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giovedì 17 luglio 2025 ..:: Preamplificatore MicroSound Technology XSP11 ::..   Login
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 Preamplificatore MicroSound Technology XSP11 Riduci

INTRO



Siamo in Lombardia e il detto milanese "Sota a ti se viv la vita, se sta mai coi man in man" (Sotto di te c'è la vita, non si sta mai con le mani in mano), vale anche per la MicroSound Technology, l'azienda di Misinto condotta da Carlo Colombo che oggi vanta un catalogo di apparecchi non enorme ma ponderato con grande attenzione. Nella sua produzione il progettista non ha mai voluto obbedire a quella filosofia che incentiva un continuo carosello di oggetti, che alla fin fine si differenziano non per la sostanza tecnica ma per dei piccoli dettagli, spesso estetici più che tecnici, dando al cliente l'impressione di un parco prodotti in perenne evoluzione. Non così per la nostra azienda, la quale conta attualmente "solo" cinque prodotti, ma ognuno curato sin nei minimi particolari, dove eventuali modifiche non sono certo di facciata ma obbediscono a precise desiderata tecniche e sonore. In casa MicroSound troviamo dunque il recente convertitore D/A CDA1, una tipologia di oggetto che con lo streaming musicale sta acquisendo sempre più una posizione di centralità, gli amplificatori integrati stereo AI60 e XAI20, il preamplificatore XSP11 e l'amplificatore finale di potenza monofonico SMA10.



Dell'XSP11 prima versione ne scrissi sul mio sito con dovizia di particolari nel gennaio 2022, ne risultò una recensione piuttosto elaborata, abbastanza "sofferta" dal punto di vista delle misure, ma niente affatto da quello degli ascolti, vista la personalità non sibillina del suo suono. Si formò allora in me l'idea, che a tutt'oggi permane, di un valente progettista audio non interessato alla ricerca di un'originalità a tutti i costi, buona semmai per fare da specchietto delle allodole, ma determinato a perseguire con tenacia ciò che veramente conta in un oggetto fatto per riprodurre la musica al più alto livello. Quando è apparsa sul mercato questa seconda versione dell'XSP11, ho capito che la mia personale vicenda con questa performante elettronica non poteva dirsi ancora conclusa. In realtà già nel ‎giugno ‎2022 avevo iniziato a lavorare su una seconda recensione, ma mi ero perso d'animo a causa di alcune difficoltà intervenute in corso d'opera, una sorta di sopraggiunta crisi che addirittura minacciava il prosieguo stesso della mia attività di recensore. Oggi quindi, risoltasi la sfavorevole congiuntura, riapro il capitolo bruscamente interrotto del preamplificatore XSP11 nuova versione.



Ho subito realizzato che il compito non era agevole e imponeva, se non una vera e propria comparativa tra vecchio e nuovo modello, sicuramente la necessità di dire in quale direzione quest'elettronica si fosse evoluta, partendo dal presupposto che non di rado l'"assassino", nel nostro caso il buon Carlo Colombo, torna sul luogo del delitto. Un raffronto che mi ha spinto a riformulare in qualche modo il mio ormai consolidato "modus operandi" recensorio, o, citando la nota espressione manzoniana, "A risciacquare i panni in Arno".




PREAMPLIFICATORE MICROSOUND TECHNOLOGY XSP 11
L'EVOLUZIONE DELLA SPECIE




CARATTERISTICHE E SPECIFICHE TECNICHE

Costruzione a moduli completamente Dual Mono

Il preamplificatore di base comprende due schede per gli attenuatori e due per gli amplificatori

Le seguenti PCB sono opzionali, non incluse e acquistabili separatamente (anche in seguito):
– Schede degli ingressi Phono MC/MM RIAA
– Schede per 8 ulteriori curve di equalizzazione Phono

Regolazione del volume tramite attenuatore passivo a relè con 128 passi di 0,75 dB

Manopola frontale di regolazione del volume e di selezione delle opzioni dei menu

Livelli di attenuazione memorizzati indipendenti per ogni ingresso

Configurazione di base: 3 ingressi AUX di cui 1 RCA e 2 XLR differenziali non sdoppiati

Uscite RCA e XLR differenziale

Banda passante a -3 dB: da 1,8 Hz a 750 kHz

CMRR ingressi differenziali AUX 2 e AUX 3: 90 dB

Guadagno massimo: 20 dB dai 3 ingressi ausiliari verso uscita RCA, 26 dB verso uscita XLR

Slew rate: 11 V/µs

Distorsione THD a 1 kHz da ingressi AUX (1-2-3):
0,00042% a 10 dBV d'uscita (3,162 Vrms)
0,00027% a 0 dBV d'uscita (1 Vrms)
0,00036% a -20 dBV d'uscita (0,1 Vrms)

Dimensioni cm: 48 x 26 x 10,5

Il telecomando IR, ricavato dal pieno di Palissandro Indiano, ha la manopola di regolazione volume, tasti selezione ingresso, Mute, On/Stand-by

Pannello anteriore con scritte incise in CNC, rilasciato in due versioni opzionali: Cromato a specchio oppure spazzolato e anodizzato Champagne

Inserti in rilievo e fiancate in pieno di vero legno massello di Palissandro Indiano

Completamente realizzato in Italia, non contiene schede pre-assemblate all'estero

Garanzia: 10 anni

Prezzo di Listino versione base: 7.499,00 €


CARATTERISTICHE DELLE SCHEDE OPZIONALI

Ingresso MM: RCA
Ingresso MC: Differenziale XLR
Phono MM: THD a 1 kHz: 0,00070%
Phono MC: THD a 1 kHz: 0,00199%
Phono MM: Crosstalk di 111,6 dB (Segnale sinistro - Residuale destro)
Phono MC: Crosstalk di 120 dB (Segnale sinistro - Residuale destro)
Phono MM/MC RIAA - Linearità: /- 0,25 dB da 20 Hz a 20 kHz
Phono MC CMRR (Common Mode Rejection Ratio): 90 dB
Phono MC EIN (Equivalent Input Noise): -133,3 dBV
Phono MM EIN (Equivalent Input Noise): -112,9 dBV
Dimensioni delle PCB: 150 x  52 x 40 mm


CURVE DI EQUALIZZAZIONE

1 – EMI HMV LP – 500R-16
2 – COLUMBIA LP – 500C-16
3 – DECCA 33 – FFRR LP – 500C-10.5
4 – NAB – 500B-16
5 – AES – 400N-12
6 – COLUMBIA 78 – 300N-16
7 – American 78 – 250N-6
8 – European 78 – 250N-0

Errore di linearità delle curve: +/-0,5 dB.
Dimensioni delle PCB: 150 x 42 x 15 mm

Prezzo per una coppia di schede: 899,00 €


LA LIVREA E ALTRI PARTICOLARI



Prima ancora di esaminare le specifiche tecniche dichiarate, di primo impatto l'occhio percepisce la diversità estetica rispetto al modello precedente. Disponibile nelle due versioni opzionali di cromato a specchio o spazzolato e anodizzato Champagne, sul pannello anteriore sono scomparsi i pulsanti "Select", "Mute" e quelli di scorrimento in su e in giù "↑ ↓", soppiantati da un più moderno encoder rotativo, mentre nella metà superiore permangono gli utili LED che indicano l'ingresso in quel momento funzionante. La metà inferiore reca i LED "IR", "Mute" e "On", è separata dalla superiore tramite un sottile inserto ligneo, in ebano nel vecchio XSP11 e in pregiato massello di Palissandro Indiano nel nuovo, rinomato per la sua durezza, resistenza e per l'estetica raffinata. Di questo nobile materiale sono fatti anche la manopola frontale che fa capo all'encoder, i fianchetti laterali e il corpo del telecomando. Nel segmento dell'inserto che intercorre tra la manopola e il display si notano tre minuti incavi circolari colorati di verde, bianco e rosso, suggestivi della bandiera italiana.



Un particolare non irrilevante, dovuto non a una tendenza sciovinistica ma a ricordare, con un certo orgoglio da parte di Carlo Colombo, che l'XSP11 è completamente realizzato in Italia e non contiene schede pre-assemblate all'estero. Anche la scritta che riporta il nome dell'azienda, posta in basso sul pannello anteriore e incisa in modalità CNC, risulta ora molto più visibile essendo di colore nero. Girando il telaio si accede alla vista del parco connessioni (Neutrik quelle di segnale), con la novità dell'implementazione di connessioni bilanciate, totalmente assenti nel modello precedente e ora presenti sul "PRE OUT", "AUX 2, AUX 3" e sull'ingresso "MC". Non presenti nel vecchio XSP11 (almeno nell'esemplare che ricevetti io), nemmeno i due Dip-Switch a sei posizioni relativi alla regolazione del carico visto dalla testina, che sull'ultimo modello ci sono e risultano piuttosto scomodi da usare perché incassati rispetto alla superficie del pannello. Va detto per onestà che potrebbe essere questa una scelta del progettista atta a proteggere da involontarie manomissioni gli interruttori a levetta. Un'altra interessante novità è l'esistenza sul pannello superiore dello schema circuitale a blocchi dell'XSP11, recante tra altri particolari anche gli stadi di guadagno, che così sono immediatamente visibili all'utente.



È facile in questo modo leggere il guadagno della sezione Pre Linea (20 dB), cui si aggiungono per la sezione MC 50+30 dB e per la MM 30+30 dB, portando il guadagno totale a 100 dB e 80 dB. Parrebbero valori esagerati, ma bisogna tenere presente che a questi vanno sottratti i 20 dB della RIAA passiva, arriviamo dunque a 80 dB e 60 dB. Sono valori di guadagno per'altro chiaramente leggibili sul display ruotando la manopola in senso destrorso per raggiungere la minima attenuazione (massimo guadagno). Altri dati significativi visibili nel diagramma sono il posizionamento della RIAA e della Multi-equalizzazione (che esamineremo nella pagina dedicata alle misure), entrambe passive, tra i primi stadi di guadagno e il secondo, che è comune alla sezione MM e MC. Indicata pure l'impedenza d'uscita, pari a 100 Ohm.




LE SPECIFICHE TECNICHE DICHIARATE



Come presagibile, se questa seconda versione dell'XSP11 ha un senso, anche dall'osservazione delle specifiche tecniche emergono delle differenze con la versione originale. Nell'economia di una circuitazione completamente Dual-Mono, risaltano le otto ulteriori curve di equalizzazione Phono a disposizione dell'utente, prima assenti, rammentando a chi legge che le schede Phono e Multi-equalizzazione Phono sono opzionali, nel rispetto della filosofia modulare di quest'elettronica, e ottenibili con un prezzo aggiuntivo. Niente tastini dicevo, ma una manopola frontale facente capo a un encoder che consente da sola la regolazione del volume, la selezione degli ingressi e delle varie opzioni dei menu (ho avuto cura di riportare in immagine tutto quello che si può vedere sul piccolo display). Identica la THD dichiarata dal costruttore sugli ingressi AUX 1-2-3, in entrambe le versioni dello 0,00042% con un'uscita di 10 dBV, mentre a 0 dBV si riscontra uno 0,00024% nella precedente versione a fronte di uno 0,00027% nella nuova, pochissima roba in realtà. Nelle specifiche viene introdotta un'ulteriore misura dove la fondamentale si trova a -20 dBV (0,1 Vrms), generante una THD dello 0,00036%. Diversa anche la banda passante a -3 dB: dalla precedente 3 Hz - 260 kHz si passa a una più estesa di 1,8 Hz - 750 kHz, come più veloce è lo Slew Rate, dove dai 20V/µs di passa agli attuali 11V/µs.


L'INTERNO



Anche alla cosiddetta "Visual Inspection" non sfuggono le diversità esistenti nella presente versione dell'XSP11. Analogamente alla prima versione, tutta l'elettronica è disposta su una grande scheda in cui sono impiantati i moduli relativi alle varie sezioni, due per gli amplificatori e due per gli attenuatori nell'XSP base, con la relativa componentistica, ponendo particolare attenzione al posizionamento in vista della riduzione delle interferenze reciproche. Molto curata come da filosofia del costruttore, ancor più su questa versione, è la sezione di alimentazione, che ha la sezione di filtraggio messa subito a ridosso della vaschetta IEC. Vengono adoperati tre dispositivi di conversione AC/DC MeanWell e un circuito di stabilizzazione. Sul lato "B" della scheda principale, al quale si accede smontando il pannello inferiore, ho trovato nell'esemplare datomi le due schede dedicate alle curve di equalizzazione dello stadio Phono. Una provvidenziale schermatura ripara lo stadio d'uscita dai disturbi EMI ed RFI. Nella circuitazione vengono impiegati in determinati punti, come la sezione di equalizzazione, dei performanti condensatori in solfuro di polifenilene (PPS).



Una soluzione di non comune riscontro è stata adottata per la regolazione del volume, basata su un commutatore resistivo a 128 passi di 0,75 dB ciascuno, formato da resistori combinati fra loro e governati da una logica di controllo programmata personalmente da Carlo Colombo. I relativi relè Comus 3563.1231.052 sono posti non su schede verticali, come sul primo XSP11, ma su un'unica orizzontale. Anche qui durante il funzionamento sono avvertibili dei lievi rumori, assolutamente non molesti poiché attenuati da un sistema che poi cessa di funzionare a regolazione ultimata. Presente la funzione "Mute", che si attiva automaticamente se si verificano dei problemi oppure su scelta dell'utente dal menu. Nei circuiti di amplificazione vengono utilizzati dei JFET Toshiba, compresa la sezione MM, e implementata la controreazione locale, mentre nella MC viene adoperato un circuito differenziale in ingresso basato su un amplificatore operazionale a bassissimo rumore, una scelta molto oculata viste le bassissime tensioni in gioco. Contribuisce certamente alla notevole silenziosità di questa sezione il contenitore di Mu-Metal in cui è posto il circuito, che garantisce un'efficace schermatura elettromagnetica.



Notevoli le differenze nella sezione di alimentazione, certamente più sofisticata e performante, dove troviamo non sei ma tre capacità di filtro e l'assenza del trasformatore R-Core. Vediamo invece i citati moduli AC/DC MeanWell.


UN'OCCHIATA AI COMPONENTI



A beneficio dei lettori tecnicamente curiosi, ho stilato come al solito una concisa sintesi di quanto riportato sui Datasheet di alcuni dei dispositivi che incontriamo nella circuitazione. L'Hi-Fi non di soli "rumors" vive, ma anche di precisi dati tecnici. Innanzitutto, nell'XSP11 il montaggio SMD la fa da padrone. Qualche cenno ad alcuni dei componenti utilizzati dunque non guasta, a cominciare dai già citati relè Comus 3563.1231.052, presenti in numero di sedici nella PCB dedicata alla regolazione del volume. Il Datasheet parla di contenitori DIP (Dual In-line Package) a 14 Pin di standard industriale, ad alta velocità e bassa potenza di pilotaggio, con diodo e schermatura elettrostatica opzionali, mentre le bobine sono disponibili da 5, 12 e 24 Volt. Accanto a questi notiamo la presenza di due microchip MCP 23S08, in buona sostanza dei "Port expander" che permettono di ampliare il numero di porte Ingresso/Uscita disponibili su un microcontrollore, utilizzando l'interfaccia I²C. Tali porte aggiuntive possono essere utilizzate per leggere o scrivere dati. Accanto ai due MCP 23S08 della Microchip vediamo altri due IC, questi prodotti dalla ST Microelectronics, gli ULN2803A, che contengono ciascuno otto transistor Darlington con emettitori comuni e diodi di soppressione integrati per carichi induttivi.



L'ULN2803A è dotato in particolare di un resistore d'ingresso da 2,7 kOhm per TTL e CMOS da 5 V. Sia l'MCP 23S08 che l'ULN2803A sono forniti in un contenitore DIP in plastica a 18 Pin con un terminale in rame e presentano il pratico PinOut d'ingresso/uscita opposto per semplificare il layout della scheda. I G6K-2F-Y, presenti nelle schede Phono e in quelle di Multi-equalizzazione Phono, sono dei relè a montaggio superficiale con dimensioni ridotte e profilo basso, ideali per risparmiare spazio sul circuito stampato. Il modello è subminiaturizzato, di soli 5,2 (A) × 6,5 (L) × 10 (P) mm e peso ridotto di 0,7 g. Sempre nelle due Phono Multiequalization Board c'è il Toshiba ULN2803APG, un IC similare all'ST Microelectronics appena visto. Dei MeanWell abbiamo già sommariamente parlato; nel preamplificatore MicroSound sono presenti nei modelli IRM-10-24 e IRM-10-5, differenti nel voltaggio gestito. Si tratta di alimentatori a corrente alternata/continua (AC/DC) con dimensioni ridotte e bassi consumi energetici, progettati per applicazioni che richiedono un'alimentazione di potenza ridotta, particolarmente apprezzati per la loro facilità d'integrazione nei circuiti stampati grazie alla forma compatta e al consumo energetico molto basso (dichiarato inferiore a 0,075 Watt).



Terminiamo la rapida carrellata con il Panasonic TX2-5V-1 e il WIMA MKP-Y2. Il primo un relè elettromagnetico e il secondo un condensatore RFI in polipropilene metallizzato (PP) in classe Y2.


IL TELECOMANDO



È molto bello, robusto e al livello della classe dell'apparecchio, una sorta di ciliegina sulla torta. La scheda elettronica e le tre batterie stilo sono alloggiate nello scavo praticato in un blocchetto di legno massello di Palissandro Indiano, materiale ugualmente impiegato nella manopola e nei sei rinvii collegati ad altrettanti microinterruttori montati sulla PCB. Come avviene sulla più grande manopola posta sul frontale dell'XSP 11, anche nel telecomando questa è solidale a un encoder rotativo con il quale è possibile gestire tutte le funzionalità. La trasmissione dell'impulso è a infrarossi e risulta piuttosto direttiva.

 

 

VAI ALLE MISURE--->


L'ASCOLTO


L'IMPIANTO

Giradischi Pro-Ject Debut II SE con fonorivelatore Denon DL 160
Preamplificatore Phono Grandinote Celio
Streamer WiiM A2 Pro AFC/Convertitore D/A MicroSound Technology CDA1
Diffusori Canton LE 109
Amplificatore finale di potenza EAM Lab PA2150
Amplificatore finale di potenza Rotel RB 1070
Cavi di segnale Supra Dual RCA e Kimber Hero
Cavi di potenza Fluxus Litz 900 FB/FF
Cavi di alimentazione Supra LoRad e Fluxus Alimentami


BRANI ASCOLTATI

- Shai Maestro - Solo: Miniatures & Tales: 3 Colors
- Pink Floyd at Pompeii - MCMLXXII (2025): Careful with That Axe, Eugene
- Blondshell - If You Asked For A Picture: Thumbtack
- Suzanne Vega - Flying with Angels: Flying with Angels
- Johannes Brahms: Complete Symphonies - Royal Concertgebouw Orchestra - John Eliot Gardiner
- Noemi - Nostalgia: Centomila notti
- Enji - Sonor: Eejiinhee Hairaar
- Elodie - Mi Ami Mi Odi: Thaurus
- Fleetwood Mac - Tusk (2015 Remaster) - Sara
- François Couperin: Troisième Livre de Pièces de Clavecin - Christophe Rousset - Blandine Rannou

È risaputo che la memoria acustica non aiuta e questo rende ancora più improbabile un confronto tra il suono dell'XSP11 che Carlo Colombo mi dette nel gennaio 2022 e la sua seconda versione, che ho avuto di recente tra le mani per il rifacimento delle misure e anche per qualche ascolto. Un tipo di memoria l'acustica che è inaffidabile da un giorno all'altro, figuriamoci a distanza di tre anni... Confido tuttavia nel fatto di essere avvantaggiato per aver ascoltato più volte tutta la produzione MicroSound Technology, da estimatore del marchio, anche nelle modifiche/evoluzioni realizzate nel tempo da Carlo Colombo. Dunque penso, forse immodestamente, di poter estrarre un distillato dell'imprinting sonoro che il progettista di Misinto ha voluto dare alle sue creature. Sono fermamente convinto che arrivati al momento dell'ascolto sia opportuno cogliere il qui e l'ora di ciò che abbiamo davanti e non tentare avventurosi agganci percettivi con un qualcosa che è ormai lontano nel tempo. Per una volta sarò breve, parlandovi delle impressioni ricevute dagli ultimi dieci album ascoltati su Qobuz. L'esordio con il pianista jazz israeliano Shai Maestro mi riporta a sensazioni familiari, ritrovo il conforto di una riproduzione tempestiva nei transienti e luminosa.

Il corpo dello strumento si manifesta solido, con un completo corteo di armonici che gli ruota intorno. Ottimamente registrato, Careful with That Axe, Eugene è un preclaro esempio di Space Rock, che trova una sicura origine nella musica psichedelica. Ben inquadrati nel loro spazio sonoro si presentano l'organo suonato da Richard Wright e il basso di accompagnamento che esegue una sola nota, il re, in ottava. Si staglia all'improvviso l'urlo inspirato del bassista Roger Waters. If You Asked For A Picture della bella e brava Blondshell è un'altra novità editoriale, mi riporta sulla terra con le sue sonorità acustiche, naturali e generose, dove apprezzo un comportamento dinamico non forzato, genuinamente smagliante. Proseguo con la voce femminile di Suzanne Vega nell'album Flying with Angels, dal quale ascolto l'intenso brano omonimo, che un po' mi ricorda certe accorate "song" della grande Stevie Nicks. Le tonalità timbriche sono delineate con calore, seguendo l'onda del sentimento. Anche nel successivo brano, questo sinfonico, il sublime Un poco allegretto e grazioso dalla prima sinfonia di J. Brahms, disco "Johannes Brahms: Complete Symphonies - Royal Concertgebouw Orchestra - John Eliot Gardiner", mi riconcilio con il piacere di sentire un suono estremamente sano, integro, che non presta il fianco a critiche di sorta.

Mi lascio in questa carrellata di brani trasportare dalle suggestioni che suscitano in me, confidando nelle mie capacità intuitive: non è affatto facile estrapolare il suono di un apparecchio messo a suonare insieme ad altri. Provo allora a collegare un altro preamplificatore, il mio Advance Acoustic MPP 202, senz'altro un buon oggetto ma non all'altezza dell'XSP11, giusto per vedere cosa succede. Si perde soprattutto quel tappeto di particolari, quel dettaglio fine in cui i MicroSound Technology sono campioni, ecco quello che succede. Riattacco dopo una quindicina di minuti il protagonista della nostra prova senza più scollegarlo. In una scaletta di pezzi che ho deliberatamente voluto alternativa, è la volta di Noemi con il brano Centomila notti dall'album Nostalgia. La prestazione sonica qui emerge energica, impressiva e pulsante, come avviene nel successivo Eejiinhee Hairaar di Enji, al secolo Erkhembayar Enkhjargal, cantante e cantautore jazz mongolo che non ho trovato di particolare interesse artistico, anche se il disco è ben registrato, con una bella gamma bassa, corposa e rotonda. Mai mi sarei aspettato di includere un pezzo di Elodie in una mia lista brani, ma oggi mi gira così. Dall'album Mi Ami Mi Odi ascolto Thaurus, lo trovo abbastanza piacevole seppur scontato, con quell'architettura tipicamente e ripetitivamente Contemporary R&B che mi entusiasma poco o punto.

Devio allora la mia attenzione su quelle caratteristiche riproduttive presumibilmente attribuibili all'XSP11, dribblando le artistiche. Mi rifaccio subito con Sara, stupenda canzone contenuta nell'album Tusk dei Fleetwood Mac. Ogni cosa qui contribuisce a deliziarmi, il sensuale timbro vocale di Stevie Nicks, gli arrangiamenti e l'indole squisitamente Soft Rock del noto gruppo anglo-statunitense che, ricordo sommessamente a chi legge, ha riscosso un enorme successo a livello mondiale, con oltre 100 milioni di album venduti, tra l'altro inserito nel 1998 nella Rock and Roll Hall of Fame. Ritorno in un empito "riparatorio" alla mia forte passione per il genere classico, concludendo questa sessione definitiva di ascolti con il doppio CD François Couperin: Troisième Livre de Pièces de Clavecin - Christophe Rousset - Blandine Rannou. Lo ascolto per intero (e non potrei fare diversamente), rapito dall'incanto sonoro di brani come "L'Engageante. Agréablement, sans lenteur", "Le Rossignol-en-amour. Lentement et très tendrement, quoique mesuré" o "Les Petites chrémières de Bagnolet". Buona vita con il MicroSound Technology XSP11!


Alfredo Di Pietro

Maggio 2025


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