in zona tweeter, che si estingue in circa 3 ms circa mentre nella zona delle medio-alte (3 e 5 kHz) si evidenziano i due picchi di Break Up già visti prima. Il tweeter è ovviamente innocente trattandosi di un fenomeno da addebitare esclusivamente al woofer. Nel Burst Decay si esamina il decadimento dell'impulso non in millisecondi ma in cicli, qui il fenomeno appare meno evidente.

Nella CSD e BD del woofer in campo vicino, il fenomeno dei due spike di Break-Up si apprezza con maggior chiarezza.

Le rilevazioni di risposta in frequenza fuori asse e i diagrammi polari consentono di indagare sul comportamento emissivo del sistema nello spazio, i suoi lobi energetici alle varie frequenze, obiettivo non raggiungibile dalla sola risposta in asse. La condotta delle FS-5.3 si mostra ben regolare, senza scompensi o andamenti imprevedibili. Non credo sia necessario dire molto su misure largamente intuitive come queste. Nei diagrammi polari possiamo leggere con ancora maggior accuratezza la dispersione in regime anecoico alle varie frequenze e il progressivo restringimento del lobo di emissione al salire della frequenza. Nella zona di transizione dei 4-4,5 kHz, laddove i woofer sono al limite della loro operatività e cedono il testimone al midrange/tweeter si vede il tipico scalino di passaggio. Fenomeno chiaramente visibile alla suggestiva Waterfall-1 e al Sonogramma.

Nella risposta al gradino, al netto e alto impulso iniziale del tweeter segue, dopo 0,089 ms, quello del midrange che ha la caratteristica di avere la punta rivolta verso il basso, indice di un collegamento elettrico in controfase. Dopo un tempo di 0,573 ms dal tweeter e 0,484 ms dal midrange, il microfono viene raggiunto dall'ampio e largo impulso generato dai woofer, ovviamente più lento nei tempi di salita e discesa date le masse in gioco. Piuttosto veloce il decadimento del woofer dopo il picco.

Decisamente lusinghieri i risultati conseguiti dalle Rigonda nei test di distorsione armonica, eseguiti a una SPL media di 90 dB a un metro. Il tasso scende velocemente dopo i 30 Hz, a 35 Hz vediamo una THD del 4,5%, salendo di 10 Hz si attesta sull'1%, con le componenti di seconda e terza armonica a pari merito (0,6%). Alla F3 (60 Hz) si segna una THD percentuale dello 0,96, seconda armonica 0,85% e terza armonica 0,43%. L'andamento è tipicamente in discesa, a 100 Hz si affacciano ottimi valori: THD 0,34%, seconda armonica 0,31% e terza armonica addirittura dello 0,13%. il prosieguo è altrettanto buono con valori che lambiscono la linea dello 0,2-0,3%, oltre i 250 Hz la seconda mostra dei valori veramente molto bassi, al di sotto dello 0,1% dopo i 600 Hz, inferiori a quelli di terza armonica. A 180 Hz si verifica un rialzo improvviso e contemporaneo di tutte le componenti, segno che si è innescato un fenomeno di risonanza del mobile. Una conferma ci viene anche dall'osservazione del modulo e argomento d'impedenza, che vedremo oltre. La rilevazione è stata eseguita a una distanza di 25 cm dal pannello frontale, questo significa un aumento di circa 12 dB della pressione rilevata a un metro di distanza.

Un po' altalenante l'andamento della distorsione sulle frequenze medio-alte, nelle zone di pertinenza del midrange e tweeter. Si evidenzia una prima larga gobba tra 1 e 2 kHz e una seconda tra 4 e 10 kHz in cui la distorsione percentuale non supera comunque l'1%. Ai lati ci sono invece dei minimi centrati a 667 Hz (THD 0,07%), 2181 Hz (THD 0,133%), 3777 Hz (THD 0,08%) e 10.000 Hz (THD 0,03%).

Nel modulo e argomento d'impedenza il primo dei due picchi si trova a 32 Hz e vale 14,34 Ohm. Potremmo definirlo di pre-risonanza in quanto si verifica prima della frequenza di accordo del sistema reflex (Fb). Il secondo picco, di post-risonanza, è di maggior valore ohmico (18,21) e si manifesta a 73 Ohm. Con buona approssimazione possiamo individuare la Fb alla frequenza che corrisponde al minimo di modulo tra i due picchi, 42 Hz/4,63 Ohm, più avanti la individueremo con maggior precisione. Le Rigonda non sono un carico difficile per l'amplificatore, la sensibilità abbastanza elevata (91,135 dB/W/m), il minimo di modulo ben superiore ai 4 Ohm (4,49 Ohm a 209 Hz) e le rotazioni di fase non elevate (massimo -39,2° a 89 Hz) la rendono agevolmente pilotabile anche da elettroniche di potenza non elevata e/o sensibili alle rotazioni di fase. Altro spunto interessante è la perturbazione a 180 Hz, frequenza corrispondente al già visto rialzo delle distorsioni armoniche e dovuta a una risonanza del cabinet. Basta fare due conti per capire che questa s'innesca tra il pannello superiore e inferiore del mobile, in senso quindi longitudinale. La stazionaria a 180 Hz ha, infatti, una lunghezza d'onda che collima con il doppio dell'altezza del mobile (1,894 m).

Dopo aver letto sul fonometro di Arta i 90 dB, livello prescelto per la misura, faccio partire i file test A e B di rumore rosa "bucato" per la rilevazione della TNDM. Anche in questo caso assistiamo a un risultato molto buono, sorprendente per la classe di prezzo del diffusore. A 50 Hz siamo sul 3%, dopo uno stretto e alto spike a 65 Hz si va verso valori inferiori all'1%, raggiunti a partire dai 70 Hz in un trend in discesa che culmina con lo 0,2% a 617 Hz. In zona midrange si viaggia sullo 0,6% medio, segue il tweeter, di solito affetto da basse percentuali di TNDM, dove il tasso si attesta sullo 0,5%. L'ascolto confermerà le buone doti di articolazione delle FS-5.3.

Se si eccettua un piccolo sottoslivellamento nella zona che va da 7 a 10 kHz, non si evidenziano perturbazioni particolarmente apprezzabili nell'ascolto con la griglia. Possiamo giudicare il tessuto impiegato come realmente fonotrasparente e non penalizzante più di tanto l'ascolto.

Nella risposta in frequenza Near Field di entrambi i woofer s’individua una certa differenza nel posizionamento del notch alla Fb: 36,9 Hz per l'inferiore e 41,4 Hz per il superiore. Procedo allora al calcolo della frequenza di accordo secondo l'equazione Fb=SQRT(FH^2+FL^2-FC^2). FH è la frequenza del picco superiore (73,18 Hz) e FL quella del picco a frequenza più bassa (32,16 Hz) rilevate con il condotto aperto. FC è invece la frequenza dell'unico picco di risonanza misurabile con la porta reflex accuratamente occlusa (68,09 Hz). La Fb così calcolata corrisponde precisamente a 41,872 Hz.

E' messa bene la fase alla frequenza d'incrocio (2000 Hz): la differenza tra midrange e tweeter è di soli 17,7°.


LATVIAN SOUND
L'ASCOLTO

Ascoltare un diffusore come le FS 5.3 significa non avere nel 90% dei casi alcun problema di amplificazione. Come dicevo nelle note tecniche bastano pochi Watt per "accendere" la musica a buoni volumi. Il filtro crossover, semplice e privo di resistori, inoltre non "mangia" quella fetta di potenza che così può tranquillamente arrivare agli altoparlanti. L'ascolto è stato condotto con due amplificazioni direi agli estremi per capacità di corrente, il piccolo Lym 1.0T Upgraded basato sul chip TA2024C che eroga una decina di watt su 8 Ohm e il finale di potenza EAM Lab che di Watt ne eroga oltre 130. Stabilito che nessun patema d'animo sussiste nella scelta dell'amplificatore, possiamo avventurarci in quest'ennesima prova d'ascolto.

Colgo l'occasione per rispolverare un piccolo gioiello di musicalità come Hejira, nono bellissimo album della canadese Joni Mitchell. Dall'impasto voce strumenti emerge il basso del grande Jaco Pastorius, una sorpresa scoprire che un diffusore supereconomico come il Rigonda sia dotato di un registro inferiore di questa qualità. Bella la timbrica data dai woofer in polpa di cellulosa, c'è molto controllo e articolazione, anche se l'estensione non è da primato è evidente che si sia voluto puntare sulla qualità piuttosto che sulla quantità. L'estensione comunque non mi sembra carente, almeno non quanto il responso della misura @anecoica faccia presagire. Alla RTA in ambiente i 30 Hz sono circa 6 dB sotto il livello medio, i 60 Hz si collocano a -3 dB, come da F3, ma è probabile che con un posizionamento più accorto si possa guadagnare qualcosa di più.

Al di là comunque dei numeri, la sensazione che si riceve è quella di un basso ben presente e soprattutto pulito, senza code o furbeschi rigonfiamenti. La tonalità della voce di Joni è sostanzialmente corretta nel colore, nelle dimensioni e nella collocazione spaziale. Se il parametro su cui appuntiamo la nostra attenzione è il bilanciamento tonale, le FS 5.3 giocano su un terreno a loro molto congeniale, è molto difficile addebitargli qualche difetto in questo senso, anzi meritano un bel 10 e lode con menzione.

Molto buona è la resa del pianoforte di Maurizio Baglini nella sua ultima fatica discografica "Mussorgsky - Pictures at an exhibition and all other piano works". Il grancoda Fazioli F278 1660 del virtuoso pisano è appena diminuito nella sua autorevolezza sulle prime ottave, ma è sempre molto concreto, discretamente reattivo in una lettura dai forti contrasti, sia espressivi che dinamici. Si tratta di una registrazione magnifica, originalissima la lettura di Baglini che padroneggia la difficile partitura dei "Quadri" con grande destrezza, in grado di passare dalle tinte sfumatissime di "Catacombae (Sepulcrum romanum) - Con mortuis in lingua mortua" alle gagliarde bordate dinamiche de "La grande porta (Nella capitale Kiev)". Eccellente interpretazione e altrettanto eccellente registrazione, dotata di un range dinamico impressionante.

La legatura tra i vari registri del pianoforte è convincente, non accusa scalini nel transito da una all'altra, tutto è molto ben amalgamato. Si perde un po' di levigatezza solo quando si decide di esagerare davvero con il volume, costringendo queste piccole torri da pavimento ad andare oltre le loro possibilità. In questo, come in altri casi, il suono tende a perdere il gradevole smalto timbrico che mostra sino a volumi nemmen tanto moderati, certamente sovrabbondanti per un ascolto "Home".

Prendo atto che le nostre Rigonda sono un diffusore "trasversale", in grado di cavarsela egregiamente con i generi sin qui ascoltati (e anche quelli a venire). Nella sala si materializza la voce del grande Fabrizio De Andrè, tappa fissa nei miei ascolti, tecnicamente rivelatrice di eventuali magagne nel passaggio tra la gamma mediobassa e media. Gli album da cui attingo a piene mani sono le due raccolte "In direzione ostinata e contraria I° e II°", ancora una volta ascolto con meraviglia di quale coerenza e compostezza tonale sia capace questo diffusore Entry Level, che non sbalordisce con prestazioni mirabolanti ma non offre nemmeno il fianco a critiche con una prestazione invariabilmente credibile.

Non manco di rilevare degli spunti che fanno da corollario alle sue performance, come la buona definizione, la naturalezza e il contegno di un registro alto regolare ed esteso, che non tende mai a strillare anche se non ha propriamente un'ariosità da guinness dei primati. Lo dico a bassa voce in considerazione del prezzo d'acquisto: questo è l'unico piccolo neo da me riscontrato. In qualche occasione avrei preferito una maggior sensazione di libertà, di respiro sulle alte frequenze. Beninteso, l'estensione è buona, come testimoniato dalle misure, e lo stesso dicasi per la linearità, nulla quindi di penalizzante per una corretta riproduzione, manca solo quel certo non so ché in grado di donare maggior smalto e brillantezza alla riproduzione.

Proseguo con un'altra registrazione benemerita, della "Deutsche Harmonia Mundi" in questo caso: "J.S. Bach - Die lautenwerke - Konrad Junghänel". Il liuto assume contorni morbidamente naturali, non c'è nulla di forzato nella riproduzione, nessuna indebita prevaricazione di una gamma di frequenze su un'altra, questo dimostra che è possibile produrre un sistema serio con un budget modesto, quando dietro c'è il "manico" di un progettista capace ed esperto. Con questo disco, una conferma delle loro qualità, le Rigonda S FS-5.3 si avvicinano al traguardo della promozione a voti quasi pieni, almeno sul mio personale cartellino. La sublime sostanza musicale di queste composizioni barocche viene fuori con intonsa efficacia, il pizzicato del liuto di Junghänel è appena sfumato nell'attacco, corposo il giusto e molto ben controllato su tutti i parametri. Diversamente da registrazioni di Heavy Metal, qui è la raffinata timbrica, le mezze tinte a farla da padrone dimostrando come le nostre lettoni possano affrontare senza sorprese qualsiasi genere musicale.

Nell'album di Charlie Haden con Michael Brecker "American Dreams" troviamo una musicalità matura e mai sopra le righe, anzi sempre accompagnata da una classe che ha ben pochi rivali. Musica di prim'ordine e ottima registrazione coesistono nello stesso lavoro, questo è quello che interessa al recensore impegnato nella valutazione delle performance di un oggetto. Le fascinose trame strumentali si fondono in un quadro sonoro ben stemperato, naturale e gradevole quanto basta da indurmi a non interrompere l'ascolto, ma proseguire sino alla fine dei 13 brani. Il sax del grande Brecker ha delle buone fondamentali, suona morbido, a tratti un "tubey" e dalla metallicità un po' addolcita, sempre molto avvolgente e gradevole, privo di fatica d'ascolto sino a volumi medio-alti. Il basso di Charlie Haden è presente, rotondo e dal buon sapore di "carta", molto nitido. La ricostruzione tridimensionale riproposta da queste Slim Tower è stabile, dai contorni ben focalizzati, magari non larghissima ma piuttosto profonda e mai incerta nella localizzazione spaziale di strumenti e voci.

Tutte qualità che ritrovo nella musica sinfonica ascoltando il CD della Deutsche Grammophon "Giulini in America", eccezionale testimonianza dell'arte interpretativa di questo grande direttore italiano. Particolarmente toccante trovo la sua lettura della Sinfonia N° 9 di Gustav Mahler, dove la magniloquenza del linguaggio mahleriano viene stemperata dalla visione asciutta, assolutamente non retorica e molto analitica di Carlo Giulini. Notazioni artistiche a parte (che comunque non fanno mai male) riconosco una compagine orchestrale dalle proporzioni perfette, priva di spigolosità o scompensi di qualsiasi genere. Tenute bene a distanza eventuali punte di artificiosità che possano rendere fastidioso o non sopportabile a lungo termine l'ascolto. Un po' di fatica d'ascolto, insieme alla perdita parziale dell'accattivante smalto timbrico, avviene quando si superano livelli di ascolto medio-alti. Inutile ribadire che le VEF Radiotehnika RRR Rigonda S FS-5.3 sono nate per l'alta fedeltà domestica e non per sonorizzare un campo di calcio, nell'ambito delle loro possibilità quello che è nelle loro possibilità sono in grado di farlo molto bene.

Ringrazio la milanese Hi Fi Direct per avermi concesso in prova una coppia di Rigonda!

Alfredo Di Pietro

Marzo 2015


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