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venerdì 29 marzo 2024 ..:: Trends Audio TA 10.2 ::..   Login
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 TRENDS AUDIO TA 10.2, L'ICONOCLASTA Riduci

 

 

INTRO

Non so se sia un vantaggio o un limite, ma sono un audiofilo facile agli innamoramenti. Ho preso coscienza di questa mia tendenza, in precedenza solo sospettata, da quando la mia attività dilettantistica di recensore e reporter freelance si è intensificata. Tutti gli oggetti transitati per una disamina nella mia sala d'ascolto, per un motivo o per un altro, hanno lasciato un segno, un sottile retrogusto a metà tra la conquista e la scoperta dei caratteri peculiari di ciascuno.

Come più o meno avviene per gli esseri umani è relativamente facile individuare un'indole di massima ma molto più difficile è scendere nei particolari sottili, cioè quelle qualità di quasi impalpabile percezione che nel complesso sono il vero biglietto da visita di ogni individualità. Per questa ragione in tutti ho trovato dei punti d'interesse, alcuni hanno finito per conquistarmi diventando parte integrante della mia catena, è successo per i diffusori Dynavoice Definition DF-6 e i due amplificatori Fenice 20, che utilizzo in biamplificazione. Sempre poi, al momento della separazione, ho provato nostalgia per il distacco e sono sicuro che anche questa volta succederà.

I chip di amplificazione della Tripath, ribattezzati come classe "T", adottano il sistema proprietario di processamento del segnale DPP (Digital Power Processing), diverso da quello mainstream della classe D, cioè la PWM (Pulse Width Modulation). Nel corso di questi anni sono stati il cuore di tantissime implementazioni, un cuore che batte forte anche a dispetto di layout circuitali e componenti passivi approssimativi. Questi fantastici IC sono stati sfruttati da una vasta schiera di agguerriti tweakers che hanno modificato (moddato si dice in gergo) degli oggetti già esistenti nel tentativo di riuscire a ottenere un suono ancora migliore, cercare di individuarne il limite nella sfida con altri moddatori. Il chipset di casa Tripath che ha rubato la scena mettendo un po' in ombra tutti, è stato certamente il TA2024 in quanto dotato di maggior carattere rispetto agli altri.

Sedatisi i clamori iniziali, i progettisti più abili si sono rimboccati le maniche realizzando schede sempre più valide che hanno condiviso il mercato con produzioni meno nobili. Ancora oggi la febbre Tripath non accenna a calare, la dimostrazione è l'invasione di schedine da pochi euro complice l'e-commerce, prodotti spesso perfettibili acquistati sovente da chi ci sa fare con il saldatore e trasformati in piccoli laboratori su cui esercitare le proprie abilità di tweakers. Il TA2024 si è così rivelato essere un piccolo ma efficacissimo iconoclasta, forte del suo potere di demolizione e sovvertimento nei confronti dei vecchi principi che regolavano le amplificazioni entry level. Il risultato, un tempo irraggiungibile, di assottigliare sino a renderla quasi invisibile la linea di demarcazione tra le amplificazioni Hi-End e quelle di primo prezzo è stato finalmente realizzato da questo piccolo IC di pochi millimetri.

L'oggetto protagonista di questa recensione, come vedremo più avanti, è un esempio di come si possa lavorare al meglio per far emergere le qualità migliori del TA2024.

Per chi desiderasse approfondire il discorso sulla classe T e il TA2024 consiglio la lettura, rispettivamente, del "White Paper" della Tripath http://gpds.uv.es/elec_anal_2/archivos/clase_T.pdf e del datasheet http://www.datasheetcatalog.org/datasheet/Tripath/mXyzxwwt.pdf oppure potrebbe "trastullarsi" con il recente sunto che ne ho tratto nel corso della mia recensione sul Fenice 20 MKT II SG http://nuke.nonsoloaudiofili.com/Fenice20MKTIISG/tabid/251/Default.aspx

 

 

TRENDS AUDIO TA 10.2

Il marchio Trends Audio nacque a Hong Kong nel 2006 come costola della ITOK Media Limited, fondata nel 1996 e sin dalla nascita pioniere dell'e-business nell'ambito dell'elettronica. Anche la ITOK, come la Trends, ha sede nella metropoli cinese di Hong Kong e si è costruita in questi anni una solida esperienza nel settore grazie alle sue molteplici attività http://www.itok.com/ITOK/EN_US/About/media.htm.

Il motto della Trends Audio: "High end but not high priced audio products !" la dice lunga su quale sia il suo obiettivo, quello cioè di un'attività interamente tesa a fornire all'audiofilo risparmioso una serie di prodotti che davvero non fanno rimpiangere l'Hi End. Scendendo nei particolari della produzione di un'azienda che ha contribuito forse più di ogni altra alla valorizzazione del TA 2024, scopriamo che nel catalogo figurano cablaggi Hi Fi semplici e dotati di adattatori per i prodotti Apple, amplificatori integrati in classe T (TA 10.1 e TA 10.2 nelle sottoversioni liscia e "SE"), finali di potenza sempre in classe T (TA 10.2 P e TA 10.2 P "SE"), TA-10.2, compresa la versione "SE", per iPhone/iPod/iPad/Smartphone e lettori Mp3, il preamplificatore/amplificatore per cuffia a valvole PA-10, rilasciato anche in versione "Apple oriented". Questi singoli apparecchi sono variamente combinati negli "iCombo Hi-Fi System". Seguono le unità di alimentazione PW 10, più due Power Adaptor dedicati al TA 10 (4A AC/DC - 3A AC/DC) e al PA 10 (24V AC/DC). La Battery Pack 5V, da molti appassionati è ritenuta la miglior soluzione di alimentazione per l'USB Audio Converter UD-10. Poi ci sono i Trends Combo Desktop Hi-Fi System (10 - 12 e 14), i Trends Hi-Fi Systems con il Trends Combo 1, i TA-10 Upgrade to Combo One Hi-Fi System. La cospicua carrellata di prodotti termina con l'UD-10.1 USB Audio Converter, convertitore D/A che include un'uscita per cuffia, ideale per chi voglia sfruttare il proprio PC come sorgente digitale.

Tempo fa su queste pagine apparve una mia comparativa, scritta di getto con uno stile "semiserio" e frutto di una settimana di ascolti del TA 10 prima versione. Era la personale testimonianza di un timido approccio a quella classe T che tante gioie in seguito mi avrebbe donato. Nella prova lo confrontavo con il mio amplificatore consumer di allora, uno Yamaha AX 496, elettronica certamente correntosa ma dalle prestazioni opache e una gamma medio alta decisamente acida. La "grinta" che allora gli attribuivo, vista con il senno di poi non era altro che una bella legnata di distorsioni, o fatica d'ascolto se volete... Nonostante avessi utilizzato una coppia di diffusori dalla sensibilità non abbastanza alta (Canton LE 109), intuii ugualmente le doti del Trends e dovetti ammettere la sconfitta, anche se a denti stretti. Da quella lontana estate del 2008 tanta acqua è passata sotto i ponti. Allora non amavo molto la classe T, che conoscevo superficialmente, inoltre i setup inopportuni in cui l'avevo ascoltata certamente non aiutarono alla formazione di un giudizio favorevole. Ritornando ai nostri giorni, il desiderio di conoscere più da vicino il TA-10.2 ha due motivazioni, anzi tre: la prima è perché contiene il chip Tripath TA2024, mia "ossessione" del momento, la seconda deriva dalla curiosità di vedere sin dove possa spingersi questo IC confortato da un layout circuitale e una componentistica allo stato dell'arte e l'ultima rivedere le mie opinioni di allora alla luce di un'accresciuta esperienza insieme all'upgrade intercorso tra la prima release e l'attuale TA 10.2.

Oggi sulla ribalta troviamo proprio lui, il TA 10.2, un amplificatore "no compromise" che, sorpassando il livello di qualità del precedente best buy di famiglia, ha l'ambizione di creare un nuovo punto di riferimento nel contesto dei classe T basati sul TA2024. Rispetto alla versione 10.1 rimane identico il layout circuitale, comprese le induttanze del filtro passa-basso avvolte in aria (air core). Queste giocano il significativo ruolo di filtro passa basso (LPF), una componente indispensabile per depurare il segnale dalla portante ad alta frequenza generata nella DPP, prima della consegna ai morsetti di uscita. Gli induttori avvolti in aria hanno un sostanziale vantaggio su quelli dotati di nucleo: scongiurano il fenomeno della saturazione e i conseguenti effetti distorsivi sul segnale alle alte frequenze.

La Trends Audio ha avuto il merito di studiare il Super T-Amp, versione migliorata del Sonic Impact T-Amp, per diversi mesi (si dice 6) lavorando sostanzialmente al miglioramento di una formula già collaudata. L'impulso alla progettazione di modelli più evoluti non si è fermato alla prima versione, al TA 10.0 è seguito il TA 10.1 e ora, con il TA 10.2 si è inteso raggiungere un nuovo limite di qualità. Ricky Leung, capo progettista dell'azienda cinese, con il suo staff di collaboratori ha deciso che gli enhancement nella nuova versione dovevano riguardare essenzialmente la componentistica fermo restando il layout circuitale. I nuovi livelli prestazionali sono stati quindi ottenuti grazie a interventi di upgrade che hanno riguardato i condensatori di disaccoppiamento nello stadio d'ingresso, passati dagli ERO MKT ai proprietari MKP, i condensatori di filtro Rubycon MCZ della sezione di alimentazione hanno preso il posto degli elettrolitici ELNA Brown/Gold, anche il controllo di volume ha beneficiato dell'ingresso di un ALPS (solo però nella versione "SE"), la presa del cavo di alimentazione sull'AC/DC Adaptor è finalmente una bella vaschetta IEC. Il trasformatore/alimentatore fornito in bundle è capace di 4 Ampere nella versione "SE" mentre nella base rimane a 3 Ampere. Va da sé che il miglioramento più radicale si ottiene con la versione Special Edition. Tutti i componenti ospitati sulla PCB sono del tipo "through-hole" quindi sono facilitati eventuali interventi rispetto al montaggio superficiale (SMD) anche se, vista la qualità della scheda e dei componenti passivi, credo che difficilmente si sentirà il bisogno di qualche ritocco.

 

 

DESCRIZIONE

SPECIFICHE TECNICHE DEL TRIPATH TA2024:

Potenza di uscita: 2 x 15 watt su 4 ohm - 2 x 10 watt su 8 ohm
Rapporto segnale/rumore: 98 dB
Gamma dinamica: 98 dB
Distorsione IHF - IM: 0.10% a 1 watt su 4 ohm
THD+N:
0.03% a 9 watt su 4 ohm
0.1% a 11 watt 4 ohm
0.1% a 6 watt su 8 ohm
Alta potenza:
10% a 15 watt su 4 ohm
10% a 10 watt su 8 ohm
Efficienza:
81% a 15 watt su 4 ohm
90% a 10 watt su 8 ohm

Quest’amplificatore "bonsai" si presenta con quell'aria minimalista da oggetto "Office-ready" che apparentemente lo relega in una categoria di oggetti si piacevole ma buona solo da utilizzare come sottofondo mentre si sta facendo qualcos'altro, nulla che possa avvicinarsi agli standard dell'Hi Fi seria (vedremo in seguito che non è affatto così). Il popolare Tripath TA2024 e tutto ciò che gli ruota intorno è racchiuso all'interno di un robusto case di alluminio che assicura un'adeguata schermatura contro le interferenze. E' ben rifinito e ha delle dimensioni che giustificano l'uso dell'espressione "Mini Size" formulato dalla stessa Trends Audio per identificare le sue elettroniche: 76 mm di larghezza, 46 mm di altezza e 114 mm di profondità che diventano 150 se includiamo la manopola del volume e i connettori. Il peso è di 500 grammi. Il pannello anteriore, tenuto in sede da quattro viti con testa a croce, ha una finitura in argento chiaro e ospita semplicemente a sinistra il LED blu di accensione e a destra una manopola di controllo del volume in alluminio di discrete dimensioni (niente tappi da tubetto di dentifricio... :-)

Sul più popolato pannello posteriore ci sono, da sinistra, i quattro connettori dorati per il collegamento dei diffusori (R e L) intramezzati dalle connessioni RCA dell'unico ingresso linea, cui segue la levetta di accensione/spegnimento e, sotto, la presa Power Socket da 5.5 mm/2.1 mm.

L'alimentatore fornito a corredo dispone di una versatile IEC per la connessione del cavo di alimentazione, viene data così la possibilità di collegare il cavo che più ci aggrada. Non che quello fornito abbia un aspetto disdicevole (tutt’altro) ma, si sa, agli appassionati piace giocare con i cavi e privare il TA 10.2 di questa utility l'avrebbe forse un po' declassato dai ranghi "Audiophile" cui aspira. Durante le prove ho giocato anch'io un po' collegando un Supra LoRad 3x2,5 mm, un Cablerie D'Eupen e un Fluxus Alimentami, alla fine ho lasciato connesso il Supra e ho vissuto felice.

A parte me che sono un po' matto a nessuno credo verrebbe in mente di acquistare un cavo di alimentazione che costa più dello stesso amplificatore, così ho voluto vestire i panni dell'audiofilo presente a se stesso lasciando inserito per tutta la prova l'economico ma ottimo LoRad. I binding post per i diffusori sono del tipo WBT, accettano pertanto banane, forcelle e cavo spellato, sono inoltre dotati di coperture di plastica trasparente per la protezione dal corto circuito, quasi una necessità per chi deve operare su un pannello di dimensioni così contenute. Anche se il TA 2024 ha un'efficace protezione dal corto (già da me sperimentata sul Fenice 20...) è sempre meglio averli. Presenti una protezione interna contro i sovraccarichi di corrente contro la sovratemperatura.

Il senso di accuratezza e solidità che trasmette il Trends non si limita al tatto ma prosegue con la "visual inspection" interna: le brasature appaiono pulite e robuste, i vari componenti passivi sono montati con ordine, il chipset usufruisce di minidissipatori termici per la dispersione del (poco) calore sviluppato durante il funzionamento. Le viti delle connessioni RCA e Binding Post ben serrate, particolare importante per abbassare la resistenza di contatto.

E' sufficiente una rapida occhiata per capire come nulla sia stato trascurato per ottenere una qualità al di sopra di ogni sospetto. La probabilità che il cablaggio pesi più dello stesso amplificatore è alta per cui, onde evitare spiacevoli episodi di caduta al suolo, è consigliabile fissarlo al piano d'appoggio con del Patafix della Uhu o similari oppure, più semplicemente, mettendogli un bel peso sopra, non importa se un umile laterizio o un marmo pregiato.

L'AC/DC Adaptor è di costruzione cinese, targato GM-120300 e misura 12,3 x 4,8 x 3 cm. Le sue specifiche elettriche recitano un ingresso in alternata di 100~240 volt a 50/60 Hz con uscita in DC a 12 volt/3 ampere, come dicevo prima, la versione "SE" viene corredata con un alimentatore che eroga invece 4 Ampere. Vi confesso di non aver speso troppo tempo a provare i più disparati cavi d'alimentazione piuttosto che diversi tipi di AC Adapter o tentare l'"esegesi" dell'alimentazione a batterie. Forse qualcuno potrà trovare in questo senso carente il mio approfondimento, ma non credo che ci siano delle differenze sostanziali tra i diversi dispositivi, ecco perché lungo tutta la prova ho usato l'alimentatore fornito in bundle, limitandomi a connettergli un buon cavo d'alimentazione: un Supra LoRad 3x2,5, anche se il cavo di serie si comportava già molto bene. Il mio personalissimo consiglio è di non dilapidare una fortuna in cavi e alimentatori, ma saggiamente usare quanto viene dato in corredo dalla Trends Audio.

 

 

PER GLI "ADVANCED USER", MA NON SOLO

Il TA 10.2 risveglierà lo smanettone sopito che è in voi. Si sa, l'appetito vien mangiando e chissà che divertendosi ad agire sui mini trimmer piuttosto che spostando i ponticelli non cresca in voi quella febbre da tweaking che vi porterà a trasgredire l'indicazione "For advanced user only", cautelativamente suggerita dal manuale d'uso come condizione necessaria per procedere in sicurezza alle operazioni indicate.

Più realisticamente ritengo che i due interventi di cui mi accingo a parlare possano essere effettuati senza problemi anche da un utente non particolarmente avanzato, si tratta in fondo di procedure abbastanza semplici che reclamano solo un'attrezzatura di base e un minimo d'attenzione. Se ci sono riuscito io è segno che possono farcela tutti... :-) Forse l'avranno fatto per rendere quest’amplificatore somigliante ai più raffinati valvolari Single-Ended (in effetti il TA 2024 è un SE) se all'utilizzatore è demandato il compito di regolare il "bias" (si, avete letto bene) delle uscite di potenza.

Ad apparecchio nuovo troverete il giusto valore già presettato dalla fabbrica, quindi nessun problema per un utilizzo immediato, ma con l'uso saranno necessari degli aggiustamenti per ristabilire il bias ottimale (il manuale non specifica ogni quante ore va fatto il "tagliando"). Quest’operazione non va trascurata perché un giusto valore permette di conservare un suono ottimale e ridurre al minimo il "pop" che si verifica al transitorio d'accensione. Nel TA 10.2 un’eccessiva tensione di polarizzazione DC, indicata in un valore massimo di 150 mV nel datasheet del TA 2024, porta a una riduzione del rapporto segnale-rumore insieme a un degrado delle prestazioni audio. La procedura, ben spiegata nel manuale utente, necessita di un'attrezzatura alla portata di chiunque: due giravite, uno grande per rimuovere le quattro viti dello chassis, uno piccolo (quelli da orologiaio vanno benissimo) per agire sui mini potenziometri e infine un multimetro per misurare la tensione DC (un buon multimetro digitale si acquista per pochi euro nei negozi di elettronica). In pratica bisogna svitare quattro viti, le due superiori dei pannelli anteriore e posteriore e rimuovere il coperchio per accedere all'interno dell'ampli. Dopo aver messo in tensione il TA 10.2 bisogna agire sui due trimmer (Rt) presenti sulla PCB in prossimità del pannello anteriore, vicino al potenziometro del volume. I puntali del multimetro andranno collegati ai terminali dei diffusori (+VE e -VE) per rilevare la tensione in DC. Si procede prima con il canale destro, girando la vite del trimmer più vicino al pannello frontale in senso orario o antiorario, sino a leggere sul multimetro un valore di tensione di +/- 0 mV. Si ripetono poi i medesimi passaggi per il canale sinistro, avendo cura di agire sul trimmer accanto.

I due trimmer per la regolazione del Bias

In casa Trends non hanno ritenuto sufficiente migliorare solo circuito e componentistica lavorando sul Super T-Amp, ma hanno dotato il TA 10, sin dalla sua prima versione, di un sistema per trasformarlo da integrato a finale di potenza bypassando il controllo del volume. Questo è possibile cambiando la disposizione dei ponticelli sugli otto pin presenti, quasi meglio di una giacca double face... :-) In particolare, per l'utilizzo come "integrato" bisognerà disporre i quattro ponticelli a cavallo tra i quattro pin interni e i quattro esterni mentre se si desidera adoperarlo come finale basterà inserire due soli ponticelli sui quattro pin centrali. Penso che le foto chiariscano il posizionamento più efficacemente di ogni descrizione verbale.

I quattro ponticelli disposti in configurazione "integrato"

Due soli ponticelli per utilizzare il TA 10.2 come "finale di potenza"

 

 

L'SPL, QUESTA SCONOSCIUTA

C'è una categoria di audiofili che ritiene congrua un'elevata potenza di pilotaggio anche in un ambiente domestico di medie dimensioni. E' vero che questo dato è in relazione alla sensibilità dei diffusori, ampiezza e caratteristiche acustiche della stanza, ma spesso accade che si disponga di potenze mai sfruttabili per intero. Mi son dato la pena di misurare i livelli massimi di pressione che il TA 10.2 è in grado di sviluppare nel mio ambiente d'ascolto, una stanza di 6x3,5 metri mediamente assorbente. Le SPL sono state rilevate nella mia consueta posizione d'ascolto e al limite del clipping. L'apparecchiatura utilizzata per le misurazioni consta di un Notebook HP G62 con installato il software di misura Arta, un microfono Superlux ECM-999 e la scheda audio E-MU Creative Pre Tracker USB 2.0. La prova che ho fatto è molto significativa circa le SPL che sono normalmente possibili in un ambiente casalingo prima che i vicini comincino a picchiare i pugni sui muri oppure, salendo con i dB, prima che la Benemerita si presenti alla porta d'ingresso. Orbene, sono giunto alla conclusione che pilotando con il Trends una coppia di casse abbastanza sensibili ci troveremo nelle condizioni di affermare che di potenza ce n'è d'avanzo. Io che ho una coppia di Dynavoice Definition DF-6 (94 dB/w/m) non ho mai sentito la necessità di avere più corrente, anche con i generi più energetici. Ho voluto coinvolgere nella prova anche la mia coppia di Canton LE 109 (sensibilità 89 dB/w/m). Lo scopo era verificare se anche con diffusori dalla sensibilità media - mediobassa fossero possibili dei volumi d'ascolto accettabili in un ambiente domestico tipo.

Il brano candidato all'esperimento è stato quello d'apertura del lavoro "Rage Against the Machine", primo album in studio del gruppo omonimo formato da quattro energumeni statunitensi, pubblicato nel 1992. Il brano s'intitola "Bombtrack", come dire... un titolo, una garanzia. La registrazione fonometrica è partita pochissimi secondi prima dell'inizio del brano, non più di due o tre, e si è protratta sino al secondo 28 quando, dopo un lungo intervento del basso elettrico c'è stata la vera e propria esplosione. I valori istantanei di picco hanno fotografato proprio quella. Per la precisione, la distanza tra la linea congiungente i diffusori e il microfono, posto esattamente al centro tra i due, era di 386 cm.

Il grafico fa una fotografia delle SPL raggiunte sui diffusori Definition DF-6, con segnale campionato a 48 KHz. Osserviamo dei valori decisamente soddisfacenti con un LZeq (livello continuo equivalente di pressione sonora lineare "Z") di 89,73 dB, un LZS (livello massimo di pressione sonora in lineare rilevato mediante la costante di tempo "slow") di quasi 93 dB (92,92 per la precisione) (LZmax 95,17 dB e LAmin di 27,78 dB). Durante la lettura ho utilizzato un tempo d'integrazione lento (Integration Time) per non vedermi i valori cambiare troppo rapidamente. Nella LCpk (livello massimo di picco pesato C) il valore ha raggiunto i 104,72 dB. Naturalmente mi sono tenuto lontano dal clipping, almeno quello rilevabile ad orecchio.

Anche con le LE 109 ho ottenuto dei dati simili. Ora, non voglio credere che il TA 10.2 sia miracoloso a tal punto da far suonare ugualmente forte due diffusori dalle specifiche così diverse, più realisticamente penso che le sensibilità reali delle due torri fossero molto più vicine di quanto i dati non lasciassero credere oppure che siano intervenuti fenomeni di saturazione acustica del locale. Nella LZmin ho praticamente misurato il rumore di fondo della stanza (i primissimi secondi prima della partenza del brano). A parte le misure le orecchie a un certo punto hanno reclamato vendetta per la pressione davvero alta. Serve altro per convincerci che un chip TA2024, in un ambiente domestico di medie dimensioni e con diffusori adeguatamente sensibili, possa suonare forte? Fate anche voi una prova!

 

 

UN ASCOLTO "NATURALLY PERFECT"

SETUP:
Preamplificatore Rotel RC 06
Giradischi Pro-ject Debut II SE con testina Denon DL-160
Personal Computer HP G62 con player Foobar 2000
Scheda audio E-MU Creative Pre Tracker Pre USB 2.0
Cavi di segnale Fluxus 2*70 S
Cavi di potenza Fluxus LTZ 900
Cavo di alimentazione sul preamplificatore: Fluxus "Alimentami"
Cavo di alimentazione sull'AC/DC Adaptor del TA 10.2: Supra LoRad 3x2,5 mm.

La prima sessione di ascolti, con il Trends Audio configurato come integrato, è durata una decina di giorni mentre nella seconda, durata lo stesso periodo, ho aperto l'apparecchio e spostato i ponticelli utilizzandolo come finale di potenza in accoppiata al pre Rotel RC 06. Non ho avuto modo di provarlo nella versione "SE", dotata di un potenziometro di maggior qualità (un ALPS), ma il mio Rotel ha appunto un ALPS. La qualità del potenziometro gioca un ruolo molto importante nelle prestazioni sonore di un amplificatore e adoperarne uno di scarsa qualità vuol dire penalizzarle. Non che il controllo del TA 10.2 della versione liscia sia da buttare via, fa più che dignitosamente il suo lavoro, ma passando dalla configurazione integrato a finale, L'Alps del mio Rotel RC 06 molto probabilmente ha fatto la differenza. Naturalmente il segnale non è passato solo dall'Alps ma anche attraverso la circuitazione dell'RC 06 per cui non posso affermare con sicurezza che le differenze avvertite siano da ascrivere solo a quello, è una considerazione banale lo so ma è bene metterla in chiaro a scanso di equivoci.

Per avere la "certezza" avrei dovuto testare in comparazione la versione liscia e la "SE". Fatto sta che in versione finale il TA 10.2 mi ha convinto ancora di più, in particolare con una prestazione più generosa ed espansiva. Le medie frequenze che in versione integrato erano talvolta un po' trattenute ora viaggiavano con una maggiore autorevolezza, tutto insomma appariva più maestoso, la scena ancora più ampia. Probabilmente il potenziometro del TA 10.2 rappresenta un piccolo collo di bottiglia che immiserisce leggermente le performance semplificando un po' l'enorme ricchezza armonica di cui il chip è capace, le differenze, pur sensibili in un confronto ravvicinato, non sono esorbitanti.

L'intervento del potenziometro di volume è molto graduale, senza impennate improvvise ma perfettamente progressivo e ben sfruttabile, sfruttabile mediamente sino in prossimità del fondo corsa. E' segno che non si è voluta calcare la mano in fase di progettazione degli stadi di guadagno, a tutto vantaggio del contenimento delle distorsioni. Di questo Trends si riesce a sfruttare senza problemi la potenza sino all'ultimo watt utile, al crescere del volume inoltre, a differenza di altre implementazioni, non ho avvertito sbilanciamenti tonali, né tantomeno avvicinandosi in zona pre-clipping. Nono si verifica mai alcun indurimento o aggressività anche nelle zone dello spettro in cui l'orecchio è più sensibile. Implementazioni meno nobili (e meno costose) non mantengono questa purezza sino all'ultimo manifestando un certo degrado del suono ben prima dell'approssimarsi del limite.

 

 

LISTA DEI BRANI

Angela Hewitt - Beethoven Piano Sonatas - Vol. 3
Françoise Couperin - Tic,Toc, Choc et autres pièces de clavecin - Alexandre Tharaud
The Hilliard Ensemble - English and Italian Renaissance Madrigals
Berlioz: Symphonie Fantastique - L'Orchestre National - Andre Vandernoot (96 KHz - 24 bit)
Britten's Orchestra - Michael Stern - Kansas City Symphony (88 KHz - 24 bit)
Carl Orff - Carmina Burana - Richard Hickox - LSO - Chandos (88,2 KHz 24 bit)

Astor Piazzolla - L'Amour du Tango, L'Album d'Une Vie
Chet Baker - Sings
Enrico Rava - Chanson
Paolo Fresu - Metamorfosi
Rossana Casale - La Via dei Misteri
Joe Zawinul & The Zawinul Syndicate - Vienna Nights. Live at Joe Zawinul's Birdland

Fabrizio De Andrè - Anime salve
Neri Per Caso - Le Ragazze
Joni Mitchell - Travelogue
Joni Mitchell - Ladies of The Canyon
Franco Battiato - Fleurs
Loreena Mckennitt - Elemental

Rage Against the Machine - Rage Against the Machine
Nirvana - Nevermind
Emerson Lake & Palmer - Works
Black Sabbath - Paranoid
Frank Zappa - Civilization Phaze III
Frank Zappa - Jazz From Hell


In altre occasioni ho avuto modo di dichiarare la mia insofferenza per i cosiddetti dischi test, quelli che spesso ascoltiamo negli audioshow, ricchi di campanellini, triangolini, chitarrine e suadenti voci femminili cui fanno da contraltare potenti colpi di grandi percussioni piuttosto che strappate scuoti-visceri di basso elettrico.

Nel corso delle mie sedute d'ascolto uso dischi "normali", che conosco molto bene da anni per averli sentiti sui più diversi impianti. Un ampli come il TA 10.2 esibisce la sua sopraffina musicalità con ogni tipo di registrazione, come un re Mida trasforma in oro tutto ciò che tocca senza dimostrarsi brutalmente chirurgico. Tra i tanti dischi che possiedo ce ne sono anche di registrati male, ma con il Trends risultano sopportabili. Insomma difficilmente si sentirà la necessità di interrompere l'ascolto di un CD o LP perché infastiditi da una riproduzione sgradevole. Non fraintendetemi, non ammorbidisce o edulcora nulla ma non mette neanche il dito nella piaga con aggiunta di sale, su questo posso mettere la mano sul fuoco perché posseggo anche diversi titoli "anti audiophile", per lo più masterizzazioni di Mp3 a bitrate non elevatissimo (le prove vanno fatte anche al contrario).

Il primo termine che mi viene in mente è "delizioso"... il TA 10.2 elargisce una performance incredibilmente pulita e definita, diafana e neutra. Forte di una musicalità naturale da grande amplificazione non stanca mai l'orecchio anche se impegnato in lunghe sessioni d'ascolto. Riesce a raggiungere un equilibrio tra i vari parametri di valutazione che ha del miracoloso, in un quadro di alto livello generale è bandito ogni sbilanciamento che possa portare a un oscuramento reciproco delle tante buone qualità che possiede. Come in un'orchestra ben affiatata ogni strumento risalta cristallino nell'amalgama e soprattutto nell'assoluto rispetto per gli altri. E' un oggetto che non conquista con mirabolanti effetti speciali, ma incentra la riproduzione su sani principi euritmici sfoderando un comportamento prelibatamente "Audiophile".

Alla Trends Audio hanno lavorato molto bene per ottenere un bilanciamento tonale che sia valido, i militanti della classe T (ma non solo) troveranno questo uno dei suoi punti di forza. I limiti in gamma bassa del T-Amp sono per fortuna un lontano ricordo, grazie a un progetto sano si è data molta attenzione alla calibrazione dei condensatori di disaccoppiamento in ingresso con il risultato di una gamma bassa assolutamente non deficitarie sin dalla prima ottava. Anche se non lo si ascolta, basta dare un'occhiata alle misure di risposta in frequenza per rendersene conto. Ma è nelle frequenze medioalte che c'è il vero colpo d'ala, si percepisce, oltre a una straordinaria finezza di grana, una pulizia inusuale a trovarsi su elettroniche non solo di questo prezzo ma molto, molto più costose.

Le voci sono naturalissime, vivacemente cangianti nella mobilità espressività, doti che le rendono estremamente vive e realistiche. Traslando sulle percussioni, grandi e piccole, le impressioni avute nell'ambito delle voci, ritrovo la stessa tremenda efficacia nella fulmineità dei transienti, nella focalizzazione entusiasmante unita a una resa impulsiva tempestiva. Qui emerge un altro degli atout del TA 10.2, una spontanea immediatezza che non obbliga il cervello dell'ascoltatore a faticosi imbastimenti mentali, tutto è lì sotto le nostre orecchie e non è necessario lavorare d'immaginazione. Gli archi della London Symphony Orchestra nelle pagine di B. Britten hanno una grazia tutta particolare, il registro medio alto, la cui eleganza non smette ancora di stupirmi, rivela un'urbanità davvero rara, difficile eguagliarne la cifra specialmente nella capacità di estrinsecare la sottile dinamica interna della nervatura timbrico-armonica.

Tutto è aperto, arioso e privo di qualsiasi durezza. Le voci maschili sono giustamente pastose, mai ridondanti ma, al pari delle femminili, sempre asciutte e luminose. Agile, ben definito e profondo il registro basso, si integra coerente con la rimanente miscellanea spettrale senza fratture o manifeste smanie di protagonismo. E' una fortuna che questo avvenga, diversamente si andrebbe a spezzare quell'equilibrio di cui dicevo poc'anzi.

Ma quanto può essere credibile una recensione tutta rose e fiori? Qualche difettuccio dovrà pur esserci (e ci sarà senz'altro) ma scoprirlo è davvero dura. Se proprio debbo, trovo la gamma media certamente valida, mai affaticante, ma anche in alcune occasioni un po' sguarnita di espansività/presenza, diciamo che è un po' magra circoscrivendo l'osservazione in un ambito di quantità, non di qualità. Per onestà devo dire che questo carattere di eccessiva morigeratezza viene del tutto perso nell'ascolto in configurazione finale di potenza, abbinato al pre Rotel RC 06. Le medie così ritornano a manifestarsi con più estroversione, riaffiorano più intense laddove prima erano un po' reticenti. E' come se si passasse da un severo aplomb inglese a una giunonica prosperosità (perdonate queste mie esagerazioni linguistiche ma è per darvi un'idea di quello che accade).

Sulla formidabile capacità di ricostruzione dell'ambienza, grazie alla ricchezza d'informazioni sottili in alta frequenza, insieme al palcoscenico tridimensionale, si è detto ogni bene del TA2024. Personalmente mi sento di confermare tutte le valutazioni positive che recensori ben più autorevoli di me hanno espresso. Soprattutto se parliamo di focalizzazione, inquadramento e stabilità delle fonti sonore nello spazio questo gioiellino ha davvero ben pochi rivali. Trovo però che la rappresentazione prospettica, pur sempre plastica e ben sviluppata in larghezza, lo sia un po' meno in profondità dove si rileva una certa tendenza a proiettare in avanti strumenti e voci. E' una tendenza che ho riscontrato anche su altri classe D, come per esempio i Nuforce. A un’eccellente prestazione microdinamica si associa una buona macrodinamica, anche nella regione più energetica dello spettro: la medio-bassa.

Nel mio ambiente d'ascolto, grazie alla notevole sensibilità delle mie Dynavoice Definition DF-6 (ricordo 94 dB/w/m), non ho mai desiderato una maggior potenza anzi, in qualche occasione i watt del TA 10.2 mi sono parsi pure troppi. I grandi salti di livello nel range dinamico consentito emergono improvvisi e nervosi nonostante i pochi watt a disposizione, in questi frangenti hanno buon gioco l'estrema velocità di risposta e l'ottima capacità di pilotaggio di questo valente piccoletto. Gli amanti del PRAT (Pace, Rhythm and Timing) potranno stare tranquilli perché nel caso del Trends questa regola è pienamente corrisposta.

Chi ha definito il TA 10 come buono per amplificare sistemi audio da tavolo, tipicamente cassettine e PC, ha detto solo una parte della verità. Non che non si possa fare, non c'è nulla di disdicevole in questo tipo di utilizzo ma, calato nella realtà di una catena pregiata, dimostra in maniera più evidente la sua classe. Fatelo lavorare con delle torri da pavimento di alta sensibilità, con compagni dalla musicalità sottile e vi stupirà per quello che riesce a dare.
Dopo gli ascolti rimane un retrogusto totalmente privo di sapori sgradevoli. Il Trends Audio TA 10.2 eccelle in lucidità, grazia, vitalità ritmico-dinamica, timing e analiticità, dimostrando di essere un'impagabile cerniera che riconcilierà portafogli e voglia di suono Hi End, cosa di cui si sentiva assolutamente la necessità sotto questo cielo.

Un caloroso ringraziamento va al gentilissimo Gerardo Ventura di Playstereo per la sua preziosa collaborazione e a David Ho della Trends Audio per il supporto tecnico fornito!

Alfredo Di Pietro

Maggio 2011


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