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 Pro-ject Debut II SE minimieren

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Lo ho da poco tempo in casa. Acquistato da Buscemi Hi Fi a Milano per 340 euro in un pomeriggio piuttosto freddo nonostante la primavera, appena rincasato mi sono messo all'opera per montarlo, settarlo e collegarlo al preamplificatore Rotel RC 06. Le operazioni da compiere per renderlo operante sono davvero un gioco da ragazzi, c'è da perderci non più di un quarto d'ora ed è già pronto per suonare. Il fonorivelatore montato, un Ortofon 510 MK II, infatti è già settato per cui si saltano a piè pari le operazioni di dimatura, regolazione VTA, azimut, non rimane che da impostare il peso di lettura (consigliato in 15 mN) e montare il pesetto dell'antiskating, il quale si collega mediante un ansa ad una scanalatura presente nella parte posteriore del braccio, le scanalature sono tre poste poco prima della sede per il contrappeso. La prima, quella più vicina al contrappeso, si usa per downforce tra 10 e 14 mN, quella centrale per forze tra 15 e 19 mN e la terza, quella più distante dal peso per forze di tracciamento di 20 mN ed oltre. I 15 mN consigliati per la 510 MK II corrispondono a 1,5 grammi. Occorre poi montare la cinghia di trasmissione, inserire il piatto sul perno e mettere in bolla il giradischi sul piano di lavoro, operazione questa facilitata dal fatto che i tre piedini dotati di punte sono regolabili in altezza in un range piuttosto ampio. Le differenze dell'SE rispetto alla versione base, Debut III, consistono nel maggior spessore e peso del piatto rispetto al primo (2,2 Kg) con conseguente miglior stabilità rotazionale, la presenza di contatti RCA dorati, piedini con punte di accoppiamento in alluminio e relative sottopunte ed una testina migliore rispetto alla pur onesta Ortofon OM 5 E della versione base. Il motore lavora in sospensione, prima di montare la cinghia sulla puleggia sottopiatto occorre svitare le due viti che tengono bloccato il motore al telaio. Nella confezione sono compresi anche un bel cavo di segnale per il collegamento ad un pre phono o direttamente ad un amplificatore dotato di scheda phono, come nel mio caso ed un bel coperchio parapolvere. Il braccio, un Project 8.6 cardanico, fornisce al tatto una bella sensazione di leggerezza e precisione, niente a che vedere con quella zappa che montava il mio vecchio Pioneer PL 300 X. Non c'è alcun tipo di automatismo sul braccio ne tantomeno ci sono dispositivi elettronici per il cambio di velocità da 33 e 1/3 a 45 giri e viceversa, per fare questo occorre smontare il piatto e spostare la cinghia da una gola di alloggiamento all'altra sul perno motore. La sensazione globale è quella di avere tra le mani un bel giocattolino, ben fatto e di gradevole aspetto, piacevole alla vista ed al tatto.

 

COME SUONA.

Direi decisamente bene! Per il test d'ascolto ho usato l'album "Night Passage" dei Weather Report che posseggo sia in vinile che in CD. Acasa ho tre testine, tutte di estrazione economica: Stanton 500 E MK II - Sumiko Black Pearl e la Ortofon 510 MK II montata sul Project. Scartando a priori la Stanton perchè davvero troppo economica e dal suono piatto, smorto, la lotta è avvenuta tra la Sumiko e la Ortofon portandomi poi, in ultima analisi, a preferire quest'ultima per i miei gusti personali. Direi che sono due fonorivelatori di sicura qualità, ma di caratteristiche sonore antitetiche: un po' scura e morbida la Sumiko con un suono più "grande" e maggior nero infrastrumentale rispetto alla Ortofon. Quest'ultima al contrario è dotata di maggior trasparenza ed apertura sulle frequenze medio alte, offre un suono maggiormente controllato e con una capacità di dettaglio davvero eccellente. Ciò che mi ha sorpreso nell'ascolto di questo giradischi è la capacità micro e macrodinamica, davvero su livelli molto buoni e la capacità di estrarre ogni minimo dettaglio annidato nel microsolco, naturalmente queste considerazioni sono da correlare alla classe di prezzo dell'oggetto: si parla di 340 euro, testina e cavo compresi. I tempi di salita del segnale sono repentini a tutto vantaggio della microdinamica, il basso è veloce, articolato, mai confuso o debordante, ma un po' magro. Con la Black Pearl le cose migliorano e si ottiene una maggiore sensazione di matericità e peso delle frequenze inferiori pur con una buona sensazione di controllo. In definitiva ho scoperto un ottimo prodotto che suona sorprendentemente bene per la sua classe di prezzo. Ancora una volta nel confronto con la versione digitale di un medesimo album il vinile offre una riproduzione, almeno nel mio sistema nel confronto con un CDP Rotel RCD 1070, che fa della sua arma vincente un suono ricchissimo di dettaglio, più "scolpito" ed incisivo, con una maggior energia sulla gamma acuta, laddove cioè le caratteristiche di ambienza e dettaglio lasciano maggiormente il segno e dove il digitale appare un po' più "slavato", meno reattivo. I colori strumentali un po' approssimativi con il digitale sul disco nero e grande acquistano un realismo quasi perfetto. Dalla sua invece il digitale fornisce un impressione di maggior linearità e pulizia. Viva il vinile!

Alfredo Di Pietro

Agosto 2008


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