
INTRO
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Che l'alta fedeltà non sia un ambito "prêt-à-porter", cioè preconfezionato nella combinazione tra componenti e ambienti d'ascolto, ce lo insegna innanzitutto un grande del giornalismo audio come Bebo Moroni, purtroppo scomparso circa tre anni or sono. In un'occasione lui affermò che alle fiere "si va non per giudicare ma per intuire". L'audiofilo che avuto la ventura di frequentarne anche solo una sa quanto il più delle volte l'acustica delle salette sia precaria, compromettendo irrimediabilmente il risultato finale di una prestazione sonora. Non è un particolare di poco conto poiché se valutiamo il suono di un impianto scriteriatamente, vale a dire basandoci esclusivamente sulla percezione sonora, senza capirne le scaturigini, andiamo incontro al pregiudizio. In HiFi, come in qualsiasi altro campo, non è mai buona cosa la formazione di un'opinione preconcetta, la quale porta inevitabilmente all'assunzione di atteggiamenti ingiusti, che possono risolversi in un vero e proprio danno per l'operatore. Un suono discutibile molto spesso deriva da condizioni sfavorevoli, come quella appunto di una cattiva acustica ambientale. Ci vuole pochissimo a prendere delle sonore (è proprio il caso di dirlo) cantonate, a far suonare male un impianto potenzialmente egregio e bene invece uno di modesto livello.
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È sufficiente metterlo in un ambiente acusticamente disastroso, pieno di risonanze, e il gioco è fatto. Non vanno d'altronde sottovalutati gli abbinamenti degli oggetti che formano una catena, anche loro importanti ai fini del risultato complessivo. Per questo tutto il mio apprezzamento va ai tre valenti professionisti, Rajko Marcon Quarta (ItaliAcoustic), Emanuele Vangeri e Alex Tuzzi (LAHO'), che nel pomeriggio dell'otto giugno U.S. hanno organizzato un evento curato in ogni minimo particolare, anche quello dell'accoglienza e dell'ottimo buffet offerto ai presenti. Parlo della dimostrazione avvenuta a Monza in Via Correggio 59, in un ambiente ben ottimizzato con molti dispositivi acustici passivi, assorbitori e difrattori, già abbastanza indenne di suo, viste le ampie dimensioni, dai tipici modi di risonanza che nei comuni locali domestici si manifestano al di sotto della Frequenza di Schroeder. Chi mastica un po' di fisica acustica sa che tale critica frequenza definisce la soglia di transizione tra il comportamento del suono in un ambiente chiuso di dimensioni ridotte e uno invece di dimensioni più grandi. Cosa avviene in buona sostanza? Che quando la frequenza di un suono è inferiore a quella di Schroeder, l'ambiente tende a comportarsi come una vera e propria cassa di risonanza con modi vibrazionali distinti a seconda della distanza reciproca tra le superfici.
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Tralasciando per un attimo le "affinità elettive" tra i componenti, non credo ci possa essere nulla di più nefasto per la resa sonora di un impianto.
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TRE MARCHI COALIZZATI IN FAVORE DELL'ECCELLENZA SONORA
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In quest'evento di presentazione i curatori hanno voluto seguire un percorso coerente di trattamento del segnale, poi consegnato ai diffusori, mirato a preservare tutta l'emozionalità di cui è capace la musica e questo in due differenti sembianze sonore. Bricasti, ItaliAcoustic e LAHO', questi i nomi che hanno reso particolarmente avvincente l'ascolto, nel corso di una seduta che è risultata ricca e completa in tutti i parametri di valutazione. Ho conosciuto personalmente Brian Zolner nel novembre del 2016 durante l'evento "Suono di gusto - Il piacere di ascoltare la musica", svoltosi nel negozio Alta Fedeltà di Calco, in provincia di Lecco. Ricordo che lui parlò, nel corso di una per me molto istruttiva chiacchierata, sulle magnifiche sorti e progressive del digitale. Personaggio chiave della Bricasti, grande appassionato di musica, negli anni '80 ha lavorato a stretto contatto con i musicisti approdando così alla Lexicon, un'importante azienda del mercato professionale operante nel settore delle unità di riverbero. Una storia durata ventitre anni che gli ha consentito di acquisire un'invidiabile esperienza. Qui ha lavorato negli studi di registrazione ricoprendo il ruolo di vice presidente e direttore internazionale delle vendite, questo sino alla chiusura delle attività da parte di Harman International nel New England.
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Nel 2004 si è unito in collaborazione con l'ingegner Casey Dowdell, responsabile del software DSP, per poi dar vita Bricasti. Alla fine del 2010 Damon Gramont è entrato a far parte di Bricasti Design, in veste di nuovo direttore delle vendite, otto anni dopo aver lavorato con la Summit Audio (distributore nordamericano di Bricasti Design), dove ha ricoperto la carica di vicepresidente delle vendite. Azienda completamente autonoma, la Bricasti scrive tutto il proprio software di elaborazione del segnale, mentre affida alcuni aspetti dell'ingegneria hardware ad AeVee Labs. Secondo attore è ItaliAcoustic, una realtà partorita dalla mente di Rajko Marcon Quarta con il preciso intento di realizzare componenti audio di alta qualità. Lui è particolarmente orgoglioso del fatto che ogni suo prodotto è al 100% progettato, assemblato e collaudato in Italia, cosa alla quale lui tiene molto e che lo ha portato a non prendere in considerazione la Cina per la produzione dei particolari meccanici, che sono interamente progettati e realizzati da officine italiane con i migliori materiali e macchinari di precisione CNC. Ho molto discusso con il progettista di ItaliAcoustic su questa scelta che lui ritiene imperativa, molto seria e dettata anche da motivazioni etiche.
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Un'esclusione che non ha risparmiato nemmeno i componenti elettronici, che nei suoi apparecchi provengono esclusivamente da marchi europei, americani e giapponesi. Ho conosciuto di persona Rajko proprio in occasione di quest'evento monzese, trovando un professionista sicuro di quello che fa, particolarmente esigente e non disposto a scendere a compromessi di nessun tipo circa i materiali e l'accuratezza costruttiva. Ognuno dei suoi oggetti nasce da un blocco di metallo pieno, una struttura che va oltre la funzione di contenitore, inglobando un'efficace schermatura e una raffinata forma estetica. L'alluminio è da lui considerato un materiale ideale perché non è troppo pesante, non risuona, non si ossida e ha un'eccellente lavorabilità. Nei telai ItaliAcoustic non ci sono saldature che possono aprirsi, incastri che possono vibrare, viti che possono allentarsi, ma un elegante mobile "tutto d'un pezzo" immune da vibrazioni, rumore elettromagnetico, umidità e pure molto resistente agli urti. Tuttavia, oltre ai particolari meccanici l'originalità di questo marchio tutto italiano si esprime anche nella circuitazione con una classe di funzionamento di nuovo conio, la HS. Nel sito ufficiale del marchio si citano le tre caratteristiche fondamentali della tecnologia a impulsi, che sono la larghezza, frequenza e ampiezza.
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Nel testo esplicativo si dice che negli amplificatori in Classe D la variazione di tali impulsi avviene solo in larghezza, la nota PWM (Pulse Width Modulation), restando la frequenza e l'ampiezza fisse, fatto che limita la possibilità di restituire correttamente alcuni particolari del segnale come la scena sonora, la dinamica e la coerenza. Ecco quindi il colpo di genio di Rajko Marcon Quarta, che ha sviluppato questa nuova classe di amplificazione dove tutti i parametri degli impulsi (larghezza, frequenza e ampiezza) vengono variati. Orgogliosamente viene rivendicata la paternità di una classe di funzionamento che rappresenta la "vera" amplificazione a impulsi e non una mera evoluzione della D, considerata limitata e non in grado di sfruttare tutte le potenzialità di questa tecnologia. Tradotti in termini sonici, a detta del suo ideatore i vantaggi della Classe HS consistono nella ferrea capacità di controllo del diffusore in ogni condizione di carico, un suono di estrema neutralità e precisione, percepito in un'ampia gamma dinamica, il tutto nel contesto di una riproduzione particolarmente veloce e fluida.
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Sono virtù, di ricercatezza estetica e tecnologica, che coincidono con quelle del marchio bergamasco LAHO', terzo attore della rappresentazione, volto a produrre sistemi elettroacustici del tutto originali e performanti. Due sono stati i sistemi che ha presentato all'evento monzese, dalla personalità ben distinta, il FuturA7 e il BadGirl resin. Il primo è un diffusore di riferimento a due vie da pavimento piuttosto grande, il quale, recita il sito ufficiale, "Fin dalla sua presentazione ha suscitato reazioni contrastanti: da un lato i detrattori (alcuni dei quali lo hanno giudicato solo dalle fotografie), dall'altro coloro che, dopo averlo ascoltato, se ne sono innamorati." Registriamo anche nel caso del marchio LAHO' il legittimo orgoglio per un'italianità che è sinonimo di eleganza, ricercatezza estetica e qualità produttiva, dimostrato da oggetti costruiti senza compromessi. Nel FuturA7 le frequenze alte sono affidate a un driver da 1,4" con membrana in alluminio e guida d'onda Hyperfocus, mentre le medio-basse sono riprodotte da un woofer del diametro di 15", extra leggero e a basso Qt, con sistema di controllo della dispersione Hyperfocus. Il mobile è ultrarigido, solido e privo di risonanze, lavorato a CNC e avente un doppio condotto reflex definito Klepsydra.
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Di grande pregio è la componentistica del crossover, in cui troviamo condensatori Mundorf Clarity Cap e cablaggio Duelund. Notevole il dato della sensibilità, dichiarata in 97 dB/2,83 Volt/1 m. Differente per tipologia e suono, come vi racconterò nella sezione dedicata all'ascolto, è il modello BadGirl, un due vie da piedistallo con mid-woofer da 6,5″ a lunga escursione e tweeter da 1″ con driver a compressione dotato di diaframma in alluminio. Anche in questo caso non si è assolutamente lesinato sulla qualità della componentisca nel filtro divisorio, con dispositivi Jantzen e Clarity Cap. Davvero notevole per un sistema da piedistallo il dato della sensibilità, che farebbe invidia a molti modelli da pavimento, pari a 93 dB/2,83 Volt/1 m. In sala è stato validamente supportato dal subwoofer attivo LAHO' BadBoy, che ha garantito una totale completezza di banda sulle basse frequenze. Ospita al suo interno un amplificatore in Classe D da 400 Watt con DSP. È equipaggiato con un woofer 10" in cellulosa con sospensione a tripla onda, caricato in VHT. La risposta in frequenza che è in grado di assicurare va da 28 Hz a 100 Hz.
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UN ASCOLTO "SUPER PARTES"
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I BRANI
- Allan Taylor: A House by the River
- Amy Winehouse: Stronger Than Me (Live On Later... Whit Jools Holland)
- Antonio Vivaldi: Concerto in D Major "L'inquietudine" RV 234 - III. Allegro
- Ben Harper: Mother Pray
- Ben Harper & The Innocent Criminals: The Woman In You
- Ben Harper & The Innocent Criminals: Suzie Blue
- Brooklyn Duo: Canon in D
- Danilo Rea: Zènzéro
- Dire Straits: Money For Nothing
- Dominique Fils-Aimé: Strange Fruit
- Geoff Castellucci: The Sound of Silence
- Gidon Kremer - Helmut Muehle: Antonio Vivaldi - Violin Concerto in G Minor Op. 8/2 RV 315 "Summer"
- Jean Michel Jarre: Oxygen Parte 4
- Jeff Buckley: Lilac Wine
- Jeff Buckley: Hallelujah
- Jimmy Sax: No Man No Cry (Patris Gero Remix)
- Kei Koito: J.S. Bach - Prelude & Fugue in C Major BWV 547: I. Prelude
- La Serenissima: Violin Sonata in G Minor "Il trillo del diavolo": II: Allegro
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L'ampia sala prescelta per l'evento è stata la "B" della Casa del Volontariato, meritorio ente che opera a supporto delle Organizzazioni di Volontariato, di Cooperative Sociali ed Enti no Profit presenti sul territorio di Monza e Brianza, senza perseguire fini di lucro. È in questa nobile cornice che ha magnificamente suonato una catena composta dal Front End/DAC Bricasti M12, lettore CD/SACD Bricasti M19, amplificatore integrato stereo ItaliAcoustic HSA-05S, amplificatore finale di potenza ItaliAcoustic HSA-12S, diffusori da pavimento LAHO' FuturA7, diffusori da piedistallo LAHO' BadGirl (con il supporto del subwoofer LAHO' BadBoy). Cablaggio Ricable serie Magnus. I file audio ascoltati erano contenuti in un PC dotato del software Pure ASIO Player, mentre il Bricasti M19 è stato messo a disposizione degli astanti per l'ascolto di eventuali CD o SACD. I file erano dunque provenienti da un PC esterno e venivano gestiti dal Bricasti M19, in qualità di DAC/Preamplificatore, poi inviati al finale di potenza e anche all'amplificatore integrato. A ripulire la corrente di rete ci ha pensato il condizionatore di rete Gigawatt PC-3 EVO. Davvero egregio a mio parere il grado di sinergia raggiunto tra i vari componenti, con delle elettroniche e cablaggi che hanno consentito alle due elettroacustiche LAHO' di esprimere la loro diversa timbrica, in ambedue i casi di grande rispetto, in una differenza giustificata dalla tipologia di diffusore, dalla configurazione e dai trasduttori implementati.
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In entrambi i sistemi LAHO' ho ravvisato quelle qualità di fondo che li classificano, insieme agli altri componenti, come autentica Hi-End. Gli elementi a conforto non mancavano, quelle qualità che ho sempre rinvenuto nelle catene di più alto livello che mi è capitato di sentire nel mio percorso audiofilo, sostanziate nel presente impianto. Mi riferisco alle altissime capacità di definizione e risoluzione, qui davvero ai massimi livelli. È il brano con cui si apre questa seduta d'ascolto, A House by the River di Allan Taylor, a parlare chiaro, rivelando la straordinaria presenza delle frequenze medie espresse dalle FuturA7. Definirei il loro suono ad alta emozionalità, mai esangue, anche se questo va forse a scapito della ricerca di una linearità particolarmente spinta. Chitarra e voce hanno esibito una matericità di livello assoluto, intesa come evidenza e consistenza della materia sonora. Il dato di una non comune accuratezza riproduttiva va ovviamente riconosciuto anche agli altri componenti, sorgenti e amplificazioni, altrimenti il risultato finale non avrebbe potuto emergere con tale inconfutabilità. Nel "live" di Amy Winehouse in Stronger Than Me la gamma media è in discreta evidenza, favorendo l'esplorazione del "middle ground", quel territorio cui l'orecchio umano è massimamente sensibile.
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Sorprendente la vivezza, la rimarchevole velocità dei transienti dinamici, accompagnata da un tappeto di dettaglio fine costantemente presente anche a bassi volumi d'ascolto, laddove altri sistemi tendono a nasconderlo per esternarlo solo a livelli di pressione non certo contenuti. Comportamento per'altro tipico dei diffusori ad alta sensibilità, dove non si deve necessariamente spingere sui Watt per ottenere una prestazione di piena soddisfazione. Si cambia genere, virando verso il barocco, con Antonio Vivaldi nel terzo movimento, Allegro, del Concerto in D Major "L'inquietudine" RV 234. Va dato atto agli organizzatori di aver saputo individuare una scaletta brani che favorisse un'agevole valutazione di tutti i parametri caratterizzanti l'ascolto. In questo brano si apprezza la deliziosità della resa acustica sui non facili, riproduttivamente parlando, strumenti ad arco. Nelle FuturA7, sistemi dalla gamma media giunonica, quindi presumibilmente tendenti ad appiattire la prospettiva scenica, scopro con mia sorpresa che l'ambienza non è affatto compromessa da una visione "frontale", ma trovo al contrario un ottimo discrimine dei piani sonori e una netta separazione tra i piani sonori. Sorge a questo punto in me il sospetto che nei brani precedentemente ascoltati questa gamma media discretamente "sfacciata" si sia ricercata soprattutto in sede di registrazione e che le FuturA7 si siano semplicemente limitate a riprodurla così com'è.
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Sono invece sicuro nel dichiarare magnifica, intensa e teatrale la resa emotiva che questo sistema garantisce in ogni genere e occasione. L'intreccio vocale in Mother Pray di Ben Harper si avvantaggia di questa lucida visceralità, le individualità vocali sono stagliate con precisione ognuna nel suo spazio, riempiono alla grande la sala "B" senza lasciare mai la bocca asciutta. In Money For Nothing dei Dire Straits è difficile non restare ammirati di fronte alla resa graffiante della voce di Mark Knopfler (con quella di Sting in sottofondo) e dall'immediatezza, incisività e ottimo punch espressi dalla batteria di Terry Williams. Ritorna una temperie squisitamente acustica con un altro celeberrimo brano di Antonio Vivaldi, il tempestoso Presto, terzo movimento del Concerto per violino in sol Minor Op. 8/2 RV 315 "Estate". Si rifà viva quell'ammirevole naturalezza degli strumenti acustici, l'ampiezza del palcoscenico tridimensionale, soprattutto in larghezza. Si pone sul versante opposto, con i suoi drammatici suoni di sintesi elettronica, Jean Michel Jarre con il brano Oxygen Parte 4. Il risultato, ormai ampiamente presagibile, è quello della vivificazione d'impressivi clangori, ora metallici ora più morbidi, che proiettano l'ascoltatore in una dimensione quasi epica. Changer les dames!
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Entra in campo il piccolo sistema da piedistallo LAHO' BadGirl resin, Il quale mette in mostra un suono meno straripante ma dall'ottimo equilibrio tonale, sempre molto ben bilanciato dal punto di vista tonale e sostanzialmente foriero delle medesime virtù delle più grandi FuturA7, senza tuttavia quegli accenni di esaltazione riscontrati sulle medie frequenze. Il livello di dettaglio si conferma particolarmente alto, certamente allo stesso livello delle floorstanding. Il basso è profondo, immanente sin dalle primissime ottave grazie all'integrazione con il subwoofer BadBoy. L'otto giugno 2025 un altro tassello esperienziale si è aggiunto al mio ormai annoso percorso audiofilo, una tessera preziosa, mi preme aggiungere, incastonata in una giornata memorabile. Succede quando s'incontrano dei professionisti cui sta a cuore la musica e il rispetto assoluto per una riproduzione audio intonsa, non mortificata da limitazioni di sorta. Capaci di accogliere l'appassionato con un sorriso, dandogli la propria cordiale disponibilità. Un confortante esempio di valorizzazione della vera alta fedeltà, quella seria, priva di specchietti per allodole e piena di ottima sostanza.
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Alfredo Di Pietro
Giugno 2025