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 Milano Hi-Fidelity 2022 - Introduzione Minimizar


 

 

INTRO

 



A volte è difficile stilare un editoriale, se così possiamo chiamare questo mio cappello introduttivo al Milano Hi-Fidelity, o perché non si sa cosa dire o, al contrario, perché si avrebbe moltissimo da dire. Il mio punto di vista è quello di un veterano dell'HiFi, mi pongo quindi nella seconda condizione. Quello che scrivo è, come sempre, un misto di obiettività e di sentire personale; da vecchio frequentatore delle mostre non potrei fare altrimenti. Il novizio non ha altro strumento che quello della curiosità, dell'apertura a un mondo nuovo, il veterano invece rischia l'insorgenza di quell'insidiosa sensazione di "déjà vu" che si può affacciare a ogni mostra. Ciò che mi conforta è l'aver conservato nel tempo quell'atteggiamento psicologico tipico del novellino (e me lo tengo ben stretto), il quale mi porta a sgranare gli occhi con bambinesco stupore davanti all'oggetto del desiderio, quale che sia il suo costo. Se non l'avessi, avrei chiuso già da tempo con una passione per me faticosa, ma che sento sempre come estremamente gratificante. Ecco perché con rinnovato entusiasmo il 12 novembre U.S. sono ritornato in modalità "Hi-Fi On" con il Milano Hi-Fidelity, una rassegna diventata la prima per importanza in Italia dopo la dipartita del Top Audio/Video, nel 2012, ultimo anno della sua esistenza. Pur avendo realizzato diversi reportage di altre mostre, questa rimane senz'altro la mia preferita. Quella sicuramente a mia misura, poiché ho deciso di non sconfinare in quelle estere, per problemi di lingua e costi, nella convinzione che la qualità può manifestarsi pure nel piccolo, anche se la fiera di Zaini non può essere certo definita di ridotte dimensioni.

 



Ricordo nel lontano 2007 il mio primo resoconto, fatto con una modesta compattina Asahi Pentax Optio 50L. Allora la rassegna di Stefano Zaini non si chiamava Milano Hi-Fidelity ma Milano Hi-End e si teneva al Centro Congressi Milanofiori Jolly Hotel di Assago. Sento una particolare affezione per questa mostra, non solo perché è stata la prima di cui mi sia preso cura, ma anche perché coincideva con il periodo "primaverile" della mia passione, non per l'alta fedeltà (questa è ben precedente agli audioshow, risalendo agli anni '70), ma con il mio affaccio sul Web con il sito Non solo audiofili. Se oggi una persona mi chiedesse cos'è questo portale, avrei qualche difficoltà a rispondergli. Potrei banalmente dire che si occupa di alta fedeltà e musica, ma rimarrei solo in superficie. In realtà il sito del cane dalle enormi orecchie rappresenta una non indifferente fetta della mia vita, tante ore spese per la sua gestione, un continuo affinamento delle immagini e del mio italiano, all'inizio forse un po' claudicante ma oggi spero migliorato. "Ars longa, vita brevis", è proprio vero. Negli anni ho fatto tanti altri report, dalla fotocamera Asahi Pentax sono passato a una più performante Panasonic Lumix DMC FZ-28 e oggi posseggo una delle migliori Bridge del mercato, ormai fedele al marchio giapponese, una Panasonic Lumix DCFZ-1000II. Una fotocamera moderna, dal sensore quattro volte più grande della FZ-28 con un netto miglioramento della risoluzione e della resa alle basse luci. Alcuni resoconti (pochissimi, se non sbaglio un paio) sono rimasti incompiuti, compreso quello colossale del Munich Hi-End del 2012.

 



Anche quest'anno nella bella cornice del Melià Hotel (facilmente raggiungibile dalla fermata Lotto della Metropolitana milanese) si è svolto il Milano Hi-Fidelity 2022, una mostra dove si trova il mondo, non solo soluzioni costosissime ma anche da poche centinaia di euro, in grado queste ultime di riprodurre la musica con una buona qualità, a volte in maniera sorprendente per il prezzo richiesto. Con grande emozione ho incontrato Eugenio Finardi, uno dei miei cantautori preferiti sin da quando ero ragazzo, venuto per la presentazione del suo ultimo disco, Euphonia Suite. Un lavoro stupendo, rivisitazione di alcuni dei suoi maggiori successi ma anche di autori che lui ama particolarmente. Sul versante dell'alta fedeltà, la quale non dovrebbe essere altro che una "schiavetta" della musica, ho trovato la consueta ricchezza delle ultime edizioni e delle importanti novità, come il nuovo diffusore Kora della Esoteric Pro Audio di Mirko Marogna, un sistema che segna la svolta "Home" della sua azienda. Ho avuto occasione di conoscere alcuni brand a me sinora ignoti, parlo della Earmen, della Lahò. L'Operly, con i suoi opulenti diffusori Intelligence III, basati su un largabanda caricato con due trombe, una anteriore e una posteriore, disponibile in varie interessanti livree. La Sotu Audio. Ho incontrato vecchi e nuovi amici, tra cui Gianpiero Majandi, Carlo Colombo e Luca Maria Olgiati, tre "enfant terrible" dell'HiFi, non solo nostrana. Gli ultimi due hanno avuto il merito di compiere un'efficacissima opera di rivitalizzazione dei vecchi "Reel-to-Reel" Revox (ne parleremo al momento opportuno).

 



Conoscevo già di fama Roberto Pallocchia, giornalista della rivista Audio Car Stereo e noto esperto di trombe, ma grazie alla rassegna milanese ho avuto il piacere di conoscerlo di persona. Nella Sala della Audio Reference sono rimasto realmente impressionato da quel peso massimo delle amplificazioni che è il Gryphon Apex, un bestione da oltre 204 Kg e dal costo che supera i 100.000 euro. Da vecchio estimatore del marchio Yamaha, memore del suo "Natural Sound", sono rimasto favorevolmente colpito dall'estetica e dal suono degli oggetti dimostrati nella Sala Cristallo 1. Sul banco della Bor.Mor. tanto vintage da farmi luccicare gli occhi, compreso un vetusto diffusore RCF BR 40B; per inciso, da ragazzo ho posseduto, e con grande soddisfazione, una coppia di RCF BR45. Al piano 0 lo spazio espositivo della Supra Acoustics, con il suo particolarissimo diffusore basato su altoparlante largabanda. Un felice rincontro ho avuto con le pregiate elettroacustiche Vrel e il suo "Deus ex machina" Roberto Verdi, spettacolari e sommamente realistiche con ogni programma musicale. Nella grande Sala Velasca 2 troneggiavano le fantastiche PS Audio Aspen FR30 Sable Black, esempio perfetto della tecnologia più avanzata applicata all'elettroacustica, dotate di un suono quanto mai radiografante. Grandi emozioni anche nella Sala Galfa 1 della Omega Audio Concepts, dov'erano in dimostrazione il nuovo amplificatore integrato stereo Assolo e i diffusori M.U.S.A., realmente straordinari e senza compromessi, come tutti quelli concepiti da Renato Filippini.

 



Ma veniamo alle note dolenti... Se nell'amplissima Sala Velasca 1 lo spazio certamente non mancava, a tutto vantaggio dell'espressione di quei capolavori di elettroacustica che sono le Pioneer TAD R1TX Reference One (impressionanti!), nelle Suite la situazione era agli antipodi: troppo piccole, gremite di gente sino all'impossibilità di entrarci e affette da ogni sorta di problemi acustici, sono state loro il neo, forse l'unico, del Milano Hi-Fidelity. Capisco che non si possano costruire degli stabili con ambienti espressamente dedicati alle fiere audio e che bisogna, come si suol dire, arrangiarsi, ma entrare e ascoltare in simili "loculi" è una cosa veramente improponibile. La mia nota finale è comunque ampiamente positiva: dimenticatevi le mie ultime considerazioni e godetevi quanto di buono e bello ha da offrire la rassegna audio più importante d'Italia.

 



Segue alla Parte Prima...


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