
INTRO
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In quel reticolo di ricordi che ho stivato con il tempo nella mia memoria, il marchio Stones Speakers occupa un posto di rilievo. È stato al Milano Hi-Fidelity 2019, edizione primaverile, che per la prima volta mi sono imbattuto in questo marchio. Entrando nella Suite 107 del primo piano mi trovai di fronte a due pesanti blocchi di pietra, sui quali qualcuno aveva pensato bene di montare due altoparlanti, un filtro divisorio all'interno e due Binding Post per il collegamento all'amplificatore. Era nato un diffusore acustico che nel mio report scherzosamente definivo come dedicato ai Flintstones, proprio in virtù del particolare materiale di cui era fatto il cabinet, la pietra naturale "Euganean Trachyte". Un tipo di roccia magmatica effusiva che si trova soltanto in Veneto, il cui nome proviene dal greco τραχύς (trachýs - ruvido). Un materiale, molto pesante, che può essere lavorato solo da uno specialista. Il grande impegno che occorre per realizzarlo è giustificato dal prezioso contributo che dà all'abbattimento delle risonanze proprie del cabinet, poiché questa pietra è estremamente rigida, densa e inerte. Da quell'episodio all'ingresso in casa mia delle 487 Venetia (questo il nome del diffusore) passò circa un anno, ne trassi una bella recensione, completa di misure e ascolti di ogni genere musicale. Se volete potete leggerla nella sezione "Diffusori" del mio sito Non solo audiofili.
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Ecco perché quando Michele Gastaldello mi ha invitato a quest'evento ho subito accettato, curioso di ascoltare il modello ammiraglio dell'azienda, il 593 Titania, e se questo conservasse il cosiddetto "family feeling", potenziato dalle maggiori dimensioni e dal fatto che questo quattro vie era aiutato da un subwoofer nella discesa sulle basse frequenze.
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UNA GIORNATA PARTICOLARE
PARLANO MICHELE GASTALDELLO E GIACOMO MUNARI
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L'idea dell'evento in questa sede è nata circa un anno fa. Un caro amico di Michele Gastaldello aveva organizzato una festa perché dopo una vita di lavoro si era licenziato, prendendosi una pausa di sei mesi per fare un viaggio in Sud America. Un festeggiamento tenutosi nel medesimo posto in cui il 6 dicembre U.S. è avvenuto quest'evento Stones Speakers: l'Enoteca Alla Costiera, a Vò Euganeo, in provincia di Padova. Era originariamente una stalla del 1700, recentemente restaurata. Michele è rimasto colpito dalla bellezza della sala, tanto da pensare di predisporre una dimostrazione con i suoi diffusori più grandi, i 593 Titania, insieme ai più piccoli 487 Venetia, 245 Vera e 482 Petrina, questi ultimi due in sola esposizione statica. Al momento rimase solo un'idea che covava nella sua mente. In seguito c'è stata la partecipazione al Munich High-End, con un'esibizione statica dei diffusori avvenuta dopo anni in cui la Stones Speakers tentava di essere presente alla prestigiosa mostra, una vera conquista per il titolare. Dopo questa partecipazione il marchio ha ricevuto parecchi contatti dall'estero e tra questi c'è stato anche quello di un giapponese, desideroso di ascoltare le 593 Titania perché "non aveva mai sentito la musica uscire dalla pietra", sue testuali parole.

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Se la sua richiesta fosse stata indirizzata alle 487 Venetia, avrebbe potuto tranquillamente sentirle nella sede di Lozzo Atestino, anche perché questo modello è stato portato senza problemi alle varie fiere di settore. L'occasione era sicuramente ghiotta: un appassionato che sostiene un viaggio dal Giappone per ascoltare un diffusore non è proprio cosa di tutti i giorni. Michele e Giacomo allora decisero che quest'evento andava fatto. Fu scelto dunque il luogo che tanto era piaciuto a Michele Gastaldello, anche se, in realtà, negli scorsi anni la preferenza era sempre andata al Castello di Valbona. Qui purtroppo lo spazio non era riscaldato poiché bisognava rispettare i vincoli dettati dall'Accademia delle Belle Arti. Musica e vino d'altronde sono sempre andati d'accordo, così l'enoteca ha dato la sua disponibilità per l'evento. Un'occasione di divulgazione, se vogliamo, perché quando si parla di Hi-Fi, di sistemi così importanti, le persone che non sono dentro il settore fanno fatica a entrare nell'argomento. Si tratta di una difficoltà incontrata all'inizio anche al Castello di Valbona. I riscontri del pubblico sono poi arrivati all'atto pratico dell'ascolto, con l'evidenza di una prestazione sonora che parlava da sé e non aveva bisogno di ulteriori aggiunte.
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Un genere come la musica classica ha aperto gli occhi, anzi le orecchie, sulle vere potenzialità di questo sistema, essendo un test sempre molto rivelatore delle qualità di un impianto. Prima di muoversi l'azienda veneta si è accertata che il giapponese avesse intenzioni serie, in passato infatti diversi contatti si sono rivelati infecondi, fatti da parte di persone che volevano solo perdere tempo. Dopo l'esperienza monacense è arrivata una valanga di contatti e uno su tre in realtà non esisteva. All'iniziativa si è poi aggiunto Altin Lilie, titolare della padovana Sound Soulution, un'occasione da non perdere perché lui disponeva di elettroniche di fascia altissima da poter inserire nell'impianto, come le favolose Esoteric Grandioso. A lui piacevano i prodotti Stones Speakers, ma non aveva mai ascoltato le 593 Titania, per cui era davvero curioso di come si comportassero con le sue elettroniche. L'alchimia era dunque creata e si aggiungeva a quella stabilitasi già da tempo con lo storico partner Faber's Cable, titolare Fabrizio Baretta. Il resto è cronaca di questi giorni.
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GLI IMPIANTI
Giradischi Vertere Dynamic Groove su Base Vertere DGX Isolation Platform
Testina MC Benz Glider Scheu
Preamplificatore Phono GM_phono v.3.0
Trasporto audio di rete Esoteric Grandioso N1T
Due convertitori Monoblocco Esoteric Grandioso D1X SE
Trasporto SACD Esoteric Grandioso P1X SE con unità di alimentazione separata
Generatore Master Clock Esoteric Grandioso G1X
Preamplificatore Linea stereo Robert Koda Takumi K-10
Quattro Amplificatori finali di potenza mono Soulution 700
Distributore di rete Faber's Cable Faber Power Original
Diffusori 593 Titania con subwoofer
Sorgente digitale da PC
Convertitore D/A CanEVER ZeroUno SE Ultra
Preamplificatore Digitale & Analogico CanEVER ZerUno Plus Ultra
Amplificatore finale di potenza stereo CanEVER Malibran Tesla
Amplificatore finale di potenza stereo CanEVER La Scala 2.1
Diffusori Stones Speakers 487 Venetia
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Coprotagoniste dell'impianto più grande, vero "focus" di attenzione per l'importanza del ruolo che hanno rivestito nell'evento, erano le maestose 593 Titania, autentici colossi dell'elettroacustica già esibiti al Castello di Valbona, abbinate in quest'occasione a due subwoofer, uno per canale, per cui il sistema completo non si poteva più considerare un quattro vie ma un quattro vie e mezza. Il subwoofer riproduceva una gamma di frequenze molto ristretta, consentendo al sistema di scendere sotto i 40 Hz (-5 dB) dichiarati per il Titania "liscio", un limite comunque congruo per un woofer caricato in sospensione pneumatica. L'apporto del subwoofer è stato fondamentale e ha permesso al sistema di scendere sino a 28 Hz (-3 dB), nell'ambito di una banda utile che arrivava sino a 50 Hz, sovrapponendosi a quella del diffusore principale dai 40 Hz ai 50 Hz. La messa in controfase della sua emissione è stata mirata all'ottenimento di una corretta risposta complessiva. Per questo componente aggiuntivo l'azienda ha lavorato su un filtro passivo del quarto ordine (24 dB/Ottava), che andava poi rimesso in fase con i 12 dB/Ottava degli incroci del Titania, calibrato anche per una diversa scelta degli altoparlanti, tutti Morel sul Titania mentre quello che equipaggia il subwoofer è di un marchio diverso.
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È stata quindi la necessità di fare una cosa "ad hoc" che ha condotto alla progettazione di questo nuovo filtro. Come sensibilità complessiva del sistema ci aggiriamo sugli 87 dB/SPL. Il "clou" di quest'imponente diffusore sta nel cabinet estremamente rigido, con una densità altissima del materiale e la conseguente assenza di eventuali spurie. Nessuna risonanza dunque sulle basse frequenze perché la pietra ne ha si una propria, ma più alta del legno, cosa che giustifica la presenza di materiale fonoassorbente all'interno. Vero fiore all'occhiello del "mobile" è il fatto che in gamma mediobassa e bassa non si verifica alcuna risonanza. Giacomo Munari nel corso del nostro colloquio ha sgombrato il campo da un congetturabile equivoco di fondo, quello che l'idea di un cabinet così particolare derivi da un'inclinazione verso il fenomenale, l'idea di sbalordire con l'aspetto roccioso del diffusore. In realtà la ragione sta da un'altra parte, poiché lo scopo che si pone la Stones Speakers è di ottenere una grande neutralità di suono, con assenza di colorazioni, e la Trachite Euganea si sposa molto bene con questa desiderata. Si parte dal sacrosanto principio che alta fedeltà vuol dire riproduzione del suono senza alterazioni, alias colorazioni, e questi sistemi possono validamente adempiere a quest'obiettivo.
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Qualsiasi genere musicale trae vantaggio da questa sana filosofia, nessuno escluso. Una concezione che certamente conduce a degli estremi, in considerazione dell'impegno di costo, peso e ingombro che un tale sistema richiede, ad ogni modo maggiormente sostenibile nei modelli più piccoli. Un cenno meritano le meravigliose elettroniche Esoteric Grandioso, dove la meccanica SACD è configurata in Dual Mono, con i due canali perfettamente indipendenti e il relativo utilizzo di due DAC. Meccanica che non funziona senza il suo alimentatore dedicato. C'era poi lo streamer come sorgente e un Master Clock che gestiva tutta la parte digitale. Formidabile pure il giradischi analogico, la sua testina, e i sofisticati preamplificatore e amplificatori finali di potenza. C'è stata una chiara affinità elettiva tra la catena principale e la secondaria, se così possiamo chiamarla, che aveva a monte le ottime elettroniche CanEVER. È possibile fare delle considerazioni sulla loro comune impostazione sonora, anche se la differente dimensione di questi due impianti ha certamente condizionato la potenza, completezza e ampiezza delle relative immagini sonore.
STONES SPEAKERS 593 TITANIA
"DE SONO GRANITICO"
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STONES SPEAKERS 593 TITANIA
SPECIFICHE TECNICHE
- Tipologia di carico: Cassa chiusa
- Altoparlanti: woofer (12'') - Medio basso (6'') - Midrange a cupola (2,1'') - Tweeter a cupola (1'')
- Materiale del cabinet: Trachite Euganea
- Crossover: Passivo, 12 dB/Ottava
- Risposta in frequenza: 42 Hz - 20.000 Hz
- Sensibilità: 86 dB
- Impedenza: 8 ohm
- Potenza gestibile: 80 - 300 Watt
- Dimensioni: 1250 (H) x 500 (W) x 600 (D) mm
- Peso netto: 310 kg cadauno
BRANI ASCOLTATI (VINILE)
Stravinsky Pulcinella - Academy Of St. Martin-In-The-Fields - Neville Marriner. Curva Teldec.
Stravinsky The Rite of Spring - Eiji Oue - Minnesota Orchestra. Reference Recording. Curva Enhanced RIAA.
Leopold Stokowski And The Philadelphia Orchestra - Hungarian Rhapsody N. 2 - Copia Analogue Production di un Living Stereo. Curva Enhanced RIAA.
ALTRI BRANI
One Nite Alone... - Prince
Borodin - Symphony N. 2 - Symphony N. 3 - Prince Igor. Ernest Ansermet conducting L'Orchestre De La Suisse Romande
Dire Straits - Brother In Arms
Plan B3 - Tommy Schneider, Adrian Stern, Hans Peter Bartsch, Philippe Chrétien
Gregorio Paniagua - La Folia
Pink Floyd - The Dark Side Of The Moon 30TH Anniversary Edition
Supertramp - Breakfast In America
Friedrich Gulda/J.A. Rettenbacher/Klaus Weiss - As You Like It
Cantate Domino - Oscar's Motet Choir - Marianne Mellnass, soprano - Alf Linder, organo
Jan Garbarek - In Praise Of Dreams
Francesco De Gregori - La Donna Cannone
Borodin - Symphony N. 2 - Rimsky-Korsakoff - Capriccio Espagnole - March from "Tsar Saltan". London Symphony Orchestra - Jean Martinon
Albéniz - Suite Espanola. New Philharmonia - Rafael Frühbeck De Burgos
Anette Askvik - Liberty
Mahler - Symphonie N. 5 - Chicago Symphony Orchestra - Claudio Abbado: Adagietto
J.S. Bach - Toccata and Fugue BWV 565 - Organ Works BWV 572, 590, 532, 769 & 552. Simon Preston
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Ci sono impianti che si collocano in orizzonti sonori presagibili, da ricondurre a tipologie già note, e altri che catturano l'attenzione anche dei più distratti a causa del loro essere speciali. Mi preparo dunque all'ascolto di un impianto che singolare lo è per davvero, con un aspetto mastodontico che potrebbe suggestionare chi lo sente, evocando possanza e prestazioni strabilianti già da spento. Il 6 dicembre, complice la sua grande capacità rivelatrice, ho ascoltato una sorta di erma bifronte, da un lato il vinile e dall'altro il digitale della piattaforma di streaming Qobuz. Per il vinile ho avuto un cicerone d'eccezione, Fabrizio Baretta di Faber's Cable, con i suoi LP che hanno fatto emergere quelle immortali qualità che gli sono proprie. Parlo della straordinaria fulmineità, immediatezza dei transienti e matericità, essendo la testina di lettura un sistema elettromeccanico che non è impacciato da passaggi intermedi che ne rallentino l'azione. Chiediamoci perché ancora oggi, con l'avanzatissima tecnologia audio digitale di cui disponiamo, il vinile sia ancora vivo e vegeto. La risposta sta proprio nell'efficacia del meccanismo di funzionamento di un fonorivelatore: la lettura del solco tramite uno stilo, il quale converte le vibrazioni meccaniche in segnali elettrici poi da amplificare.
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Sull'altro versante c'era un binomio digitale di altissimo livello: Qobuz ed Esoteric Grandioso, che si è fatto notare per l'estrema pulizia, silenziosità e assenza di colorazioni. Due sono stati i pregi macroscopicamente avvertibili di questa augusta catena, talmente evidenti da non sfuggire anche a un orecchio disattento o a un ascoltatore privo di spirito d'osservazione: l'imponenza del palcoscenico tridimensionale, a dir poco maestoso e delle basse frequenze estremamente neutre, controllate, articolate e molto potenti. Nel corso dell'ascolto di certi brani il subwoofer è stato disattivato e riattivato in tempo reale, per favorire un confronto con e senza. Nella celeberrima Toccata e Fuga BWV 565 di J.S. Bach le note di pedale sono state certamente avvantaggiate dall'intervento del subwoofer, acquisendo un'emozionante profondità, ma ovviamente alleggerendosi senza il suo contributo. Cosa sin troppo scontata, ma su altri brani non acustici, dove magari l'ingegnere del suono aveva calcato la mano sui bassi, questi diventavano forse eccessivi e l'ascolto risultava più intelligibile spegnendo il subwoofer. A scanso di equivoci, questi bassi più carichi non erano assolutamente da addebitare al sistema Stones Speakers, ma proprio alla sua reattività nel rispondere alle caratteristiche di ogni registrazione.
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La prova del nove è venuta proprio dalla musica orchestrale, nella Sinfonia N. 2 di Aleksandr Borodin, per esempio, dove tutto era dimensionato a dovere, limpido e prospetticamente impeccabile, ben bilanciato timbricamente. Un basso che nel vinile è risultato estremamente pronto, veloce e d'impatto, ricco di quella fisicità che l'analogico riesce a dare in sommo grado. La voce di Anette Askvik nel disco Liberty, magnificamente registrato, era limpida, dinamica, perfettamente a fuoco. Una catena dalle enormi potenzialità, sempre al passo del messaggio sonoro, mai in affanno su qualsivoglia parametro di valutazione, che non si fa cogliere impreparata tanto nel riprodurre il delicato tintinnare di un triangolo quanto nelle bordate di basso e batteria in Brother In Arms dei Dire Straits (So Far Away). Diventa splendida narratrice delle raffinatissime trame Funk in One Nite Alone... di Prince, qui prevale l'attitudine a ricreare una musicalità densa, gravida di armonici nel duettare tra Prince e un pianoforte che più limpido non potrebbe essere. Chiedo di ascoltare l'Adagietto dalla Sinfonia N. 5 di Gustav Mahler, lo sento per intero rapito.
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L'impegnativa sfida di calare chi ascolta in un ineffabile contesto sinfonico è vinta, le quattro vie del 593 Titania, anzi quattro e mezza contando il subwoofer, rendono in modo impeccabile anche la più complessa delle "texture" sonore. Qui non ci sono altoparlanti tirati al massimo per fargli fare la voce grossa, ma dei trasduttori messi nelle condizioni di funzionare al meglio, esprimendosi con agio nella gamma per cui sono stati concepiti. Non c'è affanno, aggressività, tutto scorre nell'alveo di una deliziosa naturalezza, assenza di forzature di qualsiasi genere. Si prosegue con il genere sinfonico, dove s'impone lo sfavillio timbrico e ritmico della Suite Espanola di Albéniz, con la New Philharmonia diretta Rafael Frühbeck De Burgos. Questa brillante composizione trova un sicuro veicolo d'espressione in quest'impianto. Emerge ancora una volta la solidità, la matericità, la dinamica di un setup che con un pizzico d'orgoglio annetto a quel reticolo di ricordi ed emozioni accumulati nella mia lunga esperienza di audiofilo.
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Michele Gastaldello (a destra) e Giacomo Munari
Alfredo Di Pietro
Dicembre 2025