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domingo, 14 de diciembre de 2025 ..:: Denon DL 160 ::..   Entrar
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 Denon DL 160 Minimizar

La mia età mi consente di guardare con un occhio di riguardo alla riproduzione analogica, i classici vecchi "padelloni" di vinile che tanto stanno tornando di moda, e non solo per un fatto di nostalgia, rispettabile quanto si vuole, ma che nulla dice sull'effettiva qualità, quanto per la reale ricchezza che questo supporto racchiude. Chi come me ha oramai 50 anni suonati ed è audiofilo da 35, come indico chiaramente nella home page del sito, non può non aver conosciuto le gioie e i dolori del vinile, non può non aver messo a confronto la filosofia analogica con quella digitale essendosi trovato a cavallo tra le due epoche. Lungi da me attribuire un primato ad una delle due filosofie, cosa non agevole se guardiamo al processo evolutivo dei formati digitali, mi limito da ascoltone incallito ad apprezzarle entrambe per quello che di buono hanno da darmi. L'analogico con la sua grande ricchezza d'informazioni, l'asciuttezza, l'incredibile attitudine a riprodurre un suono scevro da approssimazioni o ritardi, sempre pronto a rendere la velocità ed il senso del ritmo che solo il rispetto della microdinamica può dare, lontano da omogeneizzazioni o approssimazioni nel colore di strumenti e voci. Il digitale dalla sua offre un rapporto segnale rumore superiore, un perfetto nero infrastrumentale, la magia di poter ascoltare i pianissimo non disturbato da nulla che sia estraneo al puro fluire della musica, l'assenza di distorsioni, la facilità di fruizione di un supporto praticamente plug and play e delle potenzialità macrodinamiche elevatissime. Ma se proprio mi si chiedesse di fare una scelta direi che il caro vecchio vinile mi procura più emozioni, lo ritengo ancora più interessante nonostante i suoi limiti.

Un modesto consiglio: tenetevi lontani dalle feroci polemiche che si sviluppano ogni due per tre su praticamente tutti i forum audio in cui sembra di essere tornati all'epoca dei gladiatori e convivete tranquillamente con il vostro CD Player ed il vostro amato giraLP...vivrete tranquilli ed avrete maggior varietà di scelta, vi scoprirete ondivaghi non sapendo scegliere definitivamente tra due amanti con diverse "abilità" e godendo ora dell'una ora dell'altra a seconda dei vostri stati d'animo. Ma entriamo nel merito della prova.

Posseggo da un annetto circa un Pro-ject Debut II SE di cui ho scritto in queste pagine: http://nuke.nonsoloaudiofili.com/ProjectDebutIISE/tabid/122/Default.aspx Non fatevi ingannare dall'economicità dell'oggetto, venduto per poco più di 300 euro compresa la testina, pensando che il suo target siano le economiche MM da qualche decina di euro tipo quella fornita (Ortofon 510 MKII), beninteso la 510 è un'onesto fonorivelatore, ma se davvero volete tirar fuori tutte le potenzialità del Debut smontatela, riponetela in un cassetto e montateci qualcos'altro, potrete sempre usare la Ortofon alla bisogna come muletto. Onde compiere un deciso passo in avanti la mia scelta, dopo aver letto qualche lusinghiera recensione in rete, è ricaduta su una Denon DL-160. La testina si presenta in una confezione di cartoncino verde scuro con una finestrella trasparente in alto a sinistra da cui si può scorgere parte del "gioiello", più sotto c'è una banda trasversale color oro con il "biglietto di presentazione": "MC High Output Stereo Cartridge", in sintesi ci dice che si tratta di un fonorivelatore a bobina mobile ad alta uscita e questo significa che potrete collegarla ad un ingresso phono MM senza l'ausilio di un trasformatore di "Step Up", necessario per quelle MC che invece sono a bassa uscita, se il vostro preamplificatore o pre phono è dotato della opzione MM/MC andrà settato su "MM". Aprendo la confezione troviamo una bustina di cellophane contenente uno spazzolino per la pulizia dello stilo, una piastrina di metallo che funge da peso aggiuntivo per il montaggio sui bracci dove i 4,8 grammi della 160 risultano insufficenti per la giusta settatura della tracking force ed una teca con all'interno il fonorivelatore montato su un'accessorio di plastica trasparente che ha le sembianze di una conchiglia portatestina. Questo tornerà utile per la regolazione dell'overhang se si dovesse montare la Denon su uno shell non integrato con il braccio. Tale utility si applica alla base della conchiglia, osservando poi attraverso la scala graduata trasparente la posizione della puntina potremo effettuare la regolazione dello "sbalzo". Più in basso troviamo anche una lente d'ingrandimento che ci consentirà di apprezzare lo stato di conservazione dello stilo. Il metodo di installazione della DL 160 segue gli standards JIS ed EIA permettendone l'utilizzo sulla maggior parte degli headshell e bracci di lettura presenti sul mercato. Il montaggio sullo shell integrato del braccio Pro-ject 8.6 presente sul mio Debut II SE non ha riservato particolari sorprese o incidenti di percorso, naturalmente è raccomandatissimo durante le operazioni di montaggio tenere abbassato il salvastilo in quanto, come in tutte le MC, cantilever e puntina non sono estraibili, ma fissi con il corpo testina e l'eventualità di danneggiamenti senza questa utilissima precauzione non è purtroppo remota. L'installazione è facilitata dal fatto che è possibile inserire lateralmente la prima vite a dado già montato nella scanalatura di alloggiamento sul corpo testina, non è quindi necessario farla entrare dall'alto con la successiva avvitatura del dado. In tal modo le manovre sono più agevoli: fissando infatti la prima vite si può poi inserire la seconda in tutta tranquillità perchè la testina risulta già assicurata allo shell. Abbastanza semplice anche l'operazione di allineamento per la quale ho usato la dima gratuita fornita da TNT Audio, nella stampa abbiate l'accortezza di non utilizzare l'opzione "adatta":
http://www.tnt-audio.com/sorgenti/dima.pdf
I pin hanno un calibro piuttosto piccolo e potrebbe essere necessario un serraggio con una pinzetta per rendere più salda la connessione con le quattro pagliuzze, io sono stato fortunato perchè quelli del mio Pro-ject sembravano fatti su misura, ho potuto così usare soltanto i polpastrelli per innestarli. Vista la delicatezza delle parti in gioco il fatto di poter evitare l'uso della pinzetta scongiura l'eventualità di probabili danni ai sottilissimi fili...ed anche alle vostre coronarie :-) I pin di collegamento sono correttamente distanziati e presentano un'indicazione dei colori molto ben visibile: polo caldo del canale destro (rosso), polo caldo del sinistro (bianco), terra del destro (verde), terra del sinistro (blù). Se non avete buona memoria come me e tutti i tentativi di imparare le posizioni con i relativi colori falliscono miseramente, appuntatevele su un "pizzino". Una tecnologia allo stato dell'arte è stata utilizzata per la realizzazione dell'armatura "Cross-Shape", del cantilever a duplice struttura e del centro di vibrazione ad un unico punto.

L'8.6 del mio Debut II SE non ha purtroppo la regolazione del VTA, ma anche quì sono stato fortunato perchè il braccio appariva ad occhio perfettamente parallelo alla superfice del disco. Il libretto delle istruzioni per quanto riguarda la regolazione della forza di appoggio dice che le varie caratteristiche vengono standardizzate ad una temperatura di 20° C: se quella della vostra sala d'ascolto è più bassa occorrerà incrementare la tracking force mentre se è più alta bisognerà diminuirla, non ci sono però delle precise indicazioni in merito, penso comunque che la stragrande maggioranza degli utenti non ascoltino nell'Antartide oppure nel deserto del Sahara in ambienti non climatizzati. La DL 160 ha una cedevolezza adatta ai bracci di massa medio-bassa ed anche quì si sposa perfettamente con il Pro-ject 8.6, il quale ha una massa effettiva di 9,5 grammi. Un matrimonio perfetto quindi!

 

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LE SPECIFICHE:

Voltaggio d'uscita: 1,6 mV (1 Khz, 50 mm/s, direzione orizzontale)
Differenze di sensibilità tra i due canali: entro 1 dB (1 Khz)
Separazione stereo: più di 25 dB (1 Khz)
Impedenza: 160 Ohms
Cedevolezza: 10 x 10 -3 m/N (10 x 10 -6 cm/dyne) con una traccia test a 100 Hz
Stilo: ellittico speciale in diamante con una sezione rettangolare d'incrocio di 0.07 x 0.14 mm.
Peso di lettura: 16 mN +/- 3 mN ( 1.6 grammi +/- 0.3 grammi)
Risposta in frequenza: 20 Hz - 50 Khz
Peso. 4.8 grammi
Impedenza di carico: più di 47 Kohms.

 

L'ASCOLTO
 
Mi è capitato spesso di ascoltare degli oggetti che al di là di come suonavano non mi hanno suggerito di possedere una particolare personalità, non dico con questo che fossero anonimi perchè anche tra centinaia di apparecchi potremo trovare delle diversità. Parlo più precisamente di quel particolare carattere che suscita in chi ascolta delle precise emozioni riconoscibili come proprie dell'oggetto. Questa Denon DL 160 mi ha impressionato per l'indole non vaga che indubitabilmente possiede, un temperamento cioè non improvvisato o costruito a tavolino tipico degli oggetti fatti con righello e compasso, ma di quelli creati amorevolmente prestando attenzione ai valori della musicalità e del rigore timbrico. E' avvenuto che ad un certo punto dei miei ascolti mi sono completamente dimenticato dell'oggetto che stavo vagliando rapito dalla bellezza del suono, logica conseguenza è stato il concentrarmi sulla musica e principalmente da quella sono partito per le mie considerazioni. Ho scelto un'ampia gamma di LP per valutare il comportamento della Denon, un carnet di diverse incisioni, dissimili sia come qualità che come usura del solco. Purtroppo i miei vinili più anziani sono stati "violentati" dal fonorivelatore piezoelettrico (Tracking Force 10 grammi!) del mio vecchio compattone Philips anni '70 ed anche con le altre testine che ho posseduto si sentiva chiaramente lo scempio compiuto dal vecchio "aratro", si tratta di una devastazione infida, sottile che non si può evincere guardando la superfice del disco del tutto priva di sporcizia e graffi. La mia speranza era che il taglio del diamante della raffinata DL 160 arrivasse in quelle parti del solco dove il Philips non era riuscito ad arrivare...ma poi di questo parlerò più avanti. Prima di esprimere un giudizio compiuto è necessario un adeguato periodo di rodaggio per consentire all'equipaggio mobile di raggiungere il giusto punto di elasticità, una ventina di ore mi sono sembrate sufficenti, anche se le qualità della Denon sono evidenti già ad un primo ascolto. Inizialmente ho trovato il basso imbrigliato, un po' gommoso ed una dinamica un tantino tosata, ma già qualche ora dopo la situazione era notevolmente cambiata.
C'è davvero una notevole differenza tra questa e le testine "budget" che sin'ora ho montato sul mio giradischi, è pur vero che c'è anche un non indifferente gap di prezzo, ma nel caso delle testine Denon (ricordo anche la 110 e la 103) è bene dimenticarsi subito di quanto costano se siete il tipo di audiofilo che guarda il listino prima di esprimere delle valutazioni, persuaso che questo sia sempre direttamente proporzionale alla qualità sonora. Niente di più sbagliato in questo caso. Vi confesso  che davvero mi è venuta voglia di confrontare la DL 160 con altri fonorivelatori dal costo molto maggiore per vedere l'effetto che fà...:-), non potendo però fare simili confronti la mia sensazione di avere a che fare con una testina di livello assoluto rimarrà una semplice congettura... pazienza!

Oramai è diventato una specie di rito, ogni volta che mi capita di effettuare delle variazioni nel mio setup o di provare qualche nuovo cavo/accessorio/oggetto il primo disco che ascolto è sempre quello: Night Passage dei Weather Report e non perchè sia inciso particolarmente bene, ma perchè l'ho ascoltato tante di quelle volte, solco dopo solco, da averlo praticamente memorizzato alla perfezione. Appena poggiata la puntina sul disco ed ancor prima di ascoltare l'attacco del primo brano (Night Passage) apprezzo la notevole silenziosità di fondo generale. Se penso agli sfrigolii ed ai soffi che ascoltavo con la vecchia MM mi sembra di aver quasi cambiato LP; intendiamoci bene...non che questi siano scomparsi come nebbia al sole, ma il loro livello è molto più contenuto rispetto a quanto ascoltavo prima. Faccio un'altra prova: sollevo la testina dal disco riportandola in posizione di riposo ed alzo il volume. Anche in questo caso il forte Hum che si avvertiva prima adesso è praticamente scomparso lasciando il posto alla rumorosità naturale dell'ingresso phono del mio RC 06, una specie di soffio/fruscio che diventa percepibile solo quando la manopola del volume si approssima a circa tre quarti della sua corsa. I piatti della batteria di Peter Erskine sono ricchi di nuances e dettagli fini che prima non riuscivo a cogliere. Ribadisco un concetto anche a costo di risultare monotono: non giudicate questo fonorivelatore se prima non lo avete ben rodato, in particolare la gamma bassa da legata ed un po' gommosa dopo una ventina di ore di funzionamento diventa velocissima e profonda. In Kind of Blue di Miles Davis è possibile apprezzare la ricchezza armonica dei fiati, la bellezza dei colori strumentali che donano un grande realismo alla riproduzione. Il risultato all'ascolto conferma l'eccellente equilibrio del bilanciamento tonale senza protagonismi di una gamma di frequenze su un'altra, si può tranquillamente credere al grafico della risposta in frequenza riportato sul foglio illustrativo allegato alla confezione che ci mostra una linearità impressionante, ottenuta naturalmente applicando il giusto carico resistivo. Nell'album Rickie Lee Jones dell'omonima cantante la voce ha una speciale vitalità nei suoi guizzi, un rispetto di ogni più piccola variazione microdinamica davvero encomiabili. La caratteristica tutta analogica dell'immediatezza, il perfetto timing ed una focalizzazione micidiale con la DL 160 vengono rispettati alla grande, tutto è vivo e pulsante, abolito qualsiasi ritardo, approssimazione od omogeneizzazione che annacqua la musica. La prestazione è talmente convincente che proseguo gli ascolti con un'altra grande vocalist americana: Joni Mitchell nell'album Hejira. E' uno splendido lavoro che vede la partecipazione del più grande bassista elettrico di tutti i tempi, Jaco Pastorius; nel brano di apertura (Coyote) si scoprono atmosfere di gran classe, c'è una straordinaria delicatezza in questa MC nel porgere il messaggio sonoro, tutto è molto "smooth", ma non fiacco. L'intreccio degli strumenti con la voce non è mai impastato, ma rimane estremamente intellegibile a tutto vantaggio della analiticità, della selettività nello sbrogliare anche le più intricate matasse sonore. Emergono nei passaggi più complessi le notevoli doti di capacità di tracciamento: il sound non smarrisce per strada la sua lucidità neanche nei punti più difficili, la Denon mantiene un invidiabile aplomb senza mai distorcere ne indurire. Nell'album "Di Terra" del Banco Del Mutuo Soccorso, lavoro impegnativo che vede il gruppo alle prese con la musica sinfonica, troviamo un soundstage ampio e profondo, dalle dimensioni inconsuete per questa classe di prezzo. L'ampiezza del palcoscenico consente di godere appieno delle dimensioni "cosmiche" del lavoro messe in risalto dal buon lavoro del sound engineer, è un parametro questo molto importante per rendere giustizia alla grandiosità dell'orchestra sinfonica. Ottime la dinamica, micro soprattutto ma anche macro. Ascoltando il bellissimo assolo di Franco Mussida nel primo brano del lavoro "Jet Lag" della Premiata Forneria Marconi, altro gruppo italiano storico nell'ambito del Progressive Rock, posso godere di una chitarra dal grande feeling, impressiva e dai transienti eccezionalmente veloci, il dettaglio è davvero elevato facendoci riflettere su quante informazioni possano essere contenute in un microsolco. Parimenti la chitarra classica di Narciso Yepes nel Concerto d'Aranjuez di Joaquìn Rodrigo ha dalla sua oltre alla straordinaria naturalezza, una timbrica assolutamente deliziosa nelle sue inflessioni picaresche. E' un mix portentoso di realismo, rispetto del colore strumentale, precisione del palcoscenico che ci calano in un contesto tanto emozionante quanto assolutamente credibile. L'interpretazione della quinta sinfonia di Gustav Mahler di Herbert Von Karajan con i mitici Berliner è una registrazione che mi stà particolarmente a cuore avendo segnato un periodo triste della mia vita e la successiva "resurrezione". Purtroppo gli innumerevoli passaggi ad opera di front end modesti e forse anche mal regolati (all'epoca, circa trent'anni fà, non conoscevo neanche l'esistenza della dima!) devono aver lasciato il segno. L'aratura eseguita sul solco si manifesta con un evidente degrado del segnale soprattutto nelle gamme bassa e media laddove cioè il diamante dei vecchi fonorivelatori è riuscito ad arrivare. Ancora la DL 160 minimizza i rumoretti vari di fondo e riesce a rendere accettabile la riproduzione, in particolare sulle alte frequenze il degrado si avverte meno e gli ottoni mahleriani risaltano in tutto il loro rotondo nitore. Proseguendo si evidenzia un'altra delle qualità della giapponese e cioè la bassa distorsione che dona alle mie orecchie lunghi sessioni d'ascolto senza che si manifesti la tanto temibile fatica d'ascolto: anche dopo ore di musica la voglia di alzarsi per una pausa caffè non sopravviene, ma via via che si procede nuove gemme preziose vengono fuori dallo scrigno. Nell'album Di Angelo Branduardi "Alla fiera dell'est" le chitarre ed i fiati hanno una particolare delicatezza che si concreta in una riproposizione rilassata, asciutta, realistica senza mai diventare moscia. Tutta la magia del vinile è preservata, la voce di Branduardi emerge al centro della scena perfettamente focalizzata, viva.
Cosa dire amici...questa testina mi ha davvero conquistato! Se volete un fonorivelatore che vi avvicini alla grande qualità valorizzando la vostra preziosa collezione di vinili  e affrancandovi dalle limitazioni delle testine MM budget pensate a questa deliziosa MC ad alta uscita. In sintesi il suono della Denon DL 160 mi è parso delicato, dall'ottimo bilanciamento tonale, dalla grande capacità di tracciamento. La bassa distorsione, la scena ampia e profonda ed il superbo dettaglio concorrono alla definizione di un oggetto di alto rilievo sonico. Cosa volete di più dalla vita ad un prezzo di listino di 175 euro?

Alfredo Di Pietro

Gennaio 2009


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