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 Amplificatore integrato stereo MicroSound Technology Ai60 Riduci

INTRO

La brianzola MicroSound Technology prosegue la sua meritoria opera di affinamento e ampliamento della produzione, che oggi comprende sette oggetti: il preamplificatore/amplificatore per cuffia XSP 10.0, il preamplificatore modulare XSP 11, il preamplificatore Single Ended A Arhat 1, l'amplificatore stereo integrato Ai60 (oggetto della prova odierna), l'amplificatore finale di potenza monofonico SMA-10 e gli stereo MSA 11, AP100ST, AP200ST. È una produzione "in fieri" sottoposta a un processo di decantazione, proprio come si fa per un buon vino, mirato a perfezionare quelle doti che qualificano un oggetto come "Hi-End", termine oggi sin troppo abusato. Come per ogni oggetto da lui concepito e manufatto, il titolare dell'azienda Carlo Colombo rimane fedele ad alcuni principi cardine, per lui irrinunciabili, che ho avuto modo di elencare nella mia recensione dell'XSP 10.0 (novembre 2023), e che qui sintetizzo nei quattro termini di semplicità, qualità, elevate prestazioni sia strumentali che all'ascolto e nessun componente NOS, che, per chi non lo sapesse, è l'acronimo di New Old Stock, riferito a dei componenti invecchiati, invenduti e ancora nuovi nella confezione originale. Carlo Colombo emerge quindi come un vero perfezionista, impegnato in una continua evoluzione dei suoi progetti.

Per inciso, non molto tempo fa ho avuto occasione di ascoltare a casa sua un prototipo del formidabile finale di potenza AP200ST che, in abbinamento con il preamplificatore XSP 11, il lettore di rete WiiM Pro-A2FC e il DAC Silence Lab, pilotava due sistemi di altoparlanti Silence Lab, altro nome eccellente dell'Audio, con risultati che a me sono parsi strepitosi in termini di lucidità timbrica, velocità sui transienti (anche i più violenti), dinamica e bassa distorsione, vale a dire quella dote che porta ad alzare sempre più il volume senza essere poi costretti a riportarlo indietro se non oltre livelli di pressione elevatissimi. Questa è una recensione per lungo tempo meditata, in cui è stato arduo evitare di tornare sul luogo del delitto, nello sforzo di non fare qualcosa di sbagliato o troppo approssimativo. Il MicroSound Technology Ai60 non lo merita. Un'altra cosa che tengo a precisare è che la mia posizione di "blogger", termine che in realtà non gradisco preferendo a questo quello da me coniato di "appassionato un po' grafomane", mi consente una grande libertà d'azione in tutto ciò che scrivo, anche nell'esternazione di eventuali preferenze e/o amicizie sviluppate nel corso della mia attività. Il sito Non solo audiofili d'altronde non ospita né mai ospiterà pubblicità, essendo una sorta di confessionale, un diario di bordo delle mie navigazioni audiofile e musicali.


AMPLIFICATORE INTEGRATO STEREO MICROSOUND TECHNOLOGY Ai60
LE RAGIONI DI UN PROGETTO


Mancava, in effetti, un oggetto nella produzione del marchio brianzolo che facesse da comprimario a quelli già esistenti, un amplificatore integrato, tra pre e finali, volto a colmare una lacuna o, se vogliamo, a rappresentare la naturale prosecuzione di un discorso iniziato anni or sono. Come dichiara lo stesso progettista, l'amplificatore integrato Ai60 nasce per lanciare il marchio MicroSound Technology non solo nella fascia degli apparecchi costosi ma anche in quella "entry level", nella fattispecie intesa come orientamento su un costo non basso in assoluto, ma dotato di un rapporto qualità/prezzo molto favorevole per l'acquirente. Entrando in particolari tecnici, la sezione di amplificazione presente nel preamplificatore dell'Ai60, che è a configurazione modulare, è la medesima di quella implementata nell'XSP 11, con la differenza che la regolazione del volume è a stato solido, digitale, effettuata con l'IC Muses 73230, mentre nell'XSP 11 è a relè e resistori. In questo stadio sono presenti dei JFET Toshiba
. La manopola del volume non interviene regolando un potenziometro resistivo, come avviene nella maggioranza degli apparecchi, poiché nella casa di Misinto si è voluta evitare la non linearità intrinseca di quelli analogici logaritmici.

Una non linearità intesa come la differenza tra una rotazione dal minimo al massimo del potenziometro che dev'essere poi convertita proporzionalmente in un valore resistivo equivalente, ma basato sulla funzione logaritmica e questo per le due sezioni del potenziometro. Il fenomeno viene definito "Gang error" ed è tipicamente di 3 o 5 dB. Ecco spiegata la scelta della MicroSound, che ha propeso per l'impiego di un attenuatore, comunque completamente analogico, ma a stato solido, basato su resistori e MOSFET e azionato digitalmente da un microcontrollore. Questo, essendo completamente indipendente per i due canali, fornisce anche la possibilità di bilanciare a piacimento il segnale (funzione Balance), nonché di poter effettuare l'attenuazione automatica, la quale viene appunto implementata all'uscita della funzione "Mute". Per ultimo, apre alla possibilità di un controllo remoto del volume. La scelta di conservare la sezione di amplificazione dell'XSP 11 è stata in buona sostanza dettata dalla sua grande musicalità.

La sezione finale di potenza presenta invece un "layout" nuovo, appositamente sviluppato per quest'apparecchio, che è configurato in "Current Feedback" (Controreazione di Corrente), un tipo di circuitazione che assicura una riproduzione ad ampia larghezza di banda, alta velocità, ottima risposta transitoria e rende anche una grande trasparenza acustica su tutto l'ambito di frequenze. È basata su un'idea del valente progettista audio Claudio Tavazzani, un ingegnere di lungo corso che occasionalmente collabora con MicroSound Technology. L'impedenza nel punto di controreazione è limitata, con il risultato di uno spostamento di fase molto basso. Inoltre, diversamente dall'amplificazione in controreazione di tensione, quella in controreazione di corrente rende l'amplificatore insensibile al carico del diffusore, che è notoriamente critico. Per i dispositivi finali di potenza si è optato per i MOSFET (acronimo di Metal-Oxide-Semiconductor Field-Effect Transistor), montati su schede separate
comunemente conosciuti come transistor a effetto di campo. Carlo Colombo nel corso dei nostri incontri mi ha spiegato il funzionamento della circuitazione e il suo "iter", rilasciandomi anche lo schema CAD.

In questo sono chiaramente indicati gli IC utilizzati, la cui identità il progettista ha voluto tuttavia coprire con una sorta di "Non disclosure agreement". Bene, non è la prima volta che mi capita d'incontrare questo tipo di comportamento e ne capisco perfettamente le ragioni. Posso soltanto dirvi che tali IC rappresentano il meglio della produzione odierna, e tanto basta. Nella versione iniziale non si era pensato a dotare l'Ai60 di un'uscita cuffia, ma sulla base delle tante richieste ricevute è stata poi messa, in realtà non solo questa ma anche l'uscita "Pre Out" e l'ingresso "Amp In". Quest'ultimo consente il pilotaggio della sezione finale di potenza interna tramite un preamplificatore esterno (così come il Pre Out rende possibile il pilotaggio di un finale esterno con la sezione preamplificatrice interna dell'Ai60). Per la gestione delle cuffie non sono previsti degli amplificatori operazionali dedicati, ma il segnale viene prelevato dalla sezione finale di potenza, con l'interposizione di un opportuno partitore di tensione. Non si tratta a mio parere di un comodo e furbo ripescaggio di segnale, ma un modo per mantenere sull'uscita cuffia le medesime qualità soniche offerte ai Binding-Post dei diffusori.

Particolare interessante: il "Pre Out" e l'"Amp In" presentano sempre il segnale sui connettori, non essendo previsto l'utilizzo di ponticelli esterni, come si faceva una volta, il collegamento avviene quindi mediante un relè interno. Quando questo è chiuso, sui quattro RCA è comunque presente il segnale che va dal pre al finale, così da poter essere utilizzato per un eventuale subwoofer. Robusta l'alimentazione, che può contare su un trasformatore toroidale da 500 VA, con una capacità complessiva di filtro pari a 60.000 μF. Sull’alimentazione, sono stati utilizzati raddrizzatori a diodi Schottky per minimizzare i disturbi di commutazione. Per quanto riguarda la componentistica, come da filosofia della casa, nonostante l'attenzione al contenimento del prezzo non si è certo lesinato sulla qualità, essendo esattamente la stessa utilizzata nella linea di produzione dichiaratamente Hi-End. Sono assenti prodotti di marchi cinesi, una scelta che appare in forte controtendenza con l'odierna e motivata dal fatto che, se da un lato è vero che buona parte dei componenti elettronici sono di tale provenienza, moltissimi di essi (se non tutti) secondo Carlo Colombo sono di qualità discutibile. Nel corso delle nostre amichevoli (ma pregne) chiacchierate si è sempre dimostrato fermo nel voler adoperare una componentistica di qualità al di sopra di ogni sospetto.

L'Ai60 si profila, dal punto di vista delle capacità di pilotaggio, come "plenipotenziario", cioè in grado di governare adeguatamente ogni tipo di sistema, quelli basati su altoparlanti magneto-dinamici sicuramente, ma anche gli ostici elettrostatici, la cui impedenza crolla tipicamente su valori quasi improponibili in alta frequenza, in taluni casi molto vicina al cortocircuito. Al Roma Hi-End 2023 ha pilotato egregiamente, mi racconta Carlo, una coppia di Final Audio Model 15, che sono appunto delle elettrostatiche. Come tutti i finali di potenza MicroSound Technology, requisito fondamentale è proprio la capacità di pilotare senza problemi qualsiasi sistema, senza che il carico (il diffusore) possa influenzare l'impostazione timbrica dell'elettronica. Un suono che si è voluto in sede di progetto trasparente, neutro, dettagliato, in grado di portare intonso al diffusore il segnale in uscita dal preamplificatore con le sue caratteristiche originali, questo su qualsiasi diffusore e nella stessa maniera. È stato previsto un valido preamplificatore Phono MM (opzionale), dotato di equalizzazione RIAA totalmente passiva, realizzata
con condensatori al Solfuro di Polifenilene (PPS) al 2% e resistenze a film sottile allo 0,1%. Un ingresso phono che è accoppiato in corrente alternata per ridurre il "rumble" ed eliminare quelle vistose oscillazioni che si verificano sui woofer dei diffusori nella riproduzione di vinili ondulati. Il suo schema è mutuato dall'XSP 10.0. Molto semplice l'installazione, realizzata mediante una scheda da inserire internamente all'apparecchio, dietro l'ingresso AUX 1.

È prevista l'eliminazione di due ponticelli prima del suo inserimento. Ricordiamo che, classicamente, la deenfasi RIAA si ottiene alterando il guadagno della sezione di preamplificazione Phono e applicando una retroazione non lineare nell'andamento in frequenza. Il vantaggio è di guadagnare 20 dB sul rumore, poiché l'equalizzazione RIAA attenua il segnale di 20 dB a 1 kHz. L'Ai60 è venduto direttamente dal produttore, senza intermediazioni, negozi o realtà esterne al marchio stesso sulle quali appoggiarsi, a tutto vantaggio del contenimento del costo finale. La garanzia, infine, è di due anni, come da legge europea, ai quali vengono aggiunti otto anni, con il diritto di recesso, che è previsto dalla normativa legislativa degli acquisti su Internet, nei quali non si ha la possibilità di una valutazione preventiva all'acquisto. Un discreto numero di mesi e di prove, con i conseguenti aggiustamenti di tiro, ci sono voluti per mettere a punto il progetto dell'Ai60. Volendo anticipare le impressioni d'ascolto, si può dire che in quest'integrato le caratteristiche tecniche sono mirate a ottenere una riproduzione del segnale di grande purezza e con un rumore estremamente basso, due fattori cruciali che consentono l'emersione dei più fini dettagli sonori presenti nei brani, quei cosiddetti "microsuoni" (da cui il nome del marchio) che si perderebbero a causa dell'effetto mascherante generato dal rumore e dalle distorsioni.


DESCRIZIONE DELL'Ai60



SPECIFICHE TECNICHE

- Classe di lavoro AB
- 3 Ingressi analogici RCA selezionabili, commutati a relè
- 1 Ingresso differenziale analogico XLR, commutabile a relè
- 2 Uscite RCA segnale preamplificatore
- 2 Ingressi RCA amplificatore finale di potenza
- Uscite di collegamento Binding Post per i diffusori Destro e Sinistro
- Uscita cuffia frontale con Jack 6,3 mm
- Sezione preamplificatore da 20 dB di guadagno
- Regolazione del volume a stato solido da -125 dB a 0 con passi da 0,5 dB per i due canali mediante circuito   integrato MUSES 72320
- Regolazione bilanciamento integrata nella regolazione volume
- Funzione Mute
- Commutazione ingressi tramite relè Panasonic elettromeccanici.
- Uscita preamplificatore e ingresso amplificatore tramite connettori posteriori, selezionabile da menu.
- Funzione Stand/By
- Manopola multifunzionale sul pannello anteriore con tasto
- Telecomando con le funzionalità: Stand/By/Volume +-/Selezione ingresso/Mute.
- Circuito stampato principale in 4 strati
- Amplificatore di potenza Push-Pull in Current Feedback a MosFet Drain-Output.
- Potenza in uscita minima: 60W/8Ω - 120W/4Ω - 200W/2Ω
- Distorsione massima THD a 1 kHz alle potenze dichiarate: 0,03%
- CMRR 70 dB minimi su ingresso differenziale
- Protezioni: temperatura canali destro e sinistro, tensione continua in uscita, clipping in tensione e corrente.
- Canali destro e sinistro completamente indipendenti, Dual Mono
- Montato e saldato completamente a mano in Italia
- Progettato interamente in Italia all'interno di MicroSound Technology
- Componentistica elettronica di classe elevata reperita principalmente in USA
- Contenitore con pannelli in alluminio e dissipatori esterni laterali
- Dimensioni: Larghezza 340 mm - Profondità 340 mm - Altezza 120 mm
- Temperatura di lavoro: -10/+40 °C
- Assorbimento massimo: 500 VA
- Assorbimento in Stand/By: 0,6 W
- Peso: 10 kg

 

Prezzo Amplificatore Integrato Ai60: 3.899 €
Prezzo Scheda Phono opzionale: 339,00 €




L'esemplare consegnatomi per la recensione presentava una bella finitura in Silver effetto spazzolato, ma l'Ai60 può essere rilasciato anche in quella nera, che magari alcuni utenti potranno preferire a quella in argento. Compatto e discretamente pesante, la sua larghezza di 340 mm è minore rispetto ai canonici 42 centimetri e passa. Trasmette inoltre un senso di grande robustezza a chi lo maneggia, con i suoi grandi dissipatori esterni.
Sul pannello frontale, da sinistra, troviamo il display alfanumerico blu multifunzione che indica le varie impostazioni, sormontato da due indicatori a LED: uno blu "IR" e l'altro rosso "ERR". Il primo quando acceso segnala il ricevimento di un segnale dal telecomando, mentre in modalità "Stand-By" (risparmio energetico) lampeggia, indicando la presenza dell'alimentazione di rete. Il LED "ERR" lampeggia in presenza di picchi in cui il segnale d'uscita diretto ai diffusori ha raggiunto la massima tensione disponibile (Voltage Clipping) oppure la massima corrente erogabile. Se invece di lampeggiare il rosso è fisso, vuol dire che l'apparecchio è nello stato di errore stabile e il suo funzionamento viene disabilitato. Segue la manopola, che fa capo a un "Encoder"; a ogni sua pressione si seleziona una diversa funzione, mentre ruotandola nel normale funzionamento regola il volume di riproduzione. Sulla destra, infine, troviamo il connettore Jack Stereo da 6,3 mm per il collegamento di una cuffia.



Passando al lato "B" del nostro integrato, sempre iniziando da sinistra, troviamo una coppia di connettori RCA per ricevere il segnale a basso livello (AMP IN - massimo 2 Volt RMS) da un'unità esterna di preamplificazione e un'altra coppia di RCA d'uscita con il segnale di basso livello generato dal preamplificatore interno (PRE OUT). Seguono i connettori d'ingresso per quattro diverse sorgenti: L'AUX 1, che può montare opzionalmente un modulo di preamplificazione Phono MM (Magnete Mobile), normalmente non presente ma installabile su richiesta del cliente, poi tre ingressi di livello linea (AUX 2 - AUX 3 - AUX 4) i primi due di tipo sbilanciato RCA e il terzo bilanciato XLR. Sull'estrema destra c'è un connettore per il filo di terra destinato a un eventuale giradischi analogico. La parte superiore del pannello reca ai due lati i Binding-Post multifunzione (banana, forcella e cavo spellato) per il collegamento dei diffusori, al centro troviamo la vaschetta IEC di alimentazione di rete a 230 Volt AC con portafusibile, comprensiva di un interruttore luminoso che quando illuminato di rosso indica lo stato di acceso o di Stand-By.




L'UTILIZZO



Lungi da me l'intenzione di trasformare questa recensione in una scopiazzatura del manuale utente, ma credo che all'eventuale utilizzatore interesserà capire il funzionamento non banale di quest'integrato, che ha una complessità ben maggiore di quella che aveva un oggetto degli anni '70 o '80, come il NAD 3020B che attualmente staziona sul ripiano del mio mobile. Una volta acceso, l'Ai60 esegue un autocontrollo d'inizializzazione in sei fasi, dopo che è apparso il nome e il numero di versione. La prima è contrassegnata con il termine "Inrush", la seconda "Power On", la terza "Amp check OK", la quarta "In enable", la quinta "Out enable" e la sesta "Init done OK". All'accensione l'attenuatore viene impostato di "default" a -50 dB (nella riga sottostante viene indicato l'ingresso selezionato), questo consente un avvio in tutta sicurezza poiché, sottraendo i 20 dB di guadagno della sezione preamplificatrice, il segnale d'ingresso arriverà alla sezione finale di potenza attenuato di 30 dB. Per la regolazione del volume si hanno due possibilità, muovendo lentamente la manopola si procede per scatti di 0,5 dB, girandola invece rapidamente questi sono incrementati a 1 dB.



Praticamente tutto viene gestito da questa manopola multifunzione, pure l'entrata e l'uscita dallo stato di "Stand-By", la cui attivazione è segnalata dal lampeggio del LED "IR". Partendo da qui, se la premiamo brevemente otteniamo l'accensione dell'apparecchio, mentre una pressione prolungata (di oltre cinque secondi) lo fa passare dallo stato di accensione a quello di Stand-By. A ogni pressione della manopola corrisponde l'attivazione di una diversa funzione. La prima riguarda il Mute, cioè l'azzeramento del segnale in uscita, che viene attivato ruotando la manopola a destra di due scatti, se invece si gira verso sinistra tale funzione viene disattivata. Una volta scelta l'opzione desiderata, premendo la manopola si valida la richiesta, la funzione viene attivata e il display ritorna nella funzione di "Default". Una seconda pressione consente di selezionare l'ingresso, salendo man mano da AUX 1 a AUX 4 se ruotiamo la manopola verso destra, percorso invece a scendere se la giriamo verso sinistra. Anche per questa funzione, come per tutte le altre, la validazione avviene premendo la manopola, dopodiché viene effettuato il cambio d'ingresso e il display torna nella visualizzazione preimpostata.



Con la terza pressione possiamo abilitare o disabilitare l'uscita cuffia, tenendo presente che nel funzionamento normale questa è inattiva, il procedimento di attivazione o disattivazione è il medesimo delle funzioni precedenti, con la rotazione di due scatti in senso orario o antiorario. Se quest'uscita è funzionante verranno disattivati i diffusori, mentre inserendo semplicemente il Jack nell'apposito connettore non si otterrà automaticamente l'attivazione dell'uscita, ma ciò potrà avvenire unicamente tramite la funzione dedicata del menu. Una quinta pressione porterà alla funzione del bilanciamento canali, se questo è nello stato centrale (stesso livello su entrambi) sarà visualizzato il messaggio "Balance R=L", se invece è spostato verso uno dei due canali sarà indicato il lato relativo. A differenza delle altre funzionalità, il Balance viene modificato in tempo reale ruotando la manopola verso destra o sinistra, senza attendere la pressione di conferma. La quinta pressione tornerà utile a quell'utente che desidera adoperare una preamplificazione esterna, il display indicherà nella riga superiore "Select EXT I/O", mentre la riga sottostante lo stato attuale della connessione, preimpostata di fabbrica su "INTERNAL I/O". Tale dicitura indica la presenza della connessione interna (tramite relè) che unisce l'uscita del preamplificatore integrato all'ingresso del finale di potenza integrato.



Come dicevamo prima, sulla coppia di connettori RCA "PRE OUT" è sempre presente il segnale in uscita dal preamplificatore interno, indipendentemente dallo stato di questa funzionalità, c'è dunque la possibilità di prelevare il segnale audio di basso livello per pilotare un finale di potenza esterno o un subwoofer. Una funzionalità di semplice visualizzazione è quella alla quale si accede con la sesta pressione, si potranno così conoscere le temperature dei dissipatori, che vengono costantemente monitorate dal sistema digitale di controllo e indicate in gradi Celsius. Nota bene: se all'interno di una qualsiasi funzione non si preme nessun tasto per cinque secondi, il programma torna alla visualizzazione di "Default". Al momento dell'accensione viene automaticamente selezionato l'ingresso scelto in precedenza e impostato l'attenuatore a -50 dB, con l'interessante particolare che il volume regolato su ogni singolo ingresso viene ricordato all'interno della stessa sessione di lavoro, passando quindi da un ingresso a un altro verrà ripristinato l'ultimo volume utilizzato. Inoltre, scegliendo l'uscita cuffia l'apparecchio viene messo automaticamente in modalità "Mute", ciò avviene anche deselezionandola, stessa cosa succede nella modalità "Select I/O".



Tutto rimane quindi sotto l'egida della logica di controllo, la quale verifica costantemente il corretto funzionamento degli amplificatori finali di potenza. In particolare, viene monitorata separatamente la temperatura di entrambi i dissipatori, la presenza di tensione continua in uscita oltre i +/- 3 Volt, il segnale in uscita al clipping di tensione e a quello di corrente. Il led "ERR" sul pannello anteriore indica la presenza di una di queste anomalie di funzionamento. Il raggiungimento temporaneo del clipping in tensione o corrente viene segnalato dal suo lampeggio, quando invece tale clipping permane per un tempo eccessivo (di qualche secondo), la logica di controllo interviene disabilitando il segnale in ingresso, il segnale in uscita e spegnendo l'alimentatore di potenza. In tal caso, per ripristinare il normale funzionamento sarà necessario spegnere l'apparecchio mediante l'interruttore generale posteriore, attendere una decina di secondi e riaccenderlo. Si possono a questo punto prospettare due casi: per non incorrere nel clipping di tensione o corrente basterà non alzare il volume allo stesso livello che ha creato il blocco, se invece questo è avvenuto per l'eccessiva temperatura dei dissipatori, non sarà necessario spegnere e riaccendere l'Ai60, poiché esso si riavvierà in autonomia quando i dissipatori avranno raggiunto una temperatura di sicurezza.



Alla riaccensione viene eseguito un completo Auto-Test, che, se superato, garantisce il corretto funzionamento dell'amplificatore di potenza. In dotazione all'integrato è fornito un telecomando, ben funzionante ma che spero possa essere in futuro migliorato nel suo involucro, tramite il quale può essere regolato il volume, in aumento e decremento, con i tasti che indicano l'altoparlante abbinati a "+" e "-", la funzione "Mute", attivabile premendo il tasto centrale del "Jog" a quattro pulsanti e disattivabile premendolo nuovamente, il cambio dell'ingresso, effettuabile con i tasti destro e sinistro del Jog (a destra in incremento, a sinistra in decremento). È possibile gestire anche lo Stand-by mediante il tasto rosso. Premendolo quando l'apparecchio è in Stand-by si ottiene l'accensione.

 

 

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THE PERFECT MATCH
L'ASCOLTO


L'IMPIANTO

 



Lettore di rete WiiM Pro-A2FC
Giradischi Thorens TD 318 con fonorivelatore MM Goldring E3 Violet
Lettore CD Rotel RCD-1070
Amplificatore integrato stereo MicroSound Technology Ai60
Diffusori Canton LE 109
Diffusori Wharfedale Diamond 12.3
Diffusori Pylon Opal Monitor
Diffusori Lonpoo LP-42
Cuffia Sennheiser HD 600S
Cavi di segnale Supra Dual RCA - Kimber Hero - Audio Quality
Cavi di potenza Fluxus Litz 900 FB/FF
Cavi di alimentazione Supra LoRad e Fluxus Alimentami


ALBUM ASCOLTATI

- Johann Sebastian Bach - Alio Modo - Amaya Fernández Pozuelo, harpsichord
- Ludwig van Beethoven - Piano Sonatas Op. 90, 101, 109, 110 - Dina Ugorskaja, pianoforte
- J.S. Bach - András Schiff - Clavichord
- Stevie Nicks - The Other Side of the Mirror
- Age to Age - Amy Grant
- Ashanti - Come2me
- Bob Mintzer Quartet - Quality Time
- Pat Metheny - Dream Box
- Esbjörn Svensson Trio - Seven Days of Falling
- Gioacchino Rossini - Six Sonatas for Strings - Chamber Orchestra Kremlin - Misha Rachlevsky
- Georg Philipp Telemann - Tafelmusik - Complete - Musica Amphion - Pieter-Jan Belder
- Pierre Boulez - Mahler Symphonie N. 8 - Staatskapelle Berlin
- Billy Cobham - The Best of Billy Cobham
- Charly Antolini - Knock Out 2000
- Dave Weckl - Master Plan
- Emerson Lake & Palmer - Brain Salad Surgery
- Van Der Graaf Generator - Pawn Hearts
- Jethro Tull - Thick as a Brick


Mentre scrivo queste note ho di fronte a me un vecchio amplificatore integrato NAD 3020B, accanto c'è il nostro MicroSound Technology Ai60. Un accostamento che potrebbe sembrare un po' provocatorio se non balzano: cosa può accomunare una gloria vintage a un modernissimo e sofisticato integrato come l'Ai60? Il primo, lanciato inizialmente nel 1978, dotato di una potenza di targa di soli 20 Wrms, è entrato nella leggenda per le sue qualità sonore (oggi appare come un valvolare "en travesti") e per la capacità di pilotare con apparente nonchalance qualunque tipo di carico, tanto da diventare l'amplificatore più venduto nella storia dell'alta fedeltà. Del secondo non ho praticamente null'altro da dire perché l'ho rivoltato come un calzino, basti qui riaffermare la sua siderale distanza tecnologica dal brutto anatroccolo, come qualcuno definì il New Acoustic Dimension. Eppure, qualcosa in comune hanno, parlo di quel forte "feeling" che sono in grado di trasmettere e che li rende subito riconoscibili. E Carlo Colombo in questi anni si è impegnato a costruirsene uno tutto suo, mattone su mattone.

Con perseveranza e pazienza ha affinato le sue elettroniche sino a raggiungere quelle desiderata condensate nel termine "microsuoni", un qualcosa di apparentemente quasi inavvertibile ma che tanto contribuisce alla restituzione di un segnale integro nel suo corredo armonico e nei particolari più fini. Se una buona riproduzione deve avvicinarsi quanto più possibile alla registrazione, questo elemento non va assolutamente trascurato. L'elenco di album che ho stilato fa parte della prova d'ascolto conclusiva ma non è che la minima parte di quello che ho sentito nel tempo di permanenza, non breve, dell'Ai60 in casa mia. Se a qualcuno potrò sembrare un fanatico delle misure, in realtà attribuisco altrettanta importanza agli ascolti, se non di più. Anche le citate Canton LE 109 sono state affiancate ad altri sistemi, piccoli e meno piccoli, insieme alle Wharfedale Diamond 12.3 gentilmente prestatemi da un amico per qualche giorno. Non ho disdegnato collegare ai morsetti del MicroSound anche dei piccoli sistemi due vie estremamente economici, come le Lonpoo LP-42, che tanto clamore per qualche tempo hanno suscitato sui Social e sui Forum Audio. Nell'ascolto del clavicembalo, album Alio Modo, emerge una rara capacità di restituire intonso quel timbro "elettrico" che contraddistingue lo strumento a corde pizzicate.

Vengono resi a meraviglia quei piccoli sbalzi microdinamici che rendono il suo suono di questo strumento vivo e vitale, caratteristicamente un po' pungente, sempre ben lontano da approssimazioni. Di tastiera in tastiera, passo al pianoforte di Dina Ugorskaja, meravigliosa interprete tedesca di origine sovietica, figlia del grande Anatol Ugorski, che si cimenta in modo commovente con le ultime sonate beethoveniane. Mi chiedo cosa sarebbe di quegl'improvvisi trasalimenti espressivi, di quel tocco così ben calibrato, se al posto del nostro integrato ci fosse un'elettronica scialba e piatta. Ma qui chiudo gli occhi e dimentico tutto, di fronte a una musica di tale grandezza, è solo e soltanto lei che deve emergere e l'Ai60, con discrezione si fa da parte, umile messaggero di tanta bellezza. Di questa pianista vi consiglio anche la toccante interpretazione delle "Suites for Piano" di Georg Friedrich Händel. Anche il timbro piuttosto tenue del clavicordo, ma molto ricco di armonici, è salvaguardato nella sua integrità. Il CD "J.S. Bach - András Schiff - Clavichord" rappresenta un test molto eloquente in tal senso perché in questo strumento, detto anche Tangent Piano, la corda è colpita a una sua estremità, eccitando una gran quantità di armonici.

Altro classico "topos" delle prove audiofile è la voce femminile (ma anche maschile), qui incarnata da Stevie Nicks, Amy Grant e Ashanti. La prima in particolare mi ha colpito, con il suo distintivo timbro vocale, intenso e ammaliante. Per chi non la conoscesse, consiglio l'ascolto del brano "Sara" o "Beautiful Child", dall'album Tusk dei Fleetwood Mac; impossibile non rimanere completamente incantati. L'Ai60 ha una personalità neutra, assolutamente non invasiva o caratterizzante il suono, che consegna con grande rispetto ai diffusori o a una cuffia. Sa essere traghettatore di sensazioni musicali pregnanti nell'album Come2me di Ashanti o ravvivare il lucido tessuto di archi e fiati nella Tafelmusik di Telemann. Il suono nella Ouverture in mi minore TWV 55 è trasparente, terso e nitidissimo nel suo sembianza primaverile. Ogni grande elettronica, e l'integrato MicroSound Technology rientra sicuramente in questo novero, in nessuna occasione deve apparire in affanno o inadeguata, sia che ricami le delicate trame di un "recorder" barocco, sia che debba restituire la potenza esplosiva di un assolo di batteria. E la compilation "The Best of Billy Cobham" offre diversi esempi "bombastici", come d'altronde i due album che seguono in scaletta.

Girare la manetta, vicini di casa permettendo (meglio in loro assenza...), in un album come "Knock Out 2000" (un nome, una garanzia) del diabolico Charly Antolini, significa entrare nel territorio delle forti sensazioni. Basta avere il diffusore giusto e l'Ai60 farà faville, in termini di "punch", velocità, scatto dinamico e controllo sulle basse frequenze, tutti ingredienti indeclinabili se si vuole rendere davvero memorabile un assolo di batteria. Per testare l'abilità a gestire una grande massa sonora occorre un disco come "Pierre Boulez - Mahler Symphonie N. 8". L'Ottava di Mahler, detta la Sinfonia dei Mille per via dell'enorme organico vocale, corale e strumentale, è proprio il disco giusto per calarsi in mastodontici scenari sonori, pur non mancando di quelle finezze cameristiche che rendono giustizia a un integrato di tale scandaglio. In tali casi il MicroSound diventa un vero strumento di profondità, rivelatore del tappeto fine di tutte quelle importanti minuzie che spesso rimangono annegate nel cosiddetto "Noise Floor". La sua propensione al rigore timbrico consente d'inquadrarlo come un amplificatore che non aggiunge e non sottrae, che non vuole lasciare di stucco con effetti speciali, ma, semplicemente, rendere giustizia a ogni programma musicale.

Nel Progressive, genere cui sono molto affezionato e che non deve mai mancare nei miei ascolti, emergono gli slanci melodici, i chiaroscuri, i piccoli spiragli di luce dei grandi Emerson Lake & Palmer in "Brain Salad Surgery". Si tratta di una registrazione a tratti un po' ruvida, l'Ai60 ci consente di entrare nelle atmosfere e nel modo di registrare di quegli anni, i mitici '70. Ascolto per intero quest'album con la mia cuffia Sennheiser HD 600S, riconoscendo una grande quantità di sfumature, che di solito sfuggono anche ascoltando con un buon sistema d'altoparlanti. Deliziosa la chitarra elettrica e il liuto di Martin Barre, carezzevole il flauto di Ian Anderson, proiettati in aura che sa di mito, degli anni della nostra giovinezza. Sensazioni impagabili che provo attraversando la porta scorrevole della memoria. Per concludere, cos'altro possiamo dire sul MicroSound Technology Ai60? Che è praticamente impossibile coglierlo in fallo con qualche caduta di stile timbrico, che ha potenza sufficiente per pilotare qualsivoglia sistema, anche elettrostatico, in un comune ambiente domestico, che se vi piacciono le elettroniche "manipolatrici" è meglio passare ad altro. Mi sembra sia tutto.

E chi ha orecchie per ascoltare, ascolti...


Alfredo Di Pietro

Marzo 2024


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