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 Visita alla Omega Audio Concepts Riduci






UN VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELLA VERA HIGH END
OMEGA AUDIO CONCEPTS
COLLE UMBERTO 29/11/2025


La cosa più importante per rispettare la musica è fare silenzio.



L'idea di visitare la sede del marchio trevigiano Omega Audio Concepts di Renato Filippini non è esattamente di questi giorni. Tempo fa fui da lui stesso invitato a farmi un giro dalle sue parti, ma solo di recente ho trovato il momento giusto per farlo. Sono quelle cose che per qualche oscuro motivo rimangono nella sporta e poi in un lampo scatta la decisione che è venuto il momento di farle. Così, approfittando della favorevole congiuntura di un evento che si ripete ogni anno nel fine settimana, in una bella mattinata novembrina raggiungo l'ubicazione dell'azienda, a Colle Umberto, provincia di Treviso, in via Piave 6. La mia prima presa di contatto con questa realtà (all'epoca si chiamava Sigma Audio Concepts) risale al 2007, Milano Hi-End, quando incontrai uno strano diffusore sospeso su molle, il Labor Limae Res Levis, molto ben suonante. Il titolare già da allora dimostrava di avere le idee ben chiare su come combattere tutto ciò che influisce negativamente sul segnale audio, privandolo della sua purezza originale. Il prosieguo con la Omega Audio Concepts ha avvalorato e sviluppato, con tecnologie gradualmente più evolute, quel fondamentale concetto di partenza.



Parliamo di un'azienda che da oltre trent'anni realizza impianti audio che possono senza rossori essere considerati High-End, se con questo termine intendiamo l'assenza di compromessi in sede di progettazione e produzione. Questa matrice concettuale ha dato origine all'attenzione per dei solidi principi fisici. Al 2001 risale la produzione dei primi apparecchi, da quel simpatico diffusore oblungo Labor Limae Res Levis, decisamente anticonvenzionale, al CDP Rise, che ha introdotto alcuni elementi e innovazioni poi diventati punto fermo della produzione. Nell'ambito di un percorso battuto con determinazione, fu creato un nuovo sistema di connessioni che portò negli anni seguenti alla presentazione di un brevetto e, nel 2014, alla realizzazione del primo sistema completo. Nel catalogo oggi si distinguono tre diverse linee: Timeless, Elements e Soundwaves, dedicate rispettivamente alle elettroniche, sistemi di connessione e diffusori.




LA VISITA
VARIE ED EVENTUALI


Distributore di rete Estremo

Amplificatore integrato mono AMP DNA

Diffusore Essenziale

L'aspetto da capannone industriale del grande edificio che mi sono trovato davanti appena arrivato, con in cima sulla facciata la grande scritta "Officina Meccanica Zenit", rivela una parte della realtà che si muove intorno alla Omega Audio Concepts, quella appunto industriale, inerente alla complessa e raffinata lavorazione dell'alluminio con macchine CNC. Una volta raggiunto il primo piano si conquista tuttavia una dimensione affatto diversa, fatta di eleganza e musica riprodotta in modo eccezionale. Mi ha fatto da cicerone Gianpiero Peron, responsabile commerciale di Omega Audio Concepts e titolare della Zenit, l'azienda che si occupa delle lavorazioni meccaniche dei prodotti. Nella parte superiore dell'edificio si trova il quartier generale dell'azienda. Salendo due rampe di scale si raggiunge l'atrio Tiziano, qui stazionavano diversi oggetti in esposizione statica, per la gioia degli occhi due coppie di diffusori, Easy One e Micro XL, poi il distributore di rete Estremo, l'amplificatore AMP DNA, il sistema All-in-One Essenziale. Vicino alla finestra si potevano ammirare tre robusti e ponderosi telai nudi in alluminio. Tramite un corridoio laterale si accedeva infine alle sale (Palladio, Cima e Canova) dedicate all'ascolto di tre diversi impianti.

Diffusore Micro XL



Sempre nell'Atrio Tiziano erano stati allestiti due tavoli con bevande e dolci, offerti ai visitatori dell'evento, mentre uno schermo mostrava i diffusori del marchio e alcune elettroniche in fase di lavorazione. Nei giorni 29 e 30 novembre U.S. come di consueto è stato organizzato un "Open Day", il proposito che si cela dietro quest'interessante manifestazione è quello di far conoscere il marchio a più persone possibili. La Omega Audio Concepts si è resa suo malgrado conto di non essere molto conosciuta, anche nel territorio circostante, e questa manifestazione ha proprio lo scopo di allargarne la conoscenza, nella consapevolezza che si tratta di un settore di nicchia, quindi poco noto. Una nicchia nella nicchia direi, visto l'impegno di spazio ed economico, nonché di peso, che bisogna sostenere per impossessarsi di queste meraviglie audio. Se assenza di compromesso dev'essere, al fine di raggiungere degli altissimi risultati sonori, assenza di compromesso sia, su questo non dev'esserci alcuna perplessità. È bene dunque che un numero sempre maggiore di appassionati si renda conto di quanto possa essere fedele la riproduzione audio a certi livelli. Durante la nostra conversazione Gianpiero Peron mi spiega la scaturigine dei nomi dati ai vari ambienti, che si è desiderato mutuare da grandi artisti che hanno onorato il territorio in cui ci troviamo, nomi che hanno a che fare con le arti figurative.



In questa due giorni sono state introdotte delle variazioni rispetto alle precedenti edizioni, l'esposizione e dimostrazione ha riguardato sorgenti tutte digitali, nella fattispecie lettori CD, tuttavia, mentre negli anni scorsi in sala Cima suonava una catena interamente composta dalla gamma DNA, nella presente si è invece attinto a componenti di serie diverse, sapendo già in partenza che sarebbero comunque andati benissimo insieme. Peron orgogliosamente sottolinea che Omega Audio Concepts è una delle poche aziende al mondo in grado di allestire un impianto con prodotti esclusivamente suoi. Componenti ad ogni modo inseribili singolarmente e senza problemi in contesti variegati, anche perché difficilmente il cliente si approccia al marchio veneto per allestire un impianto totalmente monomarca, ma inizia per passi approdandovi magari in un secondo momento. Si è verificata anche una certa promiscuità nei cablaggi, variamente prelevati dalle diverse gamme. La serie Element era il riferimento sino all'anno scorso, mentre in questo a Monaco è stata presentata la Estremo, che raggiunge un livello ancora superiore, tale da porla in cima alla produzione dei cablaggi. Ha esordito alla grande e sta dando al marchio delle belle soddisfazioni in termini di riscontro commerciale.

Sistema All-In-One Essenziale



Con il 2025 sono sei anni che viene organizzato l'evento, con una prima edizione pensata anche per far sapere agli appassionati che il marchio si spostava dal vecchio all'edificio a questo, dove tutt'ora risiede. Da lì è partita una tradizione che si ripete felicemente tutti gli anni. Una piacevole occasione per incontrare clienti vecchi e nuovi, per scambiare gli auguri, visto che ci stiamo avvicinando al periodo natalizio. In buona sostanza un momento conviviale dove vengono curati tutti gli aspetti che una manifestazione del genere può offrire.

Impianto Sala Palladio
Lettore CD Zenith, amplificatore integrato mono Accordo, amplificatore integrato mono Stream Power, diffusori M.U.S.A., distributore di rete e cablaggi Estremo.



TUTTA LA FILOSOFIA DELLA OMEGA AUDIO CONCEPTS IN UN LOGO



Nell'universo tutto ha forma circolare e sferica, non ne esistono altre diverse da questa. Pensiamo ai pianeti, agli astri, che hanno dei moti circolari. Il quadrato è stato concepito dall'uomo e rappresenta il nostro intelletto, un qualcosa al di fuori di ciò che si osserva in natura. Nel quadrato del logo Omega Audio Concepts ci sono tre simboli, un triangolo richiama la legge di Ohm, quindi l'ottenimento della minor resistenza possibile (per inciso, ecco perché il materiale conduttore prescelto nei cavi è l'argento), la sfera, che rappresenta il limite teorico della massima rigidità strutturale. Quando si svolge un lavoro, si deve farlo nella miglior condizione possibile, quella che in questo momento la tecnologia consente di ottenere. Il terzo elemento è una "T" che quasi abbraccia gli altri due, indicativa della riproduzione di un evento spazio/tempo. Se non partiamo da questo concetto invalidiamo la correttezza dell'evento sonoro, come per esempio l'utilizzo di celle di compensazione. Qualsiasi cosa che è già successa non ha possibilità di essere corretta a posteriori, se non aggiungendo un altro errore nel tentativo di correggere il primo.



Ecco il motivo di tutto il particolare lavoro che l'azienda svolge sui suoi oggetti. Nella geometria euclidea per un punto passano infinite rette e infiniti piani, per due punti passa una retta sola e infiniti piani, mentre per tre punti passa un solo piano, dunque una sola soluzione. Se si tiene conto di queste considerazioni la strada da battere assomiglia a un binario, non si può fare altro. Tanti pensano che il marchio si voglia creare un'attrattiva irresistibile adottando un'estetica per certi versi esclusiva, ma ciò è falso poiché l'unica cura è quella di non lasciare le viti a vista, cosa piuttosto antiestetica, per il resto ogni forma è legata a una precisa ragione tecnica. Bisogna allora sposare un tipo di costruzione che vada a combattere quei disturbi esterni al segnale audio che ben si conoscono, di tipo meccanico o elettromagnetico, e che rispetti determinati parametri. Alla luce di questo si capisce bene come sia deleterio per il segnale costruire degli oggetti con un telaio in lamierino, un trasformatore al centro e le schede elettroniche intorno. Strutturalmente gli amplificatori Omega Audio Concepts non hanno le alette di raffreddamento, perché anche queste risuonano creando disturbo. Si ritorna al discorso del silenzio disturbante. Così vengono eliminati tutti quegli elementi che possono essere fonte di risonanze, come interruttori o manopole, comprese quelle grandi relative al volume.




UN AVVINCENTE PERCORSO DI TECNICA E ARTE SONORA
PARLA RENATO FILIPPINI




La Omega Audio Concepts è determinata ad applicare la fisica all'acustica, le forme particolari degli oggetti che produce, che possono essere scambiate a prima vista per un'esibizione di design, in realtà sono tutte funzionali all'ottenimento di determinate prestazioni. In un secondo momento c'è l'attenzione all'estetica, che deve risultare piacevole all'occhio. Per questo nei diffusori, per esempio, non ci sono viti a vista ma vengono assemblati nella parte interna. Tutti i componenti hanno dei cabinet ricavati da blocchi di alluminio scavati dal pieno con macchine CNC (Computer Numerical Control), cioè strumenti automatizzati che seguono le istruzioni codificate da un computer per eseguire operazioni di lavorazione come fresatura, taglio e foratura sul metallo. L'alluminio è il giusto compromesso tra prestazioni e prezzo e la Zenit ha tutta l'esperienza e la competenza per poterlo lavorare adeguatamente. Si ribadisce che la costruzione del cabinet in alluminio scavato da pieno non è un modo più o meno eccentrico per mettersi in mostra, ma da un'osservazione fisica, cioè attinente a un fenomeno naturale.



La natura, quando ha le sue informazioni, che sono il seme, la prima cosa che fa è di proteggerle con un involucro resistente poiché questo contiene il suo DNA e lo deve trasferire. Il concetto dell'azienda di Colle Umberto è uguale: in un apparecchio passano delle informazioni, occorre quindi proteggerle, anche dal motore che è necessario creare per passare tali informazioni. Nel momento in cui si va a chiudere il coperchio di un lettore CD, all'interno si formano delle gabbie di Faraday che isolano completamente ciò che si trova al loro interno da campi elettrostatici e onde elettromagnetiche esterne, deviando le cariche sulla superficie esterna e mantenendo l'interno a potenziale zero. Mettere al centro del nostro lettore un trasformatore, che come sappiamo è fonte di disturbi elettromagnetici, non è buona cosa. Un trafo imbullonato che vibra ed emette radiazioni da tutte le parti è dannoso per un segnale che passa vicino e che dovrebbe rimanere intonso. Si tratta di segnali infinitesimi, che esistono anche alla non indifferente tensione d'uscita di 2 Volt, tipica dei lettori CD. Ecco che nelle apparecchiature del marchio veneto il silenzio regna sovrano, una quiete per certi versi disturbante, tale da disorientare, un po' come quella che si prova entrando in una camera anecoica.



In questa due giorni è stato fatto ascoltare il lettore CD DNA utilizzando il clamp piccolo e quello grande, in modo tale da far avvertire le variazioni del suono nelle due opzioni. Con il più grande il silenzio è aumentato perché il dischetto stava più fermo, quindi venivano generati meno errori di lettura e meno oscillazioni sulle parti dove erano riprodotti dei trilli, che così si sentivano più distinti e puliti. Immaginiamo allora cosa succede a un CD messo nel cassettino senza alcun sistema di bloccaggio, è ovvio che sfarfallerà nei suoi movimenti, innescando delle sensibili vibrazioni che andranno a compromettere la lettura. Con cosa vengono accordati gli strumenti musicali? Con il diapason, che è uno strumento in metallo a forma di forcella che emette un preciso suono. Va da sé che un oggetto costruito per riprodurre al musica, dei suoni, non deve a sua volta vibrare per non mascherare o inquinare il segnale che gli viene somministrato. Una filosofia chiara, che non lascia adito a dubbi, sostanziata nell'attuale produzione di sorgenti, amplificatori, diffusori, sistemi di connessione e distributori di rete.



Da sempre in tutti gli oggetti Omega Audio Concepts prioritarie sono quelle scelte progettuali finalizzate a preservare l'integrità del segnale e, di conseguenza, avere la riproduzione più fedele possibile delle informazioni presenti nel supporto. In quest'ottica, fondamentali e irrinunciabili sono la struttura completamente disaccoppiata, i telai ricavati da blocchi di alluminio lavorati con macchine CNC, le alimentazioni e i DAC contenuti in alloggiamenti separati per un totale isolamento dalle vibrazioni meccaniche ed elettromagnetiche. Unica eccezione, nel settore delle amplificazioni, è stata fatta per l'integrato Assolo, dove per la prima volta è stato adottato un monotelaio, idoneo per andare incontro alle esigenze degli utenti che dispongono di spazi limitati. In questo un solo "case" accoglie gli stadi di alimentazione e di elaborazione del segnale, posti comunque nella parte posteriore in modo da ridurre al minimo i cablaggi. Le alimentazioni rimangono indipendenti, messe nella parte anteriore. Un'elettronica dall'indole trasparente è l'integrato integrato mono a quattro telai Accordo, una tappa che prelude all'apogeo rappresentato dall'amplificatore Stream Power, lo stato dell'arte in quest'ala della produzione. A disposizione dei circuiti ci sono la bellezza di undici alimentazioni indipendenti, a partire dai trasformatori.



In questo colosso l'alimentazione di un singolo canale pesa ben cento chili. È scisso in quattro telai in alluminio scavati dal pieno con macchine CNC e sorretti da una struttura disaccoppiante/autoportante. Nati con questi sani principi fisici non possono non brillare di luce propria anche le elettroacustiche, declinate nei quattro modelli di Easy One, Essenziale. M.U.S.A. e Micro XL. L'Easy One è pensato per la sonorizzazione di ambienti medio-piccoli, anch'esso costruito interamente in alluminio ricavato dal pieno, come tutti i suoi fratelli, con pannelli che variano dai 40 ai 20 mm di spessore. Fedeli alla filosofia del marchio, hanno una struttura molto rigida cosicché il cabinet assorba meno energia possibile e non influisca con eventuali risonanze proprie al mascheramento del segnale. Nell'Essenziale i blocchi di alluminio ricavati dal pieno hanno spessori che vanno dai 100 mm del triangolo frontale ai 20 mm. Non affatto casuale o puramente esornativa è la struttura creata dai due triangoli intersecati tra loro: oltre alla rimarchevole rigidezza e l'assenza di pareti parallele, la forma a "Y" del frontale permette di ridurre al minimo il carico acustico degli altoparlanti frontali. Bisogna riconoscere all'azienda di Colle Umberto la genialità messa nell'ideare delle forme che siano insieme eleganti e fisicamente funzionali a far lavorare al meglio i trasduttori.

Impianto Sala Cima
Lettore CD Stream, amplificatore integrato Mono DNA, diffusori Essenziale, cablaggi The Element.



Così anche nel M.U.S.A., imponente e pesante sistema che ho ascoltato con molta attenzione nel corso della dimostrazione in Sala Palladio. È l'ultimo diffusore realizzato da Omega Audio Concepts, destinato ad ambienti mediograndi. Duplice il significato del nome, inteso come figura mitologica e come acronimo di Music Under Silence Accomplishment, ovvero musica tramite la realizzazione del silenzio, intesa come mancanza d'intromissione o di modifica delle informazioni lette dalla sorgente. Sanissimo principio piuttosto difficile però ad adempiersi. In questo rivediamo dunque i ponderosi blocchi di alluminio ricavati dal pieno, con spessori che qui vanno dai 50 mm ai 20 mm. Chi ne capisce un po' di elettroacustica sa quanto siano deleteri i fenomeni di Break-Up di membrana, che il marchio combatte con un opportuno filtraggio e l'adozione di altoparlanti a calotta sferica, formata da una lega di magnesio/alluminio e titanio per il tweeter. Il piedistallo dal canto suo disaccoppia il diffusore dal pavimento mediante dei piedi antivibrazioni. Il Micro XL, infine, si fa notare per quell'eclettismo che deriva dall'implementazione di tutte le soluzioni presenti negli altri diffusori della produzione.



In questa disamina non dobbiamo trascurare i sistemi di connessione, disponibili in cinque livelli diversi per materiali usati, sezione e avvolgimento dei conduttori, dimensione complessiva e quantità dell'isolamento, con una complessità costruttiva che aumenta parallelamente con il livello delle prestazioni. Vengono tutti realizzati completamente a mano partendo dal singolo conduttore "solid core", al quale vengono poi applicati isolamento e i vari strati di schermatura, a seconda della classe di appartenenza.

Impianto Sala Canova
Lettore CD DNA con DAC esterno Converter DNA, amplificatore integrato Assolo, diffusori Easy One, cavi di potenza Essenziale Plus, cavi di alimentazione Nano, cavi di segnale Element.



TRE IMPIANTI TRE
ALCUNE RIFLESSIONI A LATERE SULLE CATENE ASCOLTATE





Seduta d'ascolto impegnativa quella del 29/11/2025, dove ho avuto davanti non uno ma tre impianti, i quali avevano la volontà, ambiziosa, di ottemperare alla speciale filosofia del marchio veneto, tecnica e sonora. La sorgente d'elezione era il lettore CD, una scelta aderente alla ferma convinzione di Renato Filippini che il formato Compact Disc abbia ancora tanto da dire, basta solo metterlo nella condizione di esprimersi al meglio, e lui si è impegnato a farlo. Il risultato in termini di bontà sonora gli ha dato pienamente ragione, con lo Zenith (Sala Palladio), Stream (Sala Cima) e DNA (Sala Canova). La palma dell'emozionalità è spettata al sistema più grande, presente in Sala Palladio, è in questa che sono state portate al sommo grado quelle caratteristiche che certamente non difettano alle altre due, solo che qui tutto ha assunto una dimensione realmente titanica. Insieme alla Cima, la Sala Palladio è quella in cui mi sono trattenuto di più, anche perché qui si è svolta la presentazione Enotorre Records dell'ottimo Roberto Rocchi, grande appassionato di musica e sopraffino recensore audio. Ma di questa parleremo in separata sede.



Nel formidabile CD I Couldn't Hear Nobody Pray del quartetto vocale The Fairfield Four, grande gruppo gospel americano, le voci erano perfettamente distinguibili, ognuna nella propria dimensione, con una sensazione esaltante di spazialità e un nero infrastrumentale assoluto. In tutte le sessioni è stato proprio il silenzio, benefico convitato di pietra, ad aleggiare costantemente su ogni cosa. In particolare ho apprezzato la voce da basso di Joseph Thompson, a rischio in altre catene di rigonfiamenti e perdita di controllo, una voce che se non fosse stata così a fuoco e calibrata avrebbe sporcato tutto. I guizzi vocali di Petra Magoni in Little Wonder, insieme al pulsante contrabbasso di Ferruccio Spinetti, possono diventare un temibile test in qualsiasi impianto, un disco "killer" che può diventare impietoso nel rivelare eventuali distorsioni da intermodulazione. Qui tutto era limpido, in una prestazione scintillante che non ha prestato il fianco a critiche di sorta. Il virtuosismo nel registro acuto di Petra Magoni, le sue avventurose incursioni su note molto alte rendono quest'album speciale, ad alta intensità emozionale. Ricordate i Dead Can Dance e il loro disco Aion, che qualche tempo fa furoreggiava nelle mostre audio?



Un motivo di tanta fama c'era, la bellezza musicale innanzitutto e una registrazione eccellente, indimenticata è rimasta la sua qualità audio, che esaltava le dense atmosfere medievali e rinascimentali, con un suono ricco, lucido, dettagliato e profondamente evocativo. Sono virtù replicate nel CD Spiritchaser. Ogni album ha conservato il suo peculiare carattere, anche lo stupendo J.S. Bach: 6 Suites a Violoncello solo senza Basso. Vol. 1, con allo strumento Martin Zeller. Un violoncello rugoso ma non enfatizzato, in grado di codificare nel timbro la grandezza di una fibra musicale immensa. Del superbo CD "Bach - Goldberg Variations - Andrei Gavrilov" solo un assaggio in questa sede, poiché ho avuto il privilegio di ascoltarlo per intero, in completa solitudine, sull'impianto presente in Sala Cima. Qui ho rinvenuto una catena che non soffriva di alcun complesso d'inferiorità rispetto alla precedente (come d'altronde quella in Sala Canova), cosa che, vi confesso, ha reso per me arduo discernere le differenze tra i tre, qualora ce ne fossero state di sostanziali. Ma perché metterla sul competitivo e non cogliere il cosiddetto "family feeling" che c'è tra questi tre componenti di uno stesso nucleo familiare?

Da sinistra: Gianpiero Peron, Renato Filippini, Silvia Zanatta, Massimiliano Filippini

Perché non ammirare quei tratti distintivi che pur esistono tra loro e considerarli nell'ordine naturale delle cose? Queste Goldberg, che conosco in tantissime interpretazioni, sortiscono ogni volta su me un risultato di elevazione dalla realtà, d'ingresso in una dimensione di superiore idealità. Ed è successo anche questa volta, sotto l'egida dello straordinario virtuosismo di Andrei Gavrilov, dove la veloce e perfetta sgranatura delle note, l'uguaglianza incrollabile, sono apparse intonse. Preclaro esempio di come un apparato di riproduzione sonora riesca a rispettare, in altri termini a non rovinare, questa magia. Un impianto Hi-End è soprattutto osservanza della musica. Con ancora in testa l'Aria da Capo, raggiungo la terza e ultima sala, la Canova, dove mi attende un impianto delizioso, che il gentilissimo Massimiliano Filippini mi ha minuziosamente descritto. Ritrovo con piacere quel carisma già prima apprezzato, una pulizia e un silenzio totali, non uno iato con i precedenti ascolti, quanto un completamento e la constatazione che quando una ditta è seria, lo è nel grande come nel piccolo. Dopo questa seduta d'ascolto multipla, la mia sensibilità di audiofilo mi ha persuaso nel ritenere pienamente raggiunto il tentativo da parte dell'azienda di capitalizzare nel risultato sonoro le sue intuizioni. Ha colto il fiore di un concetto di ricerca che va in direzione di quei parametri che davvero possono fare la differenza tra una catena HiFi "normale" e una che si è prefitta lo scopo di togliere la parola compromesso dal suo vocabolario.

Onore al merito.

 

Da sinistra: Gianpiero Peron, Renato Filippini, Silvia Zanatta, Andrea Bassanelli, Massimiliano Filippini e io.




Alfredo Di Pietro

Dicembre 2025


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